[ Ritorna al sito Gesu confido in Te! - Torna all'indice ]
A A A A A

CAPITOLO 15

 

La concezione immacolata di Maria, madre di Dio, in virtù del potere divino.

 

208. La divina Sapienza aveva preparato tutte le cose perché la Madre della grazia fosse senza macchia. Erano già venuti tutti i Patriarchi e i Profeti ed erano già stati innalzati i monti sui quali doveva sorgere questa mistica Città di Dio. Le aveva assegnato, con la forza della sua destra, incomparabili tesori per ornarla ed arricchirla. Aveva costituito mille angeli per presidiarla e custodirla, i quali dovevano servirla da fedeli vassalli come loro regina e signora. La fece discendere da una stirpe regale e nobile e le scelse, per nascere, dei genitori santi e perfetti come non ve ne furono altri in quel secolo. Se ce ne fossero stati altri più idonei per generare una tale figlia che eleggeva per Madre, l'Onnipotente li avrebbe sicuramente prediletti.

209. Venne donata loro abbondante grazia e benedizione dalla sua destra; li arricchì con ogni genere di virtù, con il lume della scienza divina e con i doni dello Spirito Santo. Dopo che i due santi, Gioacchino ed Anna, ebbero conosciuto che sarebbe stata loro donata una figlia ammirabile e benedetta fra le donne, si iniziò l'opera della prima concezione, quella cioè del corpo purissimo di Maria. Quando si sposarono Anna aveva ventiquattro anni e Gioacchino quarantasei. Dopo il matrimonio trascorsero venti anni senza prole e, quando la figlia venne concepita, la madre aveva quarantaquattro anni e il padre sessantasei. Anche se ciò avvenne secondo l'ordine naturale comune, tuttavia la virtù dell'Altissimo le tolse ogni imperfezione lasciandole il necessario e l'indispensabile della natura, perché potesse generare il più eccellente corpo che vi fu e sarà in una semplice creatura.

210. La grazia operò affinché non ci fosse né colpa né imperfezione, solamente virtù e merito. Il concepimento, quantunque naturale e comune, fu però diretto, corretto e perfezionato dalla forza della grazia divina, affinché questa avesse il suo effetto senza impedimento della natura. Fu in sant'Anna che risultò più evidente l'intervento divino, perché era sterile. Senza miracolo non avrebbe potuto concepire dal momento che il concepimento, per via naturale, non ha legami né dipendenza con il soprannaturale, bensì con la sola partecipazione dei genitori i quali, come concorrono naturalmente all'effetto della propagazione, così offrono la materia e intervengono in modo imperfetto e senza misura.

211. In questa concezione il padre, pur non essendo naturalmente infecondo, a causa dell'età era incapace di procreazione. Venne però reso fecondo per virtù divina così che poté partecipare attivamente. Così la natura e la grazia concorsero insieme: la prima in misura necessaria e indispensabile, la seconda sovrabbondante, vigorosa ed efficace, per assorbire la stessa natura, senza confonderla, ma elevandola e migliorandola miracolosamente, affinché si conoscesse che questa concezione avvenne per grazia, con l'apporto della natura solo per quanto era necessario perché questa figliola avesse genitori naturali.

212. Per riparare alla sterilità della santissima madre Anna non le fu restituita la fertilità, ma fu il Signore che operò miracolosamente il concepimento e offrì la condizione per la formazione del corpo. Cessato poi il miracolo di questa straordinaria concezione, la madre rimase nella sua sterilità. Questo intervento divino mi sembra si possa intendere con quello che fece Cristo, Signore nostro, quando san Pietro passeggiò sulle acque. Allora, per sostenerlo, non fu necessario che le acque si indurissero, né che venissero convertite in cristallo o ghiaccio su cui egli potesse passeggiare, come avrebbero potuto fare altri. Senza che venissero convertite in ghiaccio, il Signore permise che sorreggessero il corpo dell'Apostolo per effetto della sua virtù miracolosa. Così, cessato il miracolo, poiché dunque le acque erano rimaste liquide, san Pietro, che vi camminava sopra, cominciò a vacillare e ad affondare.

213. Molto simile a questo, sebbene molto più ammirabile, fu il miracolo del concepimento di Maria santissima. I suoi genitori, protetti dalla grazia, furono ben lontani dalla concupiscenza e dal piacere, per cui, da parte umana in questa concezione non ci fu peccato, perché la divina Provvidenza aveva già prestabilito che essa fosse immacolata. Questo fu un miracolo che l'Altissimo riservò soltanto a colei che degnamente doveva essere sua Madre, perché, se era conveniente che nella sostanza della sua concezione fosse generata secondo l'ordine degli altri figli di Adamo, era anche più conveniente e dovuto che, serbata intatta la natura, concorresse con questa la grazia in tutta la sua virtù e potenza, segnalandosi ed operando in lei più che in tutti i figli di Adamo e in Adamo ed Eva stessi, i quali diedero inizio alla corruzione e alla concupiscenza sregolata.

