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CAPITOLO 9

 

Si spiega come Maria santissima conobbe le verità di fede che la santa Chiesa doveva credere e ciò che operò con questo beneficio.

 

807. Il fondamento immutabile della nostra giustificazione e la causa della santità è l'adesione alle verità che Dio dischiuse alla sua comunità cristiana, stabilendole su questo sostegno come un architetto prudente che costruisce la casa sulla roccia, in modo che la piena dei fiumi e le inondazioni non la possano smuovere. Tale credo è il basamento irremovibile della Chiesa, una, cattolica e apostolica: una nell'unità della fede, e della speranza e della carità che su di essa si appoggiano; una senza contraddizioni e divisioni, che sono numerose in tutte le sinagoghe di satana, cioè le sette false e le eresie. Queste sono talmente oscure che non solo si oppongono le une alle altre, e tutte alla ragione, ma ciascuna va contro se stessa nei propri errori, affermando cose contrastanti, che si abbattono vicendevolmente; la nostra professione, però, è invincibile e le porte degli inferi non potranno prevalere su di essa, anche se Lucifero vuole sempre di più vagliarla come il grano, come tentò di fare con san Pietro e con i suoi successori.

808. Affinché la nostra gran Regina avesse una cognizione adeguata della dottrina evangelica e della legge di grazia, era necessario che nell'oceano di tali meraviglie avesse avuto luogo la rivelazione di tutte le verità cattoliche che dovevano essere credute e particolarmente dei dogmi ai quali esse si riconducono come alla loro origine. Ella era in grado di comprendere tutto questo e ogni cosa poté essere resa nota alla sua incomparabile sapienza, anche gli articoli che la riguardavano. Seppe i tempi e i luoghi nei quali gli eventi futuri sarebbero avvenuti nel modo e nel momento adatto. Il Signore la istruì con una visione astrattiva in cui furono svelati i misteri occulti degli incomprensibili giudizi e della sua provvidenza. Maria capì la sconfinata clemenza con la quale egli aveva disposto il beneficio della fede infusa, affinché le creature lontane dalla sua contemplazione lo potessero conoscere ugualmente in breve e con facilità, senza aspettare né dover passare attraverso la scienza naturale, che pochissimi arrivano ad acquistare, e sempre in misura molto limitata. Dal primo uso della ragione ci sono manifestate la Divinità in tre Persone, l'umanità di Cristo e la via per conseguire la salvezza; a tutto ciò non giungono gli sterili e inefficaci studi umani, se non sono sollevati dalla forza della fede.

809. Alla nostra Maestra furono svelati tutti questi segreti con quanto in essi è contenuto. Intese che la Chiesa avrebbe determinato fin dall'inizio quattordici articoli basilari e che poi avrebbe definito in tempi diversi molte verità racchiuse in essi e nella sacra Scrittura come nella loro radice che, una volta coltivata, produce il frutto. Dopo aver imparato tutto nel Signore, uscì da questo tipo di visione e scorse lo stesso nell'altra ordinaria dell'anima santissima di Gesù, di cui ho parlato spesso. Apprese come ciò era stato ideato nella mente del divino Artefice e conferì con lui circa il modo in cui era opportuno eseguirlo; quindi, siccome ella doveva precedere gli altri nel crederlo singolarmente e pienamente, così fece per ciascun punto. Nel primo dei sette che riguardano l'Onnipotente poté discernere che il vero Dio era uno solo, indipendente, necessario, infinito, immenso nei suoi attributi e nelle sue operazioni, immutabile ed eterno, e inoltre quanto fosse doverosa, giusta e indispensabile per le creature tale confessione. Rese lode per questa rivelazione e domandò a suo Figlio di continuare a elargire all'umanità un simile favore, donando la grazia per accettare e riconoscere l'unico Dio. Con tale luce infallibile, anche se oscura, comprese la colpa dell'idolatria, che ignora questo dogma, e la pianse con amarezza e dolore incomparabile. In opposizione ad essa fece grandi atti di fede e venerazione verso il Signore, e molti altri di tutte le virtù che questa consapevolezza richiedeva.

