Via Crucis con Madre Speranza

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I STAZIONE - GESU' CELEBRA LA CENA LEGALE. SI ACCOMIATA DALLA SUA SS. MADRE, DOPO AVERLE RIVELATO QUANTO AVREBBE DOVUTO SOFFRIRE NELLA SUA PASSIONE, E LE RACCOMANDA IL SUO GREGGE

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Gesù celebrò la cena legale mangiando l'agnello pasquale arrostito, steso sulla tavola, nel quale vedeva se stesso, steso sulla croce, arso dal fuoco del­l'amore verso il Padre e verso gli uomini.

Mangiò pure le lattughe amare, pensando al fiele che gli avrebbero dato da bere, ed osservò tutte le prescrizioni legali per mostrarci la sua obbedienza. Gesù celebrò la cena legale dell'agnello pasquale, per dirci che come quel­l'agnello veniva offerto in sacrificio di ringraziamento a Dio per aver tratto gli Ebrei dalla schiavitù d'Egitto, così nella S, Messa si sarebbe sacrificato il vero Agnello, offerto a Dio in ringraziamento per averci tratto dalla schiavitù del demonio e del peccato.

Dobbiamo disporci a ricevere l'Agnello immacolato con la mortificazione degli appetiti disordinati, con purezza di intenzione; con amore e fervore. Gesù scelse la notte della sua passione per mostrarci la grandezza del suo amore: mentre gli uomini tramano per mandarlo a morte, egli prepara per loro un convito, manifesta il desiderio di stare tra gli uomini poiché mentre questi, per invidia, vogliono cacciarlo da questo mondo, egli trova il mezzo di restare nel mondo per amore.

Ci diede realmente il suo vero Corpo (non in figura o in immagine) per santificare, con tutte le sue, le nostre membra.

Disponiamoci a ricevere il Corpo e il Sangue del Signore con amore e devozione e riceveremo la vita eterna, alla quale tutta deve pro­tendersi la nostra vita. E non accada a nessuno di noi, come allo sventurato Giuda, che per averlo ricevuto con cattive disposizioni, mangiò la morte anziché la vita.

Signore mio e Dio mio...

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».

II STAZIONE - AGONIA DI GESU' NELL'ORTO DEL GETSEMANI

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

La notte è orrida; l'oscurità avvolge le falde del monte. La luna, quale torcia funerea, spande la sua luce: chiarore velato e pallido.

Il vento della notte sibila fra i rami degli olivi: ti par di sentire gemiti di anime in pena.

Il Salvatore divino si inoltra nell'orto accompagnato dai tre discepoli che ha scelto: comincia a patire tristezza e angoscia.

In questa notte Gesù vede la morte in tutto il suo terrificante aspetto. Già ne sente la gelida mano che impietosa viene a spezzare e infrangere l'unione tra il corpo e l'anima, unione in Lui molto più profonda che in noi.

L'angoscia mortale sospinge la massa del sangue verso il cuore fino a soffocarlo e ad impedirne il movimento: ne segue una angustia, uno spavento, una tristezza tale, da provocare un'agonia di morte.

Nella lotta suprema, che il cuore ingaggia per svincolarsi da quella morsa tremenda, il sangue agglomerato viene risospinto con impeto violento. Tutto il corpo è per­cosso alternativamente da brividi di gelo e da vampe di fuoco. Gesù è tutto un fremito, gli occhi infiammati, il cuore che palpita violentemente.

La tremenda agonia ha il suo epilogo in un abbondante sudore di sangue, prorom­pente con violenza da tutti i pori.

Le dolorose gocce di sangue che scorrono per il volto di Gesù ci danno una precisa idea della sua amara passione.

E' in questo momento che si avvicina Satana e gli insinua questa tentazione: « getta via da te questo carico che ti opprime; vedi che non puoi resistere! Che indugi? Scrolla dalle tue spalle questo enorme peso, rifiuta a Dio la tua obbedienza! ». Ma Gesù, la fronte prostrata al suolo, gli occhi pieni di lacrime, dice: « Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice: pero non la mia volontà sia fatta, ma la Tua ».