214. Nella formazione del corpo purissimo di Maria, secondo il nostro modo di intendere, la sapienza e la potenza dell'Altissimo operarono con tanta cura sia nella quantità che nella qualità dei quattro umori naturali - sanguigno, melanconico, flemmatico e collerico - e nella mescolanza perfettissima di questa composizione, in modo che esso agevolasse senza impedimento gli atti interiori di un'anima così santa, quale sarebbe stata quella che avrebbe dovuto dare vita ad esso. Questo miracoloso temperamento fu l'inizio e la causa della serenità e della pace che conservarono le facoltà della Regina del cielo durante la sua vita, senza che alcuno di questi elementi le facesse guerra, la contraddicesse o predominasse sugli altri. Anzi si aiutavano e si servivano reciprocamente per mantenersi in quell'anima senza corruzione. A questa, il corpo di Maria santissima non andò mai soggetto e nulla le venne meno o le sopravanzò. In esso tutto fu sempre, secondo la quantità e la qualità, in equilibrio perfetto.

215. Certamente questo corpo, pur essendo in tutto d'ammirabile composizione, sentiva il disagio delle inclemenze del caldo e del freddo e quello delle altre influenze degli astri. Anzi, quanto più era su misura e perfetto, tanto più lo offendeva qualunque estremo, in quanto aveva meno dell'estremo contrario per difendersi. Tuttavia in una costituzione così ben proporzionata, i contrari trovavano meno da alterare e tanto meno da operare: per la delicatezza il poco era più sensibile che in altri corpi il molto. Quel miracoloso corpo, che si formava nel grembo di sant'Anna, non era capace di doni spirituali prima di avere un'anima, ma lo era dei doni naturali. Questi furono concessi a Maria per ordine e virtù soprannaturali con quelle qualità che erano convenienti alla singolare grazia che le era destinata. Per questo motivo le fu data una struttura così perfetta che la natura da sola non poteva arrivare a formare creature simili.

216. La mano del Signore creò i nostri progenitori Adamo ed Eva con qualità convenienti alla giustizia originale e allo stato di innocenza. Anzi, in tale grado uscirono dalle sue mani migliori di come sarebbero stati i loro discendenti se li avessero avuti in quello stato, perché solo le opere del Signore sono perfette. Allo stesso modo, sebbene in maniera più eccellente, manifestò la sua onnipotenza nella formazione del corpo di Maria santissima. Egli operò con maggiore provvidenza e abbondanza di grazia, perché questa creatura superava non solo i progenitori che avrebbero subito il peccato, ma tutte le altre creature corporali e spirituali. A nostro modo di intendere, Dio ebbe maggior cura nella sola formazione del corpo della sua Madre santissima che non in quella di tutto il mondo celeste e di quanto è racchiuso in esso. Con tale regola si devono cominciare a misurare i doni e i privilegi di questa Città di Dio, dalle prime fondamenta su cui si elevò la sua grandezza, fino ad essere la più immediata e la più vicina all'infinità dell'Altissimo.

217. Quanto fu distante, dunque, il peccato e il fomite da cui risulta, da questa miracolosa concezione! Ciò non fu solo nell'Autrice della grazia, sempre distinta e trattata secondo questa dignità, ma anche nei suoi genitori; nel suo concepimento il peccato fu tenuto a freno e legato affinché non perturbasse la natura, che in quell'opera era inferiore alla grazia e serviva come strumento al supremo Artefice. Egli è superiore alle leggi sia della natura che della grazia. Da qui cominciava già a distruggere il peccato, minando e abbattendo il castello del forte armato per rovesciarlo e spogliarlo di quanto tirannicamente possedeva.

218. Il giorno in cui avvenne la prima concezione, cioè quella del corpo di Maria santissima, era domenica, corrispondente a quella della creazione degli angeli, dei quali ella doveva essere Regina e signora. Per la formazione e la crescita degli altri corpi sono necessari, secondo l'ordine naturale e comune, molti giorni perché si organizzino e abbiano la disposizione richiesta per infondere in essi l'anima razionale. Dicono che per gli uomini ne occorrono quaranta, mentre per le donne ottanta, poco più o poco meno secondo il calore naturale e la disposizione della madre. Invece, nella formazione del corpo di Maria santissima, la virtù divina abbreviò il tempo naturale e ciò che si sarebbe dovuto operare in ottanta giorni, o quanti naturalmente sarebbero stati necessari, si fece in modo perfetto in sette. In questi giorni nel grembo di sant'Anna quel corpo miracoloso fu plasmato e preparato, con la debita crescita, per ricevere la santissima anima della nostra Signora e regina.