810. Professò il secondo articolo, cioè che Dio è Padre. Le fu chiaro che esso era comunicato ai mortali per farli passare dalla cognizione della Divinità a quella della Trinità presente in essa e di quanto ancora la spiega e suppone, affinché arrivassero ad avere nozione perfetta del fine ultimo, del modo in cui ne potevano godere e dei mezzi per conseguirlo. Si rese conto che la persona del Padre non poteva nascere né procedere da alcun'altra, in quanto origine di ogni cosa; per questo a lui si attribuisce la creazione del cielo, della terra e di tutti gli esseri, come a colui che è senza principio ed è principio di tutto. La nostra Regina ringraziò in nome dell'intero genere umano e fece quanto corrispondeva a questa verità. Credette nell'esistenza del Figlio con speciale conoscenza delle processioni "ad intra", la prima delle quali nel loro ordine è la generazione "ab aeterno" per via d'intelletto del Figlio dal solo Padre, senza essere a lui posteriore, ma uguale nella divinità, eternità, infinità e negli attributi. Intese poi che vi è lo Spirito Santo, che procede dal Padre e dal Figlio come da un unico principio per atto di volontà, restando rispetto a loro senza differenze, se non quella della distinzione personale che risulta dalle emanazioni e processioni dell'intelletto infinito e della volontà infinita. Anche se a Maria era già stato palesato ciò, adesso le vennero date nuovamente queste notizie e le fu illustrato che sarebbero state articoli di fede per la Chiesa futura e che Lucifero avrebbe seminato delle eresie, come le aveva progettate nella sua testa da quando, cadendo dall'empireo, aveva saputo dell'incarnazione del Verbo. Come si è detto, la nostra Signora compì nobili imprese contro tutti questi errori.

811. Confessò il quinto articolo, cioè che il Signore è il creatore e che, benché l'origine di tutto sia attribuita al Padre, essa è comune alle tre Persone, in quanto sono un solo Dio immenso e onnipotente, dal quale dipende la sussistenza di ciò che esiste. Nessuno, neppure un angelo, può dar vita ad altro, neanche a un vile vermiciattolo, producendolo dal niente, perché solo Dio, che è padrone di sé, è in grado di operare indipendentemente da cause diverse, inferiori o superiori. Capì la necessità di tale rivelazione contro gli inganni del demonio, affinché l'Altissimo fosse conosciuto e rispettato come autore di tutto. Comprese, poi, il sesto, ossia che egli è salvatore, con gli arcani che contiene: la predestinazione, la vocazione e giustificazione finale, la perdizione dei reprobi, i quali, per non aver approfittato dei mezzi concessi loro dalla misericordia divina, e che ancora essa avrebbe dato, non sarebbero entrati in possesso del gaudio eterno. Considerò ancora che questo titolo apparteneva alla Trinità, soprattutto al Verbo in quanto uomo, dal momento che doveva offrire se stesso in riscatto per tutti; Dio avrebbe accettato il suo sacrificio, ritenendosi soddisfatto per il primo peccato e per quelli attuali. Questa gran Regina meditava attentamente i sacramenti e i misteri che la santa Chiesa doveva accogliere e professare e, essendo illuminata su tutti, faceva atti eroici di perfezione. Rifletté su quanto il settimo articolo, affermando che Dio è glorificatore, racchiudeva a vantaggio dei mortali circa la felicità preparata per loro nella visione e nel godimento di lui, e su quanto era importante che avessero fede in ciò, così da disporsi a ottenerlo e da ritenersi non cittadini del mondo, ma pellegrini quaggiù e abitanti del cielo, ricevendo da tale speranza la consolazione per vivere in questo esilio.

812. A Maria santissima furono dischiusi allo stesso modo i sette articoli che riguardano l'umanità, anche se con nuovi effetti nel suo candidissimo cuore. Fu inesplicabile quello che suscitò in lei sapere che il primo, cioè la concezione di suo Figlio per opera dello Spirito Santo, compiutosi nel suo talamo castissimo, sarebbe poi stato dogma per i cristiani. Si piegò sino all'ultimo posto e fino al centro della terra, affondò la convinzione di essere stata creata dal nulla, scavò i fossati e vi gettò i basamenti dell'umiltà per il sublime edificio della pienezza della scienza infusa e dell'eccellenza che il braccio dell'Onnipotente andava innalzando in lei, sua beatissima Madre. Benedisse il Signore e gli rese grazie da parte sua e dell'intero genere umano perché aveva scelto un modo tanto mirabile ed efficace per attrarre tutti a sé, obbligandoli a tener presente tale beneficio tramite la fede. Avvenne lo stesso per il secondo articolo, nel quale si spiega che Cristo nacque da Maria, vergine prima, durante e dopo il parto. Non è possibile manifestare a parole l'altezza degli atti che ella fece per il mistero della sua verginità che tanto aveva stimato, per l'elezione ad essere Madre di Dio con queste prerogative, per la dignità di un tale privilegio a gloria di lui e sua, per il fatto che la Chiesa doveva confessare tutto ciò con certezza dottrinale e per tutto il resto che ella vide e credette. Diede a ciascuno di questi arcani la pienezza dovuta di magnificenza, culto, convinzione, lode e gratitudine, sempre con profonda modestia: quanto più era esaltata, tanto più si abbassava e abbracciava la polvere.

