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CAPITOLO 7

 

Si spiegano più chiaramente i fini e i mezzi dell'insegnamento che il Signore diede a Maria santissima.

785. Qualunque causa, che opera con libertà e consapevolezza dei suoi atti, ha in questi delle finalità, delle ragioni e delle motivazioni, con la conoscenza delle quali determina di eseguirli; sapendo gli obiettivi che si vogliono raggiungere, poi si scelgono i mezzi per il loro conseguimento. Quest'ordine è più certo in ciò che compie Dio, suprema e prima causa. Egli con la sua immensa sapienza crea e dispone tutte le cose, estendendosi da un confine all'altro con forza e bontà; in nessuna di esse cerca la morte, ma realizza tutto per l'esistenza. Quanto più le sue azioni sono mirabili, tanto più gli intenti che in esse si prefigge sono particolari ed eccelsi. Il fine ultimo è la gloria di se stesso e la sua rivelazione, ma egli, con la sua scienza infinita, lo dispone secondo un criterio, come una catena formata da vari anelli che si succedono, iniziando dagli esseri più bassi e arrivando a quelli più elevati e vicini a lui, principio e fine di ogni cosa.

786. La nostra Signora fu plasmata da Dio come immagine viva del suo Unigenito e in questo sta tutta la sua santità. Egli la rese tanto simile a lui nella perfezione e nel modo di agire da farla sembrare un altro Cristo. Tra Madre e Figlio ci fu un divino e sublime scambio: ella gli dette la forma e la vita umana, egli le donò la vita spirituale e della grazia perché ci fosse piena conformità e somiglianza tra loro. In ciò gli scopi dell'Onnipotente furono degni di una meraviglia così rara e della sua opera più grande in una semplice creatura. Nei capitoli precedenti, primo, secondo e sesto, ho già detto qualcosa riguardo all'opportunità di rendere credibili gli insegnamenti e i meriti del nostro Salvatore. Bisognava, per questo, che in Maria si manifestassero l'altezza e l'autenticità delle parole di Gesù, nostro Signore e maestro e loro autore, l'efficacia della legge evangelica e il frutto del nostro rimedio; tutto avrebbe magnificato Dio stesso. Ciò si ritrovò nella Regina in maniera più intensa e completa che nel resto della Chiesa e degli eletti.

787. La seconda finalità che l'Altissimo si propose concerne il ministero di redentore, perché la nostra salvezza doveva corrispondere alla creazione del mondo e l'espiazione dei peccati all'introduzione di essi. Siccome il primo Adamo ebbe per compagna la nostra madre Eva, che lo spinse a commettere la colpa e gli dette il suo appoggio facendo in modo che in lui il genere umano si perdesse, era conveniente che avvenisse lo stesso nella riparazione di una tale rovina. Il secondo e celeste Adamo, cioè Cristo, doveva avere per compagna e collaboratrice la sua purissima Madre ed ella doveva cooperare alla redenzione, anche se solo in lui, nostro capo, erano presenti la capacità e la causa adeguata per il riscatto di tutto. Affinché questo mistero fosse compiuto con l'eccellenza e la proporzione adatta, fu necessario che tra Gesù e Maria santissima si adempisse ciò che l'Onnipotente aveva affermato formando i nostri progenitori: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». Così in effetti egli fece, dato che lo poteva, per cui il primo Adamo, parlando in nome del secondo, Cristo, disse: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta». Non aggiungo altre spiegazioni su tale arcano perché non occorrono alla ragione, rischiarata dalla fede e dalla luce divina, essendo evidente la similitudine con il Salvatore e la beatissima Vergine.

788. Un altro intento, che io scrivo per terzo, ma che in realtà era il principale, riguarda l'eterna predestinazione del Signore; infatti, il motivo per cui il Verbo si fece carne e discese sulla terra per essere esempio e maestro dei mortali doveva essere correlato con la grandezza di tale opera, che era la maggiore, e con il fine a cui tutte si dovevano riferire. Perché la sapienza di Dio conservasse quest'ordine era opportuno che tra le semplici creature ce ne fosse una idonea al decreto di lui di venire ad educarci e a darci la dignità di figli adottivi per mezzo del suo insegnamento e della sua grazia. Se l'Altissimo non avesse plasmato ed eletto Maria, rendendola così perfetta e somigliante all'umanità di suo Figlio, gli sarebbe mancata nel mondo questa ragione, con la quale, secondo il nostro linguaggio grossolano, egli discolpava o giustificava la decisione, presa nella sua onnipotenza, di incarnarsi nella maniera a noi manifesta. Consideriamo perciò cosa accadde a Mosè con le tavole della Testimonianza scritte dal dito di Dio. Egli, quando vide che il popolo aveva ceduto all'idolatria, le spezzò giudicandolo sleale e immeritevole di tale beneficio, ma in seguito la legge fu incisa nuovamente su altre, fabbricate da mani d'uomo, e queste poi furono conservate. Le prime, fatte dal Signore, furono rotte a causa della colpa originale; quindi, noi non avremmo la dottrina evangelica se non vi fossero state le altre, cioè Cristo e Maria, formate diversamente: ella nel modo comune e ordinario, ed egli grazie al concorso della volontà e della sostanza di lei. Se questa gran Regina non avesse cooperato adeguatamente alla determinazione di tali prescrizioni, tutti ne sarebbero stati privi.