219. Il sabato dopo questa prima concezione, si fece la seconda, nella quale l'Altissimo creò l'anima di sua Madre e la infuse nel corpo. Così entrò nel mondo la creatura più santa, perfetta e gradita ai suoi occhi più di quante ne ha create e creerà sino alla fine del mondo o per l'eternità. Fu misteriosa l'attenzione che Dio pose nel far corrispondere quest'opera con quella della creazione di tutto il resto del mondo in sette giorni, come è riferito nella Genesi. Senza dubbio fu qui che egli si riposò, avendo dato compimento a quella immagine nel realizzare l'opera pensata mediante la creazione dell'essere a tutti superiore, con cui dava inizio all'opera dell'incarnazione del Verbo divino e alla redenzione del genere umano. Per Dio e per tutte le creature fu un giorno di grande festa.

220. Per il mistero della concezione di Maria santissima lo Spirito Santo ordinò che, nella Chiesa, il sabato fosse consacrato alla Vergine, come giorno in cui le fu fatto il più grande beneficio: creare la sua santissima anima e unirla al suo corpo, senza peccato originale né effetto alcuno di questo. Il giorno che oggi la Chiesa celebra non è quello della concezione del corpo, ma quello dell'infusione dell'anima dopo la quale stette nove mesi precisi nel grembo di sant'Anna, tempo trascorso dalla concezione fino alla natività di questa Regina. Nei sette giorni che precedettero l'infusione dell'anima, solo il corpo si dispose e organizzò per virtù divina, affinché questa creazione corrispondesse a quella che avvenne al principio del mondo. Fu nell'istante della creazione ed infusione dell'anima di Maria santissima che la beatissima Trinità disse, con affetto e amore più grandi di come riferisce la Genesi: «Formiamo Maria a nostra immagine e somiglianza, come vera nostra figlia e sposa e madre dell'Unigenito della sostanza del Padre».

221. In forza di questa divina parola e dell'amore con cui uscì dalla bocca dell'Onnipotente, fu creata e infusa l'anima nel corpo di Maria santissima. Nello stesso momento fu riempita di grazia e di doni al di sopra dei più alti serafini del cielo: nemmeno per un istante fu priva della luce, dell'amicizia e dell'amore del suo Creatore, o toccata dalle tenebre del peccato originale. La sua giustizia fu, anzi, perfetta e superiore a quella data ad Adamo ed Eva quando furono creati. Ebbe in dono un perfetto uso della ragione proporzionato alle grazie che riceveva, affinché non le tenesse neppure per un istante oziose, ma con esse operasse effetti mirabili e sommamente graditi al suo Signore. Confesso che mi trovo assorta nella luce di questo grande mistero e il mio cuore, per insufficienza di parole, si scioglie in sentimenti di ammirazione e di lode nel silenzio. Ammiro la vera Arca dell'alleanza costruita, abbellita e collocata nel tempio di una madre sterile con maggior gloria di quella posta nella casa di Obed-Èdom e nel tempio di Salomone. Vedo formato l'altare nel Sancta Sanctorum sul quale si deve offrire il primo sacrificio per implorare e placare Dio. Vedo come la natura forza i limiti del suo ordine per raggiungere l'ordine vero, mentre si stabiliscono nuove leggi contro il peccato senza tenere conto di quelle comuni, né della colpa, né della stessa grazia. Vedo, cioè che si stanno formando una nuova terra e dei cieli nuovi, dei quali il primo è il grembo di un'umilissima donna guardata dalla santissima Trinità. Assistono innumerevoli esseri dell'antico cielo e mille angeli sono destinati a custodire il tesoro di un piccolo corpo della dimensione di un'ape.

222. In questa nuova creazione si udì nuovamente risuonare, ma con maggiore forza, la voce del suo Creatore che, soddisfatto della sua opera di onnipotente, disse che era molto buona. Si accosti umilmente la debolezza umana a questa meraviglia e confessando la grandezza del Creatore gradisca il nuovo beneficio elargito a tutto il genere umano nella Corredentrice. Abbia fine ormai lo zelo avverso riconoscendosi vinto dalla forza della luce divina. Se l'infinita bontà di Dio, come mi fu mostrato, nella concezione della sua santissima Madre si sdegnò davanti al peccato originale, gloriandosi di avere una giusta causa ed un'occasione opportuna per distruggerlo ed arrestarne il corso, perché alla sapienza umana sembra bene ciò che per Dio fu ripuguante?

223. Mentre veniva infusa l'anima nel corpo di questa divina Signora, l'Altissimo volle che sant'Anna, madre di Maria, sentisse e riconoscesse in modo eccelso la presenza della Divinità. Fu ripiena di Spirito Santo e fu accesa interiormente di esultanza e devozione superiori alle sue forze umane, tanto che fu rapita in un'estasi sublime in cui fu illuminata riguardo ai più arcani misteri e inneggiò al Signore con nuovi canti di gioia. Questa grazia le fu concessa per tutto il corso della sua vita, ma fu più intensa durante i nove mesi in cui portò nel suo grembo il tesoro del cielo. In questo tempo tali benefici le furono rinnovati e ripetuti più frequentemente con la comprensione delle divine Scritture e dei più profondi misteri racchiusi in esse. O fortunatissima donna, ti chiamino davvero beata e ti lodino tutte le nazioni e le generazioni del mondo!