Signore mio e Dio mio ...

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».

III STAZIONE - GESU' FLAGELLATO

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

«Io non ho trovato in Lui nessuna colpa. Castigatolo quindi lo lascerò libero» sentenziò Pilato con incredibile risoluzione.

La pena della flagellazione, presso i Romani, era fra i più crudeli tratta­menti con i quali si punivano i delinquenti.

I Giudei percuotevano con verghe; i Romani scarnificavano con flagelli, e le direttive che si davano ai carnefici fanno raccapricciare.

La flagellazione era l'orribile preludio della morte. Da parte dei Giudei i colpi non potevano cssere più di 39, mentre per i Romani i colpi non si contavano.

Le sferze dei flagelli che portavano in cima pezzi di osso, di piombo, o di altra materia laceravano le carni fino a scoprire le ossa, e chi non moriva sotto i colpi, restava inabilitato per tutta la vita.

Non si può pensare che la flagellazione di Gesù sia stata eseguita in forma più umana, perché doveva risultare come un prezzo di compromesso che si doveva pagare ai Giudei, ed era necessario che lasciasse talmente malri­dotto il Salvatore, che essi nel rabbioso odio che nutrivano contro di Lui, potessero sentirsi soddisfatti.

« Dalla pianta dei piedi fino alla sommità del capo nulla è restato di sano in Lui ».

Così aveva contemplato Isaia, l'Uomo dei dolori.

Vieni a gettarti ai piedi del tuo Dio e Signore, flagellato anche per causa tua, e per la tua salvezza.

Implora con cuore contrito il perdono, se anche tu ti senti respon­sabile, per la tua sfrenata concupiscenza, di questo orribile tormento di Gesù, e chiedi la grazia di una fedeltà che non venga più meno.

Signore mio e Dio mio ...

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».

IV STAZIONE - GESU' CONDANNATO A MORTE: PONGONO LA CROCE SULLE SPALLE DI GESU'

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

« Allora Pilato, visto che nulla giovava, ma che anzi aumentava il tumulto, prese dell'acqua e si lavò le mani alla presenza della folla dicendo: « Io sono innocente del sangue di questo giusto: pensateci voi ».

Pilato abbandonò Gesù al popolo dicendo: « Prendetelo voi e crocifigge­telo, ché io non trovo in Lui alcuna colpa ».

Così l'ultima resistenza del codardo romano è vinta! Egli spezza con rabbia la verga della giustizia gettandone i pezzi sui gradini di marmo, ai piedi del reo condannato a morte ... e lo consegna loro.

Come ricevette Gesù questa iniqua sentenza?

Come ricevo io a volte anche le più piccole riprensioni?

Che esempio dò nel dolore e nelle prove da Lui permesse?

Donaci, Gesù mio, la forza di non difenderci, per quanto ingiuste siano le accuse che ci si fanno.

Aiutaci, perché, seguendo il tuo esempio, ci abbracciamo sempre con amore alla Croce che le creature - Tu permettendolo - ca­ricano sulle nostre spalle, rinunciando a difendere la nostra per­sona col mettere a luce la nostra innocenza e rettitudine,

Signore mio e Dio mio…

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».

V STAZIONE - LA SANTISSIMA MADRE INCONTRA IL SUO DIVIN FIGLIO SUL CAMMINO DELL'AMAREZZA

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

L'amore è forte come la morte.

Dalle prime ore del mattino del Venerdì Santo, la Santissima Madre segue le orme insanguinate del suo Figlio divino.

Lo segue dalla colonna della flagellazione all'Ecce Homo, e poi per il lungo cammino della croce, fino alla sommità del Calvario.