789. Il volere di Gesù, nostro bene, abbracciava ciascuno di questi scopi sublimi con la pienezza della sua divina scienza e dei suoi influssi nell'illustrare alla Signora i misteri del Vangelo. Egli usava per questo vari mezzi, affinché ella non comprendesse solo tali verità, ma anche le loro differenti interpretazioni; sarebbe diventata così una discepola saggia e, ella stessa, maestra e madre di sapienza. Lo faceva di frequente con una visione astrattiva di Dio, altre volte con una intellettuale, più abituale e meno chiara. Entrambe le mostravano con evidenza tutta la Chiesa militante nell'ordine e nella successione che aveva avuto dal principio sino all'incarnazione, e che da quel momento in poi avrebbe avuto sino alla fine del mondo e, in seguito, nel gaudio eterno. Tale rivelazione era talmente distinta e ampia da estendersi a tutti i beati, i giusti e quelli che si sarebbero segnalati maggiormente, come gli apostoli, i martiri, i fondatori degli ordini religiosi, i dottori, i confessori e le vergini. Maria conosceva tutti singolarmente, con le loro opere virtuose e il premio che avrebbero ottenuto in cambio.

790. Le furono resi noti anche i sacramenti che il Signore intendeva istituire, l'efficacia che questi avrebbero avuto e gli effetti che avrebbero procurato a chi si fosse accostato ad essi secondo le diverse disposizioni. Ciò dipendeva dall'eccellenza e dai meriti del suo Figlio e nostro salvatore. Allo stesso modo le fu ampiamente svelato ciò che egli doveva predicare, il contenuto delle Scritture, antiche e future, e quanto di esse avrebbero scritto i commentatori nei quattro sensi: letterale, morale, allegorico e anagogico. La celeste discepola oltre a questo capiva molto di più. Seppe che le veniva data tale illuminazione perché fosse maestra della comunità ecclesiale, come di fatto fu dopo l'ascensione, perché i nuovi figli e credenti potessero trovare in lei una madre affettuosa e sollecita, che li sfamasse alle mammelle del suo insegnamento, come fosse dolcissimo latte, alimento proprio dei bambini. La nostra Signora, nei diciotto anni trascorsi con il suo Unigenito, accolse e assorbì la sostanza evangelica, cioè la dottrina di Cristo, ricevendola da lui stesso. Avendola gustata e avendone assaporato il frutto, trasse da essa il delicato nutrimento con cui far crescere la Chiesa primitiva, che nei suoi membri era tenera e incapace di assimilare il cibo solido e forte delle affermazioni della Bibbia e dell'imitazione del Redentore; ma non mi dilungo ancora perché parlerò di questo nella terza parte.

791. Oltre che attraverso simili visioni la grande Regina era istruita dall'umanità del Figlio in due maniere. Nello specchio della sua anima e dei suoi atti interiori, e in qualche modo della medesima cognizione che egli aveva di tutte le cose, era informata dei consigli del Salvatore ed artefice della santità, nonché dei suoi decreti circa ciò che doveva effettuare per i cristiani, da se stesso e per mezzo dei suoi ministri. Inoltre, veniva ammaestrata esternamente dal Signore, che colloquiava con lei su quanto in sé e nella Divinità le aveva manifestato. Le trasmetteva interamente ciò che apparteneva alla Chiesa, dalle realtà più alte alle più basse, e anche quelle riguardanti i vari tempi e successi del Vangelo sugli infedeli e sulle sette eretiche. Egli preparò su tutto la sua eccelsa discepola e nostra Madre, e già prima di iniziare a predicare. Maria beatissima metteva in pratica con somma perfezione quanto le trasmetteva, perché la pienezza delle sue azioni corrispondeva a quella della sua immensa sapienza. Non ignorando niente, ella non cadde mai in alcun equivoco, né nelle immagini, né nelle parole: mai le mancarono quelle necessarie, ne aggiunse una superflua, ne scambiò una per un'altra o ebbe bisogno di ragionare tra sé per esprimersi o spiegare gli arcani più profondi delle Scritture, quando ciò fu opportuno tra i primi credenti.