813. Il terzo articolo è che Cristo soffrì la passione e la morte; il quarto che discese agli inferi e ne trasse fuori le anime dei santi padri che stavano nel limbo e aspettavano la sua venuta; il quinto che risuscitò dai morti; il sesto che salì al cielo e siede alla destra del Padre; il settimo che verrà a giudicare i vivi e i morti alla fine dei tempi per dare a ciascuno la ricompensa per le azioni compiute. La nostra Signora li intese e professò come gli altri, quanto alla sostanza, all'ordine, alla convenienza e necessità che gli uomini ne avevano. Ella sola riempì il vuoto di fede in essi e supplì ai difetti di quanti non hanno creduto e non crederanno, come anche alle mancanze dovute alla nostra tiepidezza nell'aderire alle verità divine e nel dare ad esse la venerazione, il valore e la riconoscenza che si meritano. Tutta la Chiesa proclama Maria fortunata e beata, perché credette non solo all'angelo, ma poi anche agli articoli che si formarono e determinarono nel suo grembo, e lo fece per sé e per tutti i figli di Adamo. Ella fu la maestra della fede e colei che davanti agli spiriti celesti innalzò lo stendardo dei cristiani nel mondo, fu la prima e unica regina cattolica della terra. Gli autentici devoti hanno in lei una madre sicura e per tale titolo speciale sono suoi figli se la invocano; infatti, questa guida guarda con affetto particolare coloro che la seguono e propagano e difendono questa virtù.

814. Il discorso sarebbe molto lungo se dovessi spiegare qui tutto ciò che mi è stato dichiarato circa la sua sincera adesione, le caratteristiche e le condizioni con cui penetrava ognuno dei quattordici articoli e i misteri racchiusi in essi. Né è possibile riferire i colloqui che su ciò aveva con Gesù, le domande che ella poneva con grande umiltà e prudenza, le risposte che da lui riceveva, i sublimi segreti che con amore egli le svelava e altri eccelsi sacramenti manifesti solo a loro. Io non ho espressioni per parlare di questi arcani e ho capito che non è conveniente farlo nella vita mortale. Tutto questo nuovo e santo testamento rimase depositato in Maria ed ella sola lo custodì diligentemente per distribuire tale tesoro al tempo opportuno, così come richiedevano e richiedono i bisogni del la Chiesa. Felice e beata Madre! Infatti, se il figlio saggio rende lieto il padre, chi mai potrà trasmettere la gioia provata dalla nostra Signora per la gloria che proveniva all'eterno Padre dal suo Unigenito, che ella aveva generato, per le opere che conobbe nelle verità di fede?

 

Insegnamento della Regina del cielo

815. Carissima, nell'esistenza terrena non è possibile capire che cosa io sentii con la cognizione infusa del credo che mio Figlio disponeva per la comunità ecclesiale e quali furono i miei atti interiori. È ovvio che ti manchino i termini per dire che cosa hai inteso, perché tutti quelli che l'intelligenza riesce a trovare non bastano a contenere ed esplicare quanto hai colto di ciò. Con il favore divino, però, puoi compiere quello che voglio da te e ti comando, cioè che tu custodisca con cura e riguardo il tesoro che hai trovato, insegnamenti tanto venerabili. Come madre ti avviso che è enorme la crudeltà e la scaltrezza con cui i tuoi nemici vegliano per rubartelo. Fai attenzione che trovino te cinta di forza e i tuoi domestici, cioè le tue facoltà e i tuoi sensi, con doppia veste, interna ed esterna, per resistere all'assalto delle loro tentazioni. Le armi d'attacco per sconfiggerli devono essere gli articoli della fede cattolica; infatti, praticarli continuamente, meditarli e confessarli fermamente illumina le anime, allontana gli errori, scopre gli inganni di satana e li disperde come i raggi del sole dissipano le nuvole leggere e, infine, è l'alimento spirituale che irrobustisce per le battaglie del Signore.

816. Se i cristiani non avvertono queste conseguenze di tale adesione, e neanche altre più grandi e mirabili, non è perché essa non abbia efficacia, ma perché alcuni sono negligenti e distratti, e altri vivono in modo carnale, rendendo infruttuoso il beneficio; se ne ricordano appena, come se non l'avessero ricevuto. Vedendo i miscredenti che ne sono privi e ponderandone la sfortuna e l'infedeltà, diventano più colpevoli di loro a causa di così triste ingratitudine e del disprezzo di un dono tanto eccelso. Desidero che tu, figlia mia, ne sia riconoscente con profonda umiltà e fervoroso affetto, e ne faccia uso compiendo continuamente azioni eroiche. Medita sempre le verità della fede, affinché senza impedimenti tu possa godere dei dolcissimi effetti che essa produce. Con la tua diligente collaborazione cresceranno la luce e la comprensione dei sublimi arcani e sacramenti di Dio, uno e trino; dell'unione ipostatica delle due nature, umana e divina; della vita, morte e risurrezione di mio Figlio, e di quanto egli ancora operò. Così gusterai la soavità del Signore e otterrai un copioso raccolto, degno della felicità eterna.