Non c'è scherno, non c'è ingiuria che possa allontanarla dal fianco di suo Figlio: non le brutali minacce della soldatesca, non la volgarità della plebaglia che la mostrava a dito, non lo sguardo cattivo dei Farisei. Nei giorni prosperi di Gesù, quando il sole del successo splendeva nel cielo della sua vita, e le moltitudini affascinate Lo acclamavano, la Madre si tenne, modestamente ritirata, come nello sfondo della scena. Ma ora che è giunta per Lui l'ora dell'ígnominia, Ella si fa avanti per collocarsi a fianco del suo Figlio.

Madre mia, per l'indicibile dolore che soffristi nel vedere il tuo divin Figlio ridotto in quello stato, ottienici da Lui il perdono per le tante volte che abbiamo avuto la sventura di offenderlo.

Signore mio e Dio mio ...

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».

VI STAZIONE - IL CIRENEO PORTA LA CROCE DI GESU'

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Aiutano Gesù a portare la Croce non mossi da pietà e compassione, ma dal timore che venga meno lungo il cammino e così restino privati della soddisfazione di vederlo agonizzare nel più tremendo martirio.

Gesù sa tutto questo: accetta l'aiuto senza proferire parola.

Simone di Cirene che aiuta Gesù a portare la croce è figura di quei cri­stiani che, per misteriosa disposizione della Provvidenza, portano la croce di Cristo, seguendo le sue orme.

Portare la croce è cosa inevitabile. Portarla seguendo Gesù, è gioia immensa; portarla dopo che l'ha portata Gesù è grande gloria.

La croce è per noi « Virtù e potenza di Dio ».

Per poter partecipare della vita, della virtù e della potenza salvante della croce di Gesù bisogna prender parte al dolore e al peso che essa comporta in svariate maniere: Portar nel cuore la croce di Gesù con sentimenti di amore e compassione; prendere la nostra croce e portarla con gioia per amor di Dio; inchiodare alla croce la nostra volontà, con l'obbedienza, la castità e la povertà crocifiggendo le passioni e i cattivi desideri.

Signore mio e Dio mio ...

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».

VII STAZIONE - L'INCONTRO DI GESU' CON LE PIE DONNE

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Nell'incontro di Gesù con le pie donne, ascoltando le parole che loro rivolge il Signore, troviamo un potente stimolo a piangere per la nostra futura sorte se non ci decidiamo a convertirci.

« Colui che vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua ... ». Gesù apre il corteo portando la croce più pesante ... lo seguono le mol­titudini ... tutti portano la propria croce. Croci di ogni genere e forma. Alcuni oppressi dall'odio e dall'invidia, altri dalla crudeltà e dalla ingiu­stizia: chi scontando i propri peccati, chi quelli degli altri. Croci portate con rassegnazione, in silenzio, con il cuore oppresso; croci portate con amore e serena immolazione.

Consola, o Gesù mio, tutti gli oppressi dal peso della loro croce, che vengono al tuo Santuario in cerca di conforto, di aiuto e di pace.

Signore mio e Dio mio ...

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».

VIII STAZIONE - GESU CADE IN TERRA, SCHIACCIATO DAL PESO DELLA CROCE

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Vediamo Gesù che cade a terra, oppresso dalla croce che gli grava sulle spalle: croce di ignominia, croce pesante, croce dolorosissima, che incredibilmente strazia, col suo peso le spalle piagate del Signore.

Gesù mio, per i dolori che ti ha causato questa caduta, perdona a noi le tante nostre cadute nel peccato, offesa e tradimento del tuo amore.

Aiutaci Gesù, perché mai più torniamo a offenderti e disgustarti con nuove cadute.

Signore mio e Dio mio ...

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».

IX STAZIONE - GESU' SPOGLIATO DELLE SUE VESTI

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Era consuetudine dei Romani spogliare, lasciandolo completamente nudo, il condannato alla croce.

In silenzio, senza opporre resistenza, Gesù subì questo atto di violenza. Questa denudazione irriverente, fu sorgente di acutissima pena per Colui che è il più puro e santo fra i figli dell'uomo.