 

Insegnamento della Regina del cielo

792. Figlia mia, l'Altissimo, buono e clemente, ha dato e continua a dare l'esistenza a tutti gli esseri viventi, non nega ad alcuno la sua provvidenza e illumina fedelmente ogni uomo, affinché possa intraprendere il cammino della conoscenza di lui e poi entrare nel gaudio perenne, se non oscura questa luce con le sue colpe, abbandonando la conquista del regno dei cieli. Dio, con le anime che per i suoi segreti giudizi chiama a far parte della Chiesa, si dimostra più generoso. Nel battesimo, infatti, comunica loro con la grazia le virtù "infuse essenzialmente", dette così perché nessuno può acquistarle da se stesso, e quelle "infuse accidentalmente", che cioè potrebbero ottenere con le opere. Egli le anticipa loro perché siano più pronte e devote nell'osservare la sua santa legge. Ad alcune, oltre alla fede, la sua benevolenza aggiunge speciali doni soprannaturali di maggior intelligenza e forza per comprendere e attuare i comandamenti evangelici. In questo favore si è mostrato verso di te più liberale di quanto non lo sia stato con molte generazioni; perciò ti devi contraddistinguere nella carità e nella corrispondenza che gli spetta, stando sempre umiliata e abbracciata alla polvere.

793. Con la sollecitudine e l'affetto di una madre, ti voglio insegnare l'astuzia con la quale satana si sforza di distruggere questi benefici dell'Onnipotente. Da quando le creature cominciano a usare la ragione, molti demoni le seguono una per una con vigilanza e, proprio nel momento in cui esse dovrebbero innalzare la mente alla cognizione di Dio e iniziare ad esercitare le virtù ricevute, con incredibile furore e sagacia tentano di sradicare la semenza divina. Se non ci riescono, fanno in modo che questa non dia frutto, incitando gli uomini ad atti viziosi, inutili e infantili. Li distraggono con tale iniquità perché non si servano della fede, della speranza e di quanto ancora è stato loro elargito, non si ricordino che sono cristiani e non cerchino di conoscere il loro Dio, i misteri della redenzione e della vita eterna. Inoltre, questi nemici introducono nei genitori una stolta inavvertenza o un cieco amore carnale verso i propri figli e spingono i maestri ad altre negligenze, affinché non si preoccupino della maleducazione, permettano loro di corrompersi e di acquisire cattive consuetudini e di perdere le loro buone inclinazioni, avviandosi così alla rovina.

794. Il pietosissimo Signore, però, non tralascia di ovviare a questo rischio. Rinnova loro la luce interiore con altri aiuti e sante ispirazioni, con la dottrina della Chiesa attraverso i suoi predicatori e ministri, con l'uso e il rimedio efficace dei sacramenti, e con altri mezzi che servono a ricondurli sulla via della salvezza. Se nonostante questi numerosi provvedimenti sono pochi coloro che tornano alla salute spirituale, la causa di ciò sta nell'empia legge dei vizi e nelle abitudini depravate che si prendono durante la fanciullezza. Siccome è vera la sentenza: «Quali furono i giorni della gioventù, tale sarà anche la vecchiaia», i diavoli acquistano sempre più coraggio e potere sulle anime. Pensano, infatti, che, come le dominavano quando esse avevano commesso meno e minori colpe, così lo potranno fare con più facilità quando senza timore si saranno macchiate di molte altre e più gravi. Poi le muovono alla trasgressione e le colmano d'insensata audacia. Ciascun peccato compiuto da una persona toglie a questa forze interiori e la soggioga maggiormente a satana che, come tiranno, se ne impossessa e l'assoggetta a tale malvagità e meschinità da schiacciarla sotto i piedi della sua iniquità; quindi la conduce dove vuole, da un precipizio a un altro. Questo è il castigo che spetta a chi la prima volta si sottomette a lui. Così Lucifero continuamente trascina all'inferno un gran numero di uomini, sollevandosi sempre di più contro l'Altissimo nella sua superbia. Per tale via ha introdotto nel mondo la sua prepotenza, facendo dimenticare agli uomini i "novissimi": morte, giudizio, inferno e gloria; ha gettato tante nazioni di abisso in abisso, sino a farle cadere in errori così ciechi e bestiali quanto quelli che contengono tutte le eresie e le false sette degli infedeli. Pensa, dunque, figlia mia, a un pericolo così grande e non scordarti mai dei precetti di Dio e delle verità cattoliche. Non ci sia giorno in cui tu non mediti su questo; consiglia alle tue religiose e a tutti coloro ai quali parlerai di fare lo stesso, perché il nemico, il diavolo, si affatica e veglia per oscurare il loro intelletto e deviarlo dalla legge divina, affinché l'intelligenza non indirizzi la volontà, potenza cieca, a compiere gli atti per la giustificazione, che si consegue tramite viva fede, speranza certa, amore fervente e cuore contrito e umiliato.