Per una creatura delicata e verginale non c'è supplizio più sofferto che il vedersi esposta, in tale nudità, agli occhi di una moltitudine, che avida la guarda, con cupidigia sfacciata.

Questa denudazione del Salvatore è una componente del sacrificio senza limiti, che Gesù fece di se stesso per nostro amore.

Ma tale penosa nudità non offuscò minimamente la sovrana dignità del Buon Gesù. La sublimità della verginale bellezza è come uno splendore che piove dall'alto e avvolge il Figlio della SS. Vergine: il Re dei vergini.

Aiutaci, Gesù mio, a spogliarci di quanto in noi a te dispiace, e vestici della tua verginità.

Signore mio e Dio mio ...

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».

X STAZIONE - GESU' VIENE INCHIODATO SULLA CROCE

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Ecco il Salvatore del mondo, Re del cielo e della terra, intimamente congiunto, per nostro amore, alla croce, con vincoli indissolubili di mistico sposalizio per una morte crudele che gli stessi Romani, gente spietata, e senza cuore, considerano il più atroce e orribile genere di morte. Questo sarebbe stato già molto. Ma dobbiamo considerare che mai simile condanna fu eseguita con maggior crudeltà e raffinatezza di tormenti ed in un corpo così delicato e sensibile.

Con lunghi e grossi chiodi è affisso al rozzo legno della croce il delicato corpo di Gesù, già tutto lacerato dai colpi dei flagelli e dalle pun­genti spine.

Alle innumerevoli ferite altre quattro se ne aggiungono.

Su queste ferite, aperte dai chiodi nelle mani e nei piedi, poggia tutto il peso del corpo, mentre il ferro a spigolo dei chiodi dilania e tortura senza posa la carne viva delle ferite.

Inizia qui un martirio che va al di là di ogni pensiero e immaginazione.

Signore mio e Dio mio ...

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».

XI STAZIONE - GESU’ MUORE IN CROCE

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Su un'altura dal vasto orizzonte, orientato a tutte le parti del mondo, accessibile a tutti, sta l'altare della croce, dove si consuma il sacrificio cruento della Nuova Alleanza.

Tra cielo e terra sta sospeso, quale Mediatore, con le braccia tese all'ab­braccio di tutto il mondo, il Salvatore del mondo.

Orribile e insopportabile è la posizione del corpo, violentemente stirato e teso sulla croce: il più piccolo sussulto e movimento causa dolori atroci L'esausta tensione dei muscoli spezzati e lacerati è accompagnata da febbre altissima, che sommerge il corpo tutto intero in un bruciore di fuoco che arde in tutte le ferite.

L'abbondante perdita di sangue produce una sete, un'arsura insopportabile che gli esaurisce le forze e lo consuma.

Per quanto grande sia il martirio del corpo, ancor più grande è il martirio della sua anima. Egli che è l'innocenza, la purezza, la santità fatta persona, soffre tali dolori, una tale morte privo d'ogni conforto derivante da senti­mento di tale innocenza, come avviene nei martiri e nei santi.

Gesù patisce non la morte dell'innocente, ma la morte del criminale: Egli è infatti il grande peccatore, su Lui gravano i peccati di tutto il mondo. Così muore il Salvatore del mondo: così conviene che muoia, perché solo così, esaltato sulla croce, elevato sopra tutto il popolo che lo circonda, può dare morendo un tale portentoso esempio, conservando quella dignità e grandezza che conviene al Salvatore del mando.

Signore mio e Dio mio ...

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».

XII STAZIONE - GESU E' DEPOSTO TRA LE BRACCIA DELLA MADRE

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Con passo frettoloso e soddisfatto, come di chi ha ottenuto una grande cosa, Giuseppe d'Arimatea tornò al Calvario, essendosi provveduto lungo la via da un fine lenzuolo per avvolgere il suo tesoro. Sul Calvario c'era anche Nicodemo lì giunto per lo stesso scopo: portava con sé grande quantità di aromi: mirra, e cento libbre di aloe ... perché nulla mancasse alla solenne sepoltura.

Si iniziano i preparativi per seppellire il Corpo di Gesù.

Schiodano dalla Croce il Sacro Corpo; con amore, rispetto e riverenza lo prendono nelle proprie braccia e lo depongono tra le braccia della San­tissima Madre.

Ecco di nuovo la SS. Vergine ha tra le braccia l'amatissimo Suo Figlio. Ma..., Dio mio . . ., come glielo hanno ridotto!

O Madre adorabile, così il mondo ti ridà il tuo Figlio Divino! Bene a proposito puoi gemere con Giacobbe, il padre di Giuseppe: « Una belva feroce me lo ha sbranato! ».

Noi la conosciamo questa belva feroce che si è avventata con tanta crudeltà sul tuo santissimo Figlio e Padre nostro!

Questa fiera, o Madre mia, è il peccato mortale con la sua potenza di sterminio, con la sua natura devastatrice, con le sue orrende e terribili conseguenze.

Madre addolorata, perdona noi; perdona tutti i peccatori! Sii di tutti il rifugio e l'avvocata.

Madre, per il dolore che provasti nel ricevere sulle tue braccia il Divin Figlio morto, ottienici da Lui la incomparabile grazia che sempre Egli viva in noi e che ci trovi sempre pronti a dargli quanto ci chiede.

Signore mio e Dio mio ...

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».

XIII STAZIONE - GESU' E' DEPOSTO NEL SEPOLCRO

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Riprendendo con somma riverenza il sacro cadavere dalle braccia della Madre lo portano ai piedi del monte, avvolgendolo in un lenzuolo candido, e Lo preparano per la sepoltura.

Lavano più con le lacrime che con acqua il sacro corpo; raccolgono amo­rosamente il sangue preziosissimo; chiudono le ferite aperte; accompa­gnano questo pietoso ufficio con silenzio, pianto e preghiera. Come costume dei Giudei il cadavere è avvolto in bende di lenzuolo, cosparso di mirra, aloe e altri aromi.

La sepoltura del corpo di Gesù si ripete misticamente ogni giorno nella santa Comunione, che è un deporre il sacro corpo dentro di noi.

Fa, o Gesù mio, che i nostri cuori non siano mai per te un se­polcro di fredda roccia ma tabernacoli viventi caldi del fuoco del tuo amore, profumati dell'incenso della orazione, aspersi con la mirra della mortificazione.

Signore mio e Dio mio ...

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».

XIV STAZIONE - LA RESURREZIONE DI GESU'

Ti adoriamo, Cristo, e ti benedicia­mo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Con la Resurrezione l'eterno Padre ripaga il Figlio della sua umiliazione con una gloria immensa, i suoi dolori con gioie ineffabili, la sua povertà con un dominio sovrano.

E Gesù a sua volta ricompensa i suoi fedeli in proporzione di quanto hanno fatto per Lui: la SS. Vergine con un oceano di beatitudine; la Maddalena è consolata nel suo dolore; S. Pietro è confortato nel suo pentimento; ai suoi amici che lo credevano per­duto come il più tenero degli amici cambia in gioia il cordoglio. « La pace sia con voi - dice agli Apostoli - SONO IO; non abbiate timore, come il Padre ha mandato me così io mando voi; ricevete lo Spirito Santo; beati quelli che senza aver visto crederanno ».

O divino Risorto con i discepoli di Emmaus noi ti diciamo: « Resta con noi, Signore, perché si fa sera e già declina il giorno ». E come i discepoli di Emmaus anche noi vogliamo correre ad infiammare d'amore tutti i nostri fratelli.

Signore mio e Dio mio ...

Gloria al Padre…

«Santa Madre, deh voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore».