[ Torna al sito Gesu' confido in Te! - Torna all'indice ]
A
A
A
A
A
LA QUARESIMA.
Quando
m'immergo nella Passione del Signore, spesso durante l'adorazione vedo
Gesù sotto questo aspetto: dopo la flagellazione i carnefici presero il
Signore e Gli tolsero la veste, che si era già attaccata alle Piaghe.
Mentre gliela toglievano le Sue Piaghe si riaprirono. Poi buttarono
addosso al Signore un mantello rosso, sporco e stracciato, sulle Piaghe
aperte. Quel mantello arrivava alle ginocchia solo in alcuni punti. Poi
ordinarono al Signore di sedersi su un pezzo di trave, mentre veniva
intrecciata una corona di spine, con la quale cinsero la sacra Testa.
Gli venne messa una canna in mano e ridevano di Lui, facendoGli inchini
come ad un re. Gli sputavano in faccia ed altri prendevano la canna e
Gliela battevano in Testa ed altri ancora Gli procuravano dolore
dandoGli pugni, altri Gli coprivano il Volto e lo schiaffeggiavano.
Gesù sopportò in silenzio. Chi può comprenderlo? Chi può comprendere il
Suo dolore? Gesù aveva gli occhi rivolti a terra. Sentivo quello che
avveniva allora nel Cuore dolcissimo di Gesù. Ogni anima rifletta su
quello che ha sofferto Gesù in quei momenti. Facevano a gara per
schernire il Signore. Riflettei per conoscere da che cosa potesse
derivare tanta malignità nell'uomo. E purtroppo questa deriva dal
peccato. Si erano incontrati l'Amore ed il peccato. Quando andai alla
santa Messa in un certo tempio assieme ad una consorella, sentii la
grandezza e la Maestà di Dio; sentii che quel tempio era imbevuto di
Dio. La Sua Maestà mi investì completamente e, sebbene mi spaventasse,
mi riempì di serenità e di gioia. Conobbi che nulla può opporsi alla
Sua Volontà. Oh, se tutte le anime sapessero Chi abita nelle nostre
chiese, non ci sarebbero tanti oltraggi e tante mancanze di rispetto in
quei luoghi santi. O Amore eterno ed inesplicabile, Ti chiedo una
grazia: rischiara il mio intelletto con la luce dall'alto, fammi
conoscere e valutare tutte le cose secondo il loro valore. Quando vengo
a conoscere la verità, ho nell'anima la gioia più grande.
21.III.35.
Spesso
durante la santa Messa vedo il Signore nell'anima; sento la sua
presenza, che mi trapassa da parte a parte. Avverto il Suo sguardo
divino. Parlo molto con Lui senza pronunciare una parola. Conosco
quello che desidera il Suo Cuore divino e faccio sempre quello che Egli
preferisce. Amo alla follia e sento di essere amata da Dio. In quei
momenti quando m'incontro con Dio nel profondo del mio intimo, mi sento
così felice che non riesco ad esprimerlo. Sono brevi momenti, poiché
più a lungo l'anima non lo sopporterebbe; dovrebbe avvenire la
separazione del corpo. Benché questi momenti siano molto brevi,
tuttavia la loro potenza che si comunica all'anima, rimane molto a
lungo. Senza il minimo sforzo entro in un raccoglimento profondo che,
una volta che mi ha investito, non diminuisce, sebbene io parli con la
gente, né m'impedisce di adempire i miei doveri. Sento la Sua presenza
senza alcuno sforzo dell'anima. Sento che sono unita a Dio così
strettamente, come è unita una goccia d'acqua ad un oceano immenso.
Questo giovedì ho provato questa grazia verso la fine delle preghiere
ed è durata eccezionalmente a lungo, cioè tutto il tempo della santa
Messa; pensavo di morire dalla gioia! In quei momenti conosco meglio
Dio ed i Suoi attributi e conosco meglio anche me stessa e la mia
miseria e stupisco che Iddio si abbassi tanto, fino ad una misera anima
come la mia. Dopo la santa Messa mi sentivo completamente immersa in
Dio ed avevo presente ogni Suo sguardo che giungeva fino al profondo
del mio cuore. Verso mezzogiorno entrai un momento in cappella e la
potenza della grazia colpì di nuovo il mio cuore. Mentre me ne Stavo
assorta, satana prese un vaso di fiori e io scagliò rabbiosamente a
terra con tutte le forze. Notai tutto il suo accanimento e la sua
invidia. Nella cappella non c'era nessuno, quindi mi alzai da dove
stavo pregando e raccolsi i pezzi del vaso rotto e trapiantai il fiore
e volevo rimetterlo a posto alla svelta, prima che entrasse qualcuno in
cappella. Ma non ci riuscii, dato che entrarono subito la Madre
Superiora, la suora sacrestana ed alcune altre suore. La Madre
Superiora si meravigliò che avessi spostato qualche cosa sul piccolo
altare e fatto cadere il vaso. La suora sacrestana mostrò il suo
malcontento ed io m'impegnai a non dare spiegazioni e a non
giustificarmi. Verso sera però mi sentii molto affaticata e non potei
fare l'Ora santa e chiesi il permesso alla Madre Superiora di andare a
riposarmi prima del solito. Appena mi misi a letto, mi addormentai
subito, ma verso le undici satana diede uno scossone al mio letto. Mi
svegliai immediatamente e cominciai tranquillamente a pregare il mio
Angelo Custode. All'improvviso vidi le anime che stanno espiando in
purgatorio. Il loro aspetto era come un'ombra e fra loro vidi molti
demoni. Uno cercò di infastidirmi, gettandosi sul mio letto e sui miei
piedi sotto forma di gatto ed era molto pesante, direi alcuni pud.
Continuai per tutto il tempo a recitare il rosario. Sul fare del
mattino quelle figure se ne andarono e potei prendere sonno. La
mattina, quando arrivai in cappella, sentii nell'anima questa voce:
«Sei unita a Me e non aver paura di nulla. Ma sappi questo, figlia Mia,
che satana ti odia. Benché odi ogni anima, egli arde di un odio
particolare contro di te, perché hai sottratto molte anime al suo
dominio».
GIOVEDI’ SANTO 18.IV.
1935.
La
mattina ho udito queste parole: «Da oggi al rito della risurrezione non
sentirai la Mia presenza, ma la tua anima sarà colma di una grande
nostalgia» ed immediatamente una grande nostalgia inondò la mia anima.
Sentii il distacco dall'amato Gesù e quando si avvicinò il momento di
fare la santa Comunione, vidi nel calice in ogni Ostia il Volto
sofferente di Gesù. Da quel momento provai nel mio cuore una nostalgia
ancora maggiore. Il Venerdì Santo, alle tre del pomeriggio, quando
entrai in cappella, udii queste parole: «Desidero che quell'immagine venga
pubblicamente venerata»,
e subito vidi Gesù che agonizzava sulla croce fra atroci tormenti e dal
Cuore di Gesù uscirono gli stessi due raggi che ci sono in
quell'immagine. Sabato. Durante i vespri vidi Gesù splendente come il
sole, con una veste bianca, e mi disse: «Gioisca il tuo cuore»,
ed una gioia grande m'inondò e mi trapassò da una parte all'altra la
presenza di Dio, che è un tesoro inenarrabile per l'anima. Quando
quell'immagine venne esposta, vidi il vivo movimento della mano di
Gesù, che tracciò un gran segno di croce. La sera dello stesso giorno,
mentre stavo mettendomi a letto, vidi che quell'immagine stava passando
sopra una città e quella città era coperta di reti e trappole. Gesù
passando tagliò tutte le reti ed in ultimo fece un gran segno di croce
e scomparve. E mi vidi circondata da una moltitudine di figure maligne
che avvampavano di un grande odio contro di me. Dalle loro bocche
uscirono minacce d'ogni genere, ma nessuna mi toccò. Dopo un momento,
quella apparizione scomparve, ma mi ci volle parecchio tempo per
addormentarmi.
26.IV.
Venerdì, quando sono andata ad Ostra Brama, nel corso delle solennità
durante le quali venne esposta quell'immagine, sono stata presente alla
predica tenuta dal mio confessore. Quella predica trattava della
Misericordia di Dio. Era la prima di quelle richieste dal Signore Gesù
da tanto tempo. Quando cominciò a parlare della grande Misericordia del
Signore, l'immagine prese un aspetto vivo ed i raggi penetrarono nei
cuori della gente riunita, però non in egual misura; alcuni ricevettero
di più, altri meno. Vedendo la grazia di Dio, la mia anima fu inondata
da una grande gioia. Improvvisamente udii queste parole: «Tu sei testimone della Mia
Misericordia. Starai per i secoli davanti al Mio trono come viva
testimone della Mia Misericordia».
Finita la predica, non attesi la fine della funzione, perché avevo
fretta di tornare a casa. Fatti pochi passi, mi venne sbarrata la
strada da una moltitudine di spiriti del male, che mi minacciarono
terribili tormenti, mentre si udivano queste voci: «Ci ha portato via
tutto quello per cui avevamo lavorato per tanti anni». Quando domandai
loro: «Da dove venite in tale moltitudine?», quelle figure maligne mi
risposero: «Dai cuori degli uomini. Non ci torturare!». Vedendo allora
l'odio tremendo che avevano contro di me, chiesi aiuto all'Angelo
Custode ed in un attimo comparve la figura luminosa e raggiante
dell'Angelo Custode, che mi disse: «Non temere, sposa del mio Signore;
questi spiriti non ti faranno nulla di male senza il Suo permesso».
Quegli spiriti maligni scomparvero immediatamente ed il fedele Angelo
Custode mi accompagnò in modo visibile fin dentro casa. Il suo sguardo
era modesto e sereno e dalla fronte gli usciva un raggio di fuoco. O
Gesù, desidererei faticare, stancarmi fino alla spossatezza e soffrire
per tutta la vita per quest'unico momento, in cui ho visto la Tua
gloria, o Signore, ed i benefici che ne ricavano le anime
DOMENICA 28.IV.1935.
Domenica
in Albis, cioè festa della Misericordia del Signore, chiusura del
Giubileo della Redenzione. Quando andammo a quella solenne funzione, il
cuore mi batteva dalla gioia, poiché quelle due solennità erano unite
strettamente fra di loro. Pregai Iddio perché concedesse Misericordia
alle anime dei peccatori. Quando la funzione stava per finire ed il
sacerdote prese il Santissimo Sacramento per impartire la benedizione,
tutto a un tratto vidi il Signore Gesù con lo stesso aspetto che ha
nell'immagine. Il Signore diede la benedizione ed i raggi si diffusero
su tutto il mondo. All'improvviso vidi un bagliore inaccessibile, a
forma di un'abitazione di cristallo intessuta con onde di luce,
impenetrabile a qualunque creatura e spirito. Per accedere a quel
bagliore c'erano tre porte e in quel momento entrò Gesù, con lo stesso
aspetto che ha nell'immagine, in quel bagliore, attraverso la seconda
porta, fino all'interno dell'unità. Questa è l'unità trina, che è
l'incomprensibile infinito. Inaspettatamente udii una voce: «Questa
festa è uscita dalle viscere della Mia Misericordia ed è confermata
nell'abisso delle Mie grazie. Ogni anima che crede ed ha fiducia nella
Mia Misericordia, la otterrà». Mi rallegrai immensamente
per la bontà e la grandezza del mio Dio.
29.IV.1935.
La
vigilia dell'esposizione dell'immagine andai con la nostra Madre
Superiora dal nostro confessore. Quando la conversazione cadde
nell'argomento dell'immagine, il confessore chiese che una suora
aiutasse ad intrecciare ghirlande. La Madre Superiora rispose che
avrebbe dato una mano Suor Faustina. La cosa mi rallegrò enormemente.
Quando tornammo a casa, m'interessai subito di procurare fronde verdi e
con l'aiuto di un'educanda trasportammo il verde; ci fu d'aiuto anche
una persona che sta presso la chiesa. Alle sette di sera era già tutto
pronto, l'immagine era già stata appesa. Alcune signore però notarono
che m'aggiravo in quei paraggi, dove certamente sono stata più
d'impaccio che d'aiuto, perciò il giorno dopo chiesero alle suore che
cosa fosse quella bella immagine e che significato avesse. «Loro suore
lo sapranno di sicuro, dato che ieri c'era una suora ad adornarla». Le
suore rimasero molto stupite, perché non ne sapevano niente. Ognuna di
loro voleva vederla e sospettarono subito di me. Dissero: « Di sicuro
suor Faustina è ben informata di tutto ».
Quando cominciarono
ad interrogarmi, non risposi, poiché non potevo dire la verità. Il mio
silenzio fu motivo di maggior curiosità da parte loro. Raddoppiai la
vigilanza su me stessa, per non mentire né dire la verità, poiché non
ne avevo l'autorizzazione. Cominciarono allora a mostrarmi il loro
malcontento ed a dirmi apertamente: «Come è possibile che gente
estranea sia informata di ciò, e noi non ne sappiamo niente?».
Cominciarono a circolare valutazioni di vario genere sul mio conto.
Soffrii molto per tre giorni, ma una forza misteriosa penetrò nella mia
anima. Gioisco di poter soffrire per il Signore e per le anime, che
hanno ottenuto la Sua Misericordia in questi giorni. Vedendo il gran
numero di anime che in questi giorni hanno ottenuto la Misericordia di
Dio, considero proprio nulla le fatiche e le sofferenze, anche le più
grandi ed anche se dovessero durare fino alla fine del mondo, poiché
esse hanno un termine, mentre le anime che con questa festività si sono
convertite sono state salvate da tormenti che durano in eterno. Ho
provato una grande gioia nel vedere altri, che tornavano alla sorgente
della felicità, in seno alla Divina Misericordia. Vedendo la dedizione
e le fatiche del reverendo dr. Sopocko per questa causa, ammiravo la
sua pazienza ed umiltà. Tutto questo è costato molto, non solo in
sacrifici e dispiaceri di vario genere, ma anche molto denaro; ed a
tutto ha provveduto il reverendo dr. Sopocko.
Vedo che la
Divina Provvidenza lo aveva preparato a compiere quest'opera della
Misericordia, ancora prima che io pregassi Dio per questo. Oh, come
sono misteriose le Tue vie, Dio, e felici le anime che seguono la voce
della Tua grazia! Per tutto, anima mia, magnifica il Signore ed esalta
la Sua Misericordia, poiché la Sua bontà non ha fine. Tutto passerà, ma
la Sua Misericordia è senza limiti e senza termine. Sebbene la
malvagità arrivi a colmare la sua misura, la Misericordia è senza
misura. O mio Dio anche nei castighi coi quali colpisci la terra, vedo
l'abisso della Tua Misericordia, poiché castigandoci in questa terra,
ci liberi dal castigo eterno. Rallegratevi, creature tutte, poiché
siete più vicine a Dio nella Sua infinita Misericordia, di quanto lo
sia un lattante al cuore della madre. O Dio, Tu sei la pietà stessa per
i più grandi peccatori sinceramente pentiti! Più grande è il peccatore,
maggiore è il diritto che ha alla Misericordia divina.
IN UN MOMENTO DEL
12.V.1935.
La
sera, appena mi misi a letto mi addormentai, ma se mi addormentai alla
svelta, ancor più alla svelta venni svegliata. Venne da me un bambino e
mi svegliò. Questo bambino poteva avere circa un anno e mi stupì perché
parlava benissimo, mentre i bambini di quell'età non parlano affatto,
Oppure parlano in modo poco comprensibile. Era indicibilmente bello;
somigliava al Bambino Gesù, e mi disse queste parole: «Guarda il cielo». E
quando guardai il cielo, vidi le stelle splendenti e la luna. Allora il
bambino mi chiese: «Vedi
la luna e le stelle?». Risposi che le vedevo ed egli
ribatté: «Quelle
stelle sono le anime dei cristiani fedeli e la luna sono le anime degli
appartenenti ad ordini religiosi. Vedi che grande differenza di luce
c'è fra la luna e le stelle; così in cielo c'è una grande differenza
fra l'anima di un religioso e quella di un cristiano fedele».
E mi disse ancora che: «La
vera grandezza sta nell'amare Dio e nell'umiltà».
Inaspettatamente vidi una certa anima, che stava per separarsi dal
corpo fra tremendi supplizi. O Gesù, dovendo scrivere questo, tremo
tutta, avendo visto le atrocità che hanno testimoniato contro di lui...
Ho visto come uscivano da una specie di voragine fangosa anime di
bambini piccoli e più grandicelli, di circa nove anni. Queste anime
erano ripugnanti e orribili, simili ai mostri più spaventosi, a
cadaveri in decomposizione. Ma quei cadaveri erano vivi e
testimoniavano ad alta voce contro quell'anima che stava agonizzando. E
l'anima, che ho visto mentre stava in agonia, era un'anima che dal
mondo aveva ricevuto tanti onori e tanti applausi, la conclusione dei
quali è il vuoto ed il peccato. In ultimo uscì una donna, che in una
specie di grembiule portava lacrime ed essa testimoniò molto contro di
lui. Oh! ora tremenda, in cui bisognerà vedere tutte le proprie azioni
nella loro completa nudità e miseria. Nessuna di esse andrà perduta; ci
seguiranno fedelmente al giudizio di Dio. Non ho parole né termini di
paragone per esprimere cose così terribili e, sebbene mi sembri che
quell'anima non sia dannata, tuttavia le sue pene non si differenziano
in nulla dalle pene dell'inferno. L'unica differenza è che un giorno
finiranno. Un momento dopo vidi di nuovo lo stesso bambino che mi aveva
svegliato, ed era di una bellezza stupenda e mi ripeté le stesse
parole: «La vera grandezza di un'anima sta nell'amare Dio e
nell'umiltà». Domandai a quel bambino: « Tu come lo sai questo, che la
vera grandezza di un'anima sta nell'amare Dio e nell'umiltà? Queste
cose possono saperle soltanto i teologi, mentre tu non hai studiato
nemmeno il catechismo, e come puoi saperle? ». Ma egli mi rispose: «Le
so, e so tutto», ed all'istante scomparve. Io però non mi addormentai
affatto; la mia mente era stanca per quello su cui avevo cominciato a
riflettere e per quello che avevo visto. O anime umane, come
riconoscete tardi la verità! O abisso della Misericordia di Dio,
riversati al più presto sul mondo intero, secondo quello che Tu Stesso
hai detto!
V.1935. IN UN CERTO
MOMENTO.
Quando
mi resi conto dei grandi disegni di Dio a mio riguardo, mi spaventai
per la loro grandiosità e mi sentii totalmente inidonea ad eseguirli,
tanto che cominciai ad evitare i colloqui interiori con Lui e quel
tempo li sostituii con la preghiera orale. Lo feci per umiltà, ma in
breve mi accorsi che non era vera umiltà, ma una grande tentazione di
satana. Una volta che, invece della preghiera interiore, avevo
cominciato a leggere un libro spirituale, udii nell'intimo queste
parole in modo chiaro e forte: «Preparerai
il mondo alla Mia ultima venuta».
Queste parole mi colpirono profondamente e benché facessi finta di non
averle udite, le avevo capite bene e non avevo alcun dubbio in merito.
Una volta che, stanca per questa lotta d'amore con Dio e del continuo
rifiutarmi col dire che non ero adatta a compiere quell'opera, volevo
uscire dalla cappella, una forza misteriosa mi trattenne; mi sentii
come paralizzata ed all'improvviso udii queste parole: « Hai
intenzione di uscire dalla cappella, ma non uscirai da Me, poiché sono
ovunque. Tu da sola con le tue forze non riesci a far nulla, ma con Me
puoi tutto ». Durante la settimana, quando sono andata dal
mio
confessore e gli ho svelato lo stato della mia anima e specialmente che
evito il colloquio interiore con Dio, mi è stato risposto che non devo
evitare il colloquio interiore con Dio, ma devo ascoltare attentamente
le parole che mi dice. Mi sono regolata secondo le indicazioni del
confessore ed al primo incontro col Signore, mi sono gettata ai piedi
di Gesù e col cuore straziato Gli ho chiesto perdono di tutto. Allora
Gesù mi ha sollevato da terra e mi ha fatto sedere accanto a Sé e mi ha
permesso di appoggiare il capo sul Suo petto, in modo che potessi
comprendere e percepire meglio i desideri del Suo dolcissimo Cuore. Ed
all'improvviso Gesù mi ha detto queste parole: « Figlia
Mia, non aver paura di nulla. Io sono sempre con te. Qualunque
avversario ti potrà nuocere soltanto per quello che Io gli permetterò.
Tu sei la Mia dimora ed il Mio stabile riposo. Per te trattengo la mano
punitrice; per te benedico la terra ». In quello stesso
momento
avvertii uno strano fuoco nel mio cuore; sento che vengono a cessare i
miei sensi; non capisco quello che avviene attorno a me. Sento che lo
sguardo del Signore penetra in me; conosco bene la Sua grandezza e la
mia miseria. Una sofferenza misteriosa penetra nella mia anima ed una
tale gioia, che non riesco a paragonarla a nulla. Mi sento inerte fra
le braccia di Dio; sento che sono in Lui e mi sciolgo come una goccia
d'acqua in un oceano. Non riesco ad esprimere quello che provo. Dopo
una tale preghiera interiore sento una forza ed un impulso a compiere i
più difficili atti di virtù; sento avversione verso tutte le cose che
il mondo apprezza; desidero con tutta l'anima la solitudine e la quiete.
V.1935.
Durante
la funzione dei quaranta giorni, ho visto il Volto di Gesù nell'Ostia
santa, che era esposta nell'ostensorio; Gesù guardava amabilmente a
tutti. Vedo spesso il Bambino Gesù durante la santa Messa. E
straordinariamente bello e in quanto all'età mostra circa un anno. Una
volta che nella nostra cappella vidi lo stesso Bambino durante la santa
Messa, fui assalita da un desiderio fortissimo e da una smania
irresistibile di avvicinarmi all'altare e di prendere il Bambino Gesù.
In quello stesso istante il Bambino Gesù fu accanto a me in fondo
all'inginocchiatoio e si aggrappò al mio braccio con entrambe le
manine, incantevole e gioioso, con lo sguardo profondo e penetrante.
Però quando il sacerdote spezzò l'Ostia, Gesù era sull'altare e venne
spezzato e consumato dal sacerdote. Dopo la santa Comunione vidi Gesù
tale e quale nel mio cuore e Lo sentii per tutto il giorno fisicamente,
realmente nel mio cuore. Un raccoglimento più profondo s'impadronì di
me inavvertitamente e non dissi una parola con nessuno. Evitai per
quanto mi fu possibile la presenza della gente. Risposi sempre alle
richieste che si riferivano ai miei impegni; al di fuori di ciò nemmeno
una parola.
9.VI.1935. LA DISCESA
DELLO SPIRITO SANTO.
Verso
sera, mentre passavo per l'orto, udii queste parole: «Unitamente alle
tue compagne, dovrai impetrare la Misericordia per voi stesse e per il
mondo». Compresi che non sarò nella Congregazione nella quale sono
attualmente. Vedo chiaramente che nei miei riguardi la volontà di Dio è
un'altra. Tuttavia mi rifiuto continuamente davanti a Dio, dicendo che
non sono idonea a compiere quest'opera. «Gesù, Tu naturalmente sai molto
bene chi sono
» e cominciai ad elencare davanti al Signore le mie manchevolezze e mi
trincerai dietro a quelle, affinché riconoscesse il mio rifiuto, poiché
non sono idonea a compiere i Suoi progetti. Ad un tratto, udii queste
parole: « Non temere; lo
stesso provvederò a tutto quello che ti manca
». Queste parole mi penetrarono nel profondo e conobbi ancora di più la
mia miseria; conobbi che la parola del Signore è viva e penetra in
profondità. Compresi che Iddio esigeva da me un sistema di vita più
perfetto; tuttavia mi rifiutavo continuamente per la mia inidoneità.
29.VI.1935.
Quando
parlai col mio direttore spirituale delle varie cose che il Signore
esigeva da me, pensavo che m'avrebbe risposto che non sono adatta a
compiere simili cose e che Gesù non si serve di anime misere come sono
io, per qualunque opera voglia compiere. Invece mi sentii dire che il
più delle volte Dio sceglie proprio tali anime per realizzare i suoi
disegni. Quel sacerdote però è guidato dallo Spirito di Dio; egli
riuscì a scrutare nell'intimo della mia anima i più nascosti segreti
che c'erano fra me e Dio, e di cui non gli avevo ancora mai parlato, e
non gliene avevo parlato poiché io stessa non li avevo compresi bene ed
il Signore non mi aveva detto chiaramente che gliene parlassi. Il
segreto è questo, che Iddio esige che ci sia una congregazione che
annunci la Misericordia di Dio al mondo e la impetri per il mondo.
Quando quel sacerdote mi chiese se avessi avuto tali ispirazioni,
risposi che ordini precisi non ne avevo avuti. Ma in quello stesso
momento era penetrata una strana luce nella mia anima ed avevo capito
che il Signore mi parlava per mezzo di lui. Mi ero difesa inutilmente
dicendo che non avevo un ordine preciso, poiché verso la fine del
colloquio vidi Gesù sulla soglia, nello stesso aspetto come è dipinto
nell'immagine, che mi disse: « Desidero che ci sia una tale
Congregazione ». La cosa durò un momento. Di questo però non parlai
subito; anzi, avevo fretta di tornare a casa e ripetevo continuamente
al Signore: « Io non sono idonea a realizzare i Tuoi piani, o Dio ».
Ma, e questa è la cosa curiosa, Gesù non badò a questa mia invocazione,
bensì mi illuminò e mi fece conoscere quanto Gli fosse gradita
quell'opera; non prese in considerazione la mia debolezza, ma mi fece
conoscere quante difficoltà dovevo superare. Ed io, Sua povera
creatura, non seppi rispondere nient'altro che questo: « Non sono
idonea, o Dio ».
30.VI.1935.
Il
giorno dopo durante la S. Messa, subito all'inizio, vidi Gesù che era
di una bellezza indescrivibile. Mi disse che esige che tale
congregazione venga fondata al più presto e « Tu
vivrai in essa con le tue compagne. Il Mio spirito sarà la regola della
vostra vita. La vostra vita deve essere modellata su di Me, dalla
mangiatoia alla morte in croce. Penetra nei Miei segreti e conoscerai
l'abisso della Mia Misericordia verso le creature e la Mia bontà
insondabile e questa farai conoscere al mondo. Per mezzo della
preghiera farai da intermediaria fra la terra e il cielo».
Era
il momento di accostarsi alla S. Comunione. Gesù scomparve e vidi un
grande bagliore. All'improvviso udii queste parole: «Ti impartiamo la Nostra
benedizione
» e in quell'attimo da quel bagliore usci un raggio chiaro, che mi
trapassò il cuore ed un fuoco misterioso si accese nella mia anima.
Pensavo di morire per la gioia e la felicità; sentivo il distacco dello
spirito dal corpo; sentivo la totale immersione in Dio; sentivo che
venivo rapita dall'Onnipotente, come un granellino di polvere verso
spazi immensi e sconosciuti. Tremando di felicità nelle braccia del
Creatore, sentivo che era Lui stesso che mi sosteneva, perché potessi
sopportare quella grande felicità e guardare alla Sua Maestà. Ora so
che, se prima non mi avesse fortificato Egli stesso con la grazia, la
mia anima non avrebbe potuto sopportare quella felicità e in un attimo
sarebbe sopraggiunta la morte.
La santa Messa era finita non
so quando, poiché non ero in condizioni di poter notare ciò che
avveniva nella cappella. Però quando rientrai in me, sentii la forza ed
il coraggio di compiere la volontà di Dio. Nulla mi sembrava difficile
e, come prima mi rifiutavo davanti al Signore, così ora sento il
coraggio e la forza del Signore che è in me e dissi al Signore: « Sono pronta ad ogni cenno della
Tua volontà
». Sperimentai interiormente tutto ciò che dovrò passare in futuro. O
mio Creatore e Signore, ecco hai tutto il mio essere. Disponi di me
secondo il Tuo divino beneplacito, secondo i Tuoi disegni eterni e la
Tua infinita Misericordia. Ogni anima riconosca quanto è buono il
Signore; nessun'anima abbia timore di trattare familiarmente col
Signore e non si sottragga per la Sua indegnità e non rinvii mai a dopo
gli inviti di Dio, poiché questo al Signore non piace. Non c'è un'anima
più misera di me, come veramente mi riconosco e sono stupita che la
Maestà Divina si abbassi tanto. O Eternità, a mio parete sei troppo
cotta per lodare a sufficienza l'infinita Misericordia del Signore. Una
volta che l'immagine era stata esposta su un altare, in occasione della
processione del Corpus Domini, quando il sacerdote posò il Santissimo
Sacramento ed il coro cominciò a cantare, ad un tratto i raggi
dall'immagine passarono attraverso l'Ostia Santa e si diffusero su
tutto il mondo. Allora udii queste parole: « Attraverso te, come attraverso
questa Ostia, passeranno i raggi della Misericordia sul mondo ».
Dopo queste parole una grande gioia penetrò nella mia anima.
Una
volta che il mio confessore celebrava la S. Messa, come al solito vidi
il Bambino Gesù sull'altare dal momento dell'offertorio. Ma un momento
prima dell'elevazione il sacerdote scomparve alla mia vista e rimase
Gesù e, quando fu il momento dell'elevazione, Gesù prese nelle Sue
manine l'Ostia ed il calice e li alzò assieme e guardò verso il cielo e
dopo un momento vidi di nuovo il mio confessore e domandai al Bambino
Gesù dov'era stato il sacerdote durante il tempo che non l'avevo visto.
E Gesù mi rispose: «Nel
Mio Cuore». E non riuscii a capire altro di quelle parole
di Gesù. Una volta sentii queste parole: «Desidero che tu viva secondo la
Mia volontà fin nei più segreti recessi della tua anima
». Cominciai a riflettere su quelle parole che mi avevano colpito fino
al profondo del cuore. Quel giorno c'era la confessione della comunità.
Quando andai a confessarmi, dopo che mi ero accusata dei peccati, quel
sacerdote mi ripeté le stesse parole che poco prima mi aveva detto il
Signore. Quel sacerdote mi disse queste parole profonde, che ci sono
tre gradi nell'adempimento della volontà di Dio: il primo si ha quando
l'anima fa tutto ciò che è notoriamente compreso nei comandamenti e nei
precetti; il secondo si ha quando l'anima ascolta le ispirazioni
interiori e le mette in pratica; il terzo grado è quello in cui
l'anima, abbandonatasi alla volontà di Dio, lascia a Dio la libertà di
disporre di lei e Dio fa con lei quello che Gli piace; in breve è uno
strumento docile nelle mani di Lui. E quel sacerdote mi disse che io
ero al secondo grado nell'adempimento della volontà di Dio e che non
avevo ancora il terzo grado, però avrei dovuto impegnarmi per
raggiungere il terzo grado della divina volontà. Queste parole mi
attraversarono l'anima da parte a parte. Vedo chiaramente che il
Signore spesso fa conoscere al sacerdote quello che avviene nel
profondo della mia anima. La cosa non mi stupisce affatto, anzi
ringrazio il Signore che ha tali eletti. Giovedì. Adorazione notturna.
Quando andai all'adorazione, fui subito investita dal bisogno di
raccoglimento interiore e vidi Gesù legato alla colonna, spogliato
delle Sue vesti e sottoposto subito alla flagellazione. Vidi quattro
uomini che a turno sferzavano coi flagelli il Signore. Il cuore mi si
fermava alla vista di quello strazio.
Ad un tratto il Signore mi disse queste parole: « Ho una sofferenza ancora
maggiore di quella che vedi
». E Gesù mi fece conoscere per quali peccati si sottopose alla
flagellazione: sono i peccati impuri. Oh, che tremende sofferenze
morali patì Gesù, quando si sottomise alla flagellazione!
Improvvisamente Gesù mi disse: « Guarda
e osserva il genere umano nella situazione attuale
». E in un attimo vidi cose tremende: i carnefici si allontanarono da
Gesù, e si avvicinarono per flagellarLo altri uomini, che presero la
sferza e sferzarono il Signore senza misericordia. Erano sacerdoti,
religiosi e religiose ed i massimi dignitari della Chiesa, cosa che mi
stupì molto; laici di diversa età e condizione; tutti scaricarono il
loro veleno sull'innocente Gesù. Vedendo ciò il mio cuore precipitò in
una specie di agonia. Quando Lo flagellarono i carnefici, Gesù taceva e
guardava lontano; ma quando lo flagellarono le anime che ho menzionato
sopra, Gesù chiuse gli occhi e dal Suo Cuore uscì un gemito represso,
ma tremendamente doloroso. Ed il Signore mi fece conoscere nei
particolari l'enorme malvagità di quelle anime ingrate: « Vedi, questo è un supplizio
peggiore della Mia morte
». Tacquero allora le mie labbra e cominciai a provare su di me
l'agonia e capivo che nessuno poteva consolarmi, né togliermi da quello
stato, se non Colui che ad esso m'aveva condotto. Ed allora il Signore
mi disse: « Vedo il
dolore sincero del tuo cuore che ha procurato un immenso sollievo al
Mio Cuore. Guarda ora e consolati ». E vidi Gesù
inchiodato sulla croce.
Dopo
che Gesù era rimasto appeso per un momento, vidi tutta una schiera di
anime crocifisse come Gesù. E vidi una terza schiera di anime ed una
seconda schiera di anime. La seconda schiera non era inchiodata sulla
croce, ma quelle anime tenevano saldamente la croce in mano. La terza
schiera di anime invece non era né crocifissa né teneva la croce in
mano, ma quelle anime trascinavano la croce dietro di sé ed erano
insoddisfatte. Allora Gesù mi disse: « Vedi
quelle anime, che sono simili a Me nella sofferenza e nel disprezzo: le
stesse saranno simili a Me anche nella gloria. E quelle che
assomigliano meno a Me nella sofferenza e nel disprezzo: le stesse
assomiglieranno meno a Me anche nella gloria». La maggior
parte
delle anime crocifisse appartenevano allo stato religioso; fra le anime
crocifisse ho visto anche delle anime che conosco, la qual cosa mi ha
fatto molto piacere. Ad un tratto Gesù mi disse: « Nella meditazione di domani
riflettersi su quello che hai visto oggi ».
E Gesù scomparve immediatamente. Venerdì. Sono stata malata e non ho
potuto andare alla S. Messa. Alle sette di mattina ho visto il mio
confessore, che celebrava la S. Messa, durante la quale ho visto il
Bambino Gesù. Verso la fine della S. Messa la visione è scomparsa e mi
sono vista come prima nella mia cella. Ho provato una gioia indicibile
per il fatto che, pur non avendo potuto assistere alla S. Messa nella
nostra cappella, l'ho ascoltata da una chiesa molto lontana. Gesù può
provvedere a tutto.
30 luglio [sic!] 1935.
Giorno di Sant'Ignazio.
Ho
pregato fervorosamente questo santo, facendogli dei rimproveri: Come
può osservarmi e non venirmi in aiuto in questioni tanto importanti,
cioè nell'adempimento della volontà di Dio? Ho detto a questo santo: «
O nostro Patrono, che sei stato infiammato dal fuoco dell'amore e dello
zelo per la maggior gloria di Dio, Ti prego umilmente, aiutami a
realizzare i disegni di Dio. Questo avveniva durante la santa Messa.
All'improvviso sul lato sinistro dell'altare ho visto Sant'Ignazio con
un gran libro in mano, il quale mi ha detto queste parole: « Figlia
Mia, non sono indifferente alla tua causa. Questa regola si può
adattare anche a questa congregazione ». E indicando il libro con la
mano, scomparve. Mi rallegrai enormemente vedendo quanto i santi si
interessino di noi e quanto sia stretta l'unione con loro. O bontà di
Dio! Come è bello il mondo interiore dato che già qui sulla terra
trattiamo direttamente coi santi. Per tutta la giornata sentii la
vicinanza di questo Patrono, a me così caro.
5 agosto 1935. Festa
della Madonna della Misericordia.
Mi
sono preparata a questa festa con un fervore maggiore degli anni
passati. Al mattino di questo giorno ho avuto una lotta interiore al
pensiero che debbo abbandonare la Congregazione che gode della
protezione particolare di Maria. In questa lotta è trascorsa la
meditazione e la prima Santa Messa. Durante la seconda S. Messa ho
pregato così la Madre Santissima: « O
Maria, è difficile per me staccarmi dalla Congregazione che è sotto il
Tuo speciale patrocinio ». All'improvviso vidi la Santissima Vergine
indicibilmente bella, che dall'altare si avvicinò a me, al Mio
inginocchiatoio. Mi strinse a Sé e mi disse queste parole: « Vi sono
Madre per l'infinita Misericordia di Dio. L'anima che mi è più cara è
quella che compie fedelmente la volontà di Dio ». Mi fece
comprendere che ho eseguito fedelmente tutti i desideri di Dio e per
questo ho trovato grazia ai Suoi occhi. «
Sii coraggiosa; non temere gli ostacoli ingannevoli, ma considera
attentamente la Passione di Mio Figlio ed in questo modo vincerai ».
Adorazione notturna.
Mi sentivo molto male e mi sembrava che non avrei potuto andare
all'adorazione, ma ci misi tutta la forza della volontà e, benché fossi
caduta nella cella, non badai a quello che mi doleva, avendo davanti
agli occhi la Passione di Gesù. Quando giunsi in cappella ebbi la
comprensione interiore di quanto sia grande la ricompensa che Iddio ci
prepara, non solo per le buone azioni, ma anche per il desiderio
sincero di compierle. Che grande grazia di Dio è questa! Oh, come è
dolce lavorare con sacrificio per Iddio e per le anime! Non voglio
riposare durante la battaglia, ma combatterò fino all'ultimo soffio di
vita per la gloria del mio Re e Signore. Non deporrò la spada finché
non mi prenderà davanti al Suo trono; non temo i colpi poiché il mio
scudo è Dio. Il nemico deve aver paura di noi, non noi del nemico.
Satana vince solo i superbi e vili, poiché gli umili posseggono la
forza. Nulla confonde né spaventa un'anima umile. Ho indirizzato il mio
volo verso l'ardore stesso del sole e nulla riuscirà a farmelo
abbassare. L'amore non si lascia incatenare, è libero come una regina;
l'amore giunge fino a Dio.
Una volta, dopo la S. Comunione, udii queste parole: “Tu sei la nosrra dimora”.
In quell'istante avvertii nell'anima la presenza della SS.ma Trinità,
Padre, Figlio e Spirito Santo. Mi sentivo il tempio di Dio. Sento che
sono figlia del Padre. Non so dare spiegazione di tutto, ma lo spirito
lo comprende bene. O bontà infinita, come Ti abbassi fino ad una misera
creatura! Se le anime vivessero nel raccoglimento, Iddio farebbe subito
sentir loro la Sua voce, poiché la dissipazione soffoca la parola del
Signore. Una volta il Signore mi disse: « Perché
hai paura e tremi, quando sei unita a Me? Non Mi piace un'anima
soggetta ad inutili paure. Chi oserebbe toccarti quando sei con Me?
L'anima che Mi è più cara è quella che crede fermamente nella Mia bontà
ed ha piena fiducia in Me: le ricambio la Mia fiducia e le do tutto
quello che chiede». Una volta il Signore mi disse: «
Figlia Mia,
prendi le grazie che gli uomini disprezzano; prendine quante riesci a
portarne ». In quell'istante la mia anima venne inondata dall'amore di
Dio. Sento che sono unita al Signore così strettamente che non riesco a
trovare un termine col quale poter definire bene quest'unione; inoltre
sento che tutto ciò che Dio ha, tutti i beni ed i tesori, sono miei,
sebbene non mi occupi molto di essi, poiché mi basta Lui solo. In Lui
vedo tutto; all'infuori di Lui: nulla. Non cerco la felicità
all'infuori dell'intimo, dove dimora Iddio. Gioisco di Dio nel mio
intimo; qui dimoro continuamente con Lui; qui avviene il mio rapporto
più familiare con Lui; qui con Lui dimoro sicura; qui non giunge occhio
umano. La Santissima Vergine mi incoraggia a trattare così con Dio.
Quando mi colpisce qualche sofferenza, ora non mi procura più amarezza,
né le grandi consolazioni mi esaltano; si sono impadronite di me la
serenità e l'equilibrio dello spirito, che deriva dalla conoscenza
della verità. Che m'importa vivere circondata da cuori ostili, quando
ho la pienezza della felicità nella mia anima? Oppure a cosa può
giovarmi il favore del cuore degli altri, se non posseggo nel mio
intimo Iddio? Quando ho Dio nel mio intimo, chi potrà in qualche modo
danneggiarmi?
+ G.M.G. Wilno,
12.VIII.1935. ESERCIZI SPIRITUALI DI TRE GIORNI.
La
sera del giorno precedente gli esercizi spirituali, durante
l'assegnazione serale dei punti della meditazione, udii queste parole:
« Durante questi
esercizi spirituali ti parlerò per bocca di questo
sacerdote, al fine di rassicurarti e rafforzarti sulla veridicità delle
parole che ti rivolgo nel profondo dell'anima. Sebbene gli esercizi
spirituali li facciano tutte le suore, tuttavia ho un riguardo
particolare per te, per rafforzarti e toglierti ogni paura di fronte a
tutte le contrarietà che ti attendono. Ascolta perciò attentamente le
sue parole e meditale nel profondo dell'anima». Oh! come
restai
stupita, dato che tutto quello che il padre diceva sull'unione con Dio
e sugli impedimenti a tale stretta unione, io l'avevo vissuto alla
lettera nell'anima e l'avevo ascoltato da Gesù, che mi parla nel
profondo dell'anima. La perfezione consiste in questa stretta unione
con Dio. Nella meditazione delle dieci, il Padre parlò della
Misericordia di Dio e della bontà di Dio verso di noi. Disse che, se si
esamina la storia del genere umano, si vede ad ogni passo la grande
bontà di Dio. Tutti gli attributi di Dio come l'onnipotenza, la
sapienza, contribuiscono a rivelarci quest'unico attributo, che è il
più grande, cioè la bontà di Dio. La bontà divina è il più grande
attributo di Dio. Tuttavia molte anime che tendono alla perfezione non
conoscono questa grande bontà di Dio. Tutto quello che il Padre ha
detto durante questa meditazione sulla bontà di Dio, corrispondeva a
tutto quello che Gesù aveva detto a me e si riferiva strettamente alla
festa della Misericordia. Adesso in verità ho compreso chiaramente
quello che il Signore mi aveva promesso e non ho più alcun dubbio: la
parola di Dio è chiara ed evidente. Durante tutto il tempo della
meditazione vidi Gesù sull'altare, in veste bianca, che teneva in mano
il mio quaderno, nel quale sto scrivendo queste cose. Durante tutta la
meditazione sfogliò le pagine del quaderno e taceva; il mio cuore però
non riuscì a sopportare l'ardore che si era acceso nella mia anima.
Nonostante gli sforzi della volontà per dominarmi e non far sapere a
quelli che mi stavano attorno ciò che avveniva nella mia anima, verso
la fine della meditazione, sentii che ero completamente fuori di me. Ad
un tratto il Signore mi disse: « In
questo quaderno non hai scritto
tutto sulla Mia bontà verso gli uomini; desidero che non tralasci
nulla. Desidero che il tuo cuore si consolidi in una completa
tranqaillità ». O Gesù, il mio cuore si arresta quando
penso a tutto
quello che fai per me. Ti ammiro, Signore, perché Ti abbassi fino alla
misera anima mia. Che sistemi impensabili usi per convincermi! È la
prima volta in vita mia che faccio un corso di esercizi spirituali di
questo genere; comprendo in modo particolare e chiaro ogni parola del
Padre, dato che tutto questo l'ho vissuto prima nella mia anima. Ora
vedo che Gesù non lascia nel dubbio un'anima che Lo ama sinceramente.
Gesù desidera che l'anima, che tratta con Lui nel modo più stretto, sia
pienamente tranquilla, nonostante le sofferenze e le contrarietà.
Comprendo bene ora che ciò che unisce nel modo più stretto un'anima a
Dio è il rinnegamento di sé, cioè l'unione della nostra volontà alla
volontà di Dio. Ciò rende l'anima libera, facilita un profondo
raccoglimento dello spirito, rende leggere tutte le pene della vita e
dolce la morte. Gesù mi ha detto che se avrò qualche dubbio su quanto
si riferisce alla festa od anche in merito alla fondazione della
Congregazione «come pure su qualunque cosa di quello che ti ho detto
nel profondo dell'anima, ti risponderò subito per bocca di quel
sacerdote ». Durante la meditazione sull'umiltà, mi era ritornato il
vecchio dubbio, che un'anima così misera come la mia, non poteva
realizzare il compito, che il Signore esigeva. Mentre io rimuginavo su
questo dubbio, il sacerdote che ci predicava gli esercizi, interruppe
l'argomento e disse proprio quello che riguardava il mio dubbio, cioè
che Dio sceglie in prevalenza come strumenti, per realizzare le Sue
opere più grandi, le anime più deboli e più semplici. « E questa è una
verità incontestabile; guardiamo infatti chi ha scelto per apostoli
oppure esaminiamo la storia della Chiesa, e vedremo che grandi opere
hanno compiuto anime che erano le meno adatte a ciò, perché proprio in
questo le opere di Dio si rivelano come tali». Quando il dubbio mi
scomparve completamente, il sacerdote ritornò sul tema dell'umiltà.
Gesù, come al solito durante ogni predica, stava sull'altare e non mi
disse nulla, ma col Suo sguardo penetrò amabilmente la mia povera
anima, che non ebbe più alcuna scusa. Gesù, vita mia, sento bene che mi
stai cambiando in Te, nel segreto dell'anima, dove i sensi scorgono ben
poco. O mio Salvatore, nascondimi tutta nel profondo del Tuo Cuore e
difendimi coi Tuoi raggi da tutto ciò che m'allontana da Te. Ti prego,
Gesù, fa' che questi due raggi, che sono usciti dal Tuo
misericordiosissimo Cuore, rafforzino continuamente la mia anima.
AL MOMENTO DELLA
CONFESSIONE.
Il
confessore mi domandò se in quel momento c'era Gesù e se Lo vedevo. «
Sì, c'è e Lo vedo ». Mi ordinò di chiedere informazioni su certe
persone. Gesù non mi rispose nulla, ma guardò verso di lui. Però,
finita la confessione, mentre facevo la penitenza, Gesù mi disse queste
parole: «Va' e confortalo
da parte Mia ». Pur non comprendendo il
significato di queste parole, ripetei immediatamente ciò che Gesù mi
aveva ordinato di dire. Per tutto il periodo degli esercizi, fui
continuamente in contatto con Gesù e trattai con Lui intimamente con
tutta la forza del mio cuore. Il giorno della rinnovazione dei voti.
All'inizio della santa Messa vidi come al solito Gesù che ci benedisse
ed entrò nel Tabernacolo. Ad un tratto vidi la Madonna con una veste
bianca, un manto azzurro e col capo scoperto, che dall'altare venne
verso di me, mi toccò con le Sue mani, mi copri col Suo manto e mi
disse: « Offri questi
voti per la Polonia. Prega per essa ».
15.VIII.35.
La
sera dello stesso giorno sentii nell'anima una grande nostalgia di Dio.
In questo momento non Lo vedo con gli occhi del corpo, come nel
passato, ma Lo sento e non comprendo. Ciò mi procura una nostalgia ed
una pena indescrivibile. Muoio dal desiderio di possederLo, per
immergermi in Lui per l'eternità. Il mio spirito tende verso di Lui con
tutte le forze; non c'è nulla al mondo che possa consolarmi. O amore
eterno, ora comprendo in quali stretti rapporti di intimità era il mio
cuore con Te. Infatti che cosa mai potrà soddisfarmi in cielo o in
terra all'infuori di Te, o mio Dio, in Te è annegata la mia anima.
Quando una sera guardai il cielo dalla mia cella e vidi un firmamento
stupendo, disseminato di stelle e la luna, ad un tratto entrò nella mia
anima una inconcepibile fiamma d'amore verso il mio Creatore. Non
riuscendo a sopportare la nostalgia che era aumentata nella mia anima
per Lui, caddi con la faccia a terra umiliandomi nella polvere. Lo
adorai per tutte le Sue creature, e quando il mio cuore non riuscì a
sopportare quello che avveniva in lui, scoppiai in un pianto dirotto.
Allora il mio Angelo Custode mi toccò e mi disse queste parole: « Il
Signore mi ordina di dirti che ti alzi da terra ». Lo feci
immediatamente, ma la mia anima non venne consolata. La nostalgia di
Dio mi prese ancora di più. Un giorno in cui ero all'adorazione ed il
mio spinto era quasi in agonia per la nostalgia di Lui e non riuscivo a
trattenere le lacrime, all'improvviso vidi uno spirito che era di una
grande bellezza, che mi disse queste parole: « Non piangere, dice il
Signore ». Dopo un attimo domandai: « Tu chi sei?». Ed
egli mi rispose:
« Sono uno dei sette
spiriti che stanno giorno e notte davanti al trono
di Dio e L'adorano senza posa ».
Tuttavia quello spirito non alleviò la
mia nostalgia, ma suscitò in me una maggior nostalgia di Dio. Quello
spirito non mi lascia un istante, mi segue ovunque. Il giorno dopo,
durante la S. Messa, prima dell'elevazione, quello spinto cominciò a
cantare queste parole: « Santo, Santo, Santo ». La sua voce era come se
equivalesse a migliaia di voci, impossibile descriverla. Ad un tratto
il mio spirito venne unito a Dio; in un attimo vidi l'inconcepibile
grandezza e santità di Dio e nello stesso tempo conobbi la nullità che
io sono in me stessa. Conobbi in maniera più evidente di qualsiasi
altra volta le Tre Persone Divine: il Padre, il Figlio e lo Spirito
Santo. Tuttavia la loro essenza è una, come pure l'uguaglianza e la
maestà. La mia anima è in rapporti di intimità con le Tre Persone, ma
non riesco ad esprimere ciò a parole, però l'anima lo comprende bene.
Chiunque è unito con una di queste tre Persone, per ciò stesso è unito
con tutta la Santissima Trinità, poiché la loro unità è indivisibile.
Questa visione, cioè questa conoscenza mi riempì l'anima di una
felicità inimmaginabile, per il fatto che Dio è così grande. Quello che
ho descritto qui non l'ho visto con gli occhi, come in passato, ma in
una visione interiore, in modo puramente spirituale ed indipendente dai
sensi. Questo durò fino alla fine della S. Messa. Ora questo mi capita
spesso e non solo in cappella, ma anche durante il lavoro e quando meno
me l'aspetto. Quando il nostro confessore partì io in quel periodo mi
confessai dall'arcivescovo. Quando gli svelai la mia anima, ottenni
questa risposta: « Figlia mia, armati di tanta pazienza. Se queste cose
vengono da Dio, prima o poi raggiungeranno il loro risultato e ti dico
di stare assolutamente tranquilla. Io, figlia mia, ti comprendo bene in
queste cose. Ma ora per quanto concerne l'abbandono della Congregazione
e l'idea di un'altra, a questo proprio non devi nemmeno pensarci,
poiché sarebbe una grave tentazione interiore ». Finita la confessione,
dissi a Gesù: « Perché
mi ordini di eseguire queste cose e non mi dai
la possibilità di portarle a termine? ». All'improvviso,
dopo la S.
Comunione, vidi Gesù nella stessa cappella dove mi ero confessata, con
lo stesso aspetto con il quale sta dipinto su quell'immagine. Il
Signore mi disse: « Non
essere triste. Gli farò capire le cose che
esigo da te ». Quando stavamo per uscire, l'arcivescovo
era molto
occupato, ma ci fece dire dì tornare indietro e di attendere un
momento. Quando tornammo di nuovo nella cappella, udii nell'anima
queste parole: « Digli
quello che hai visto in questa cappella ». In
quel preciso momento entrò l'arcivescovo e ci chiese se avevamo qualche
cosa da dirgli. Tuttavia, benché avessi l'ordine di parlare, non mi fu
possibile, perché ero in compagnia di una consorella. Ancora una parola
dalla santa confessione: « Quella di impetrare la Misericordia per il
mondo, è un'idea grande e bella. Sorella, preghi molto per chiedere
Misericordia per i peccatori, ma lo faccia nel suo convento».
IL GIORNO DOPO, VENERDI
13.IX.1935.
La
sera, mentre ero nella mia cella, vidi un Angelo che era L’esecutore
dell'ira di Dio. Aveva una veste chiara ed il volto risplendente; una
nuvola sotto i piedi e dalla nuvola uscivano fulmini e lampi che
andavano nelle sue mani e dalle sue mani partivano e colpivano la
terra. Quando vidi quel segno della collera di Dio che doveva colpire
la terra ed in particolare un certo luogo, che per giusti motivi non
posso nominare, cominciai a pregare l'Angelo, perché si fermasse per
qualche momento ed il mondo avrebbe fatto penitenza. Ma la mia
invocazione non ebbe alcun risultato di fronte allo sdegno di Dio. In
quel momento vidi la Santissima Trinità. La grandezza della Sua Maestà
mi penetrò nel profondo e non osai ripetere la mia invocazione. In
quello stesso istante sentii che nella mia anima c'era la forza della
grazia di Gesù. Quando ebbi la consapevolezza di tale grazia, nello
stesso momento venni rapita davanti al Trono di Dio. Oh! quanto è
grande il Signore e Dio nostro ed incomprensibile la Sua santità. Non
cercherò nemmeno di descrivere tale grandezza, poiché fra non molto Lo
vedremo tutti quale Egli è. Cominciai a implorare Dio per il mondo con
parole che si udivano interiormente. Mentre pregavo così vidi
l'impotenza dell'Angelo che non poté compiere la giusta punizione, che
era equamente dovuta per i peccati. Non avevo ancora mai pregato con
una tale potenza interiore come allora. Le parole con le quali ho
supplicato Dio sono le seguenti: « Eterno
Padre, Ti offro il Corpo e il
Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro
Signore Gesù Cristo, per i peccati nostri e del mondo intero; per la
Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi ». La
mattina del
giorno dopo, mentre entravo nella nostra cappella, udii interiormente
queste parole: « Ogni
volta che entri nella cappella, recita subito la
preghiera che ti ho insegnato ieri ». Appena recitai
quella preghiera,
udii nell'anima queste parole: « Questa
preghiera serve a placare la
Mia ira. La reciterai per nove giorni con la comune corona del rosario
nel modo seguente: prima reciterai il Padre Nostro, l'Ave Maria ed il
Credo; poi sui grani del Padre Nostro, dirai le parole seguenti: Eterno
Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo
dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei
nostri peccati e di quelli del mondo intero. Sui grani delle Ave Maria
reciterai le parole seguenti: Per la Sua dolorosa Passione abbi
misericordia di noi e del mondo intero. Infine reciterai tre volte
queste parole: Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale: abbi pietà di
noi e del mondo intero ». Il silenzio è una spada nella
lotta
spirituale; non raggiungerà mai la santità un'anima ciarliera. Questa
spada del silenzio reciderà nettamente tutto ciò che volesse attaccarsi
all'anima. Siamo sensibili alle parole ed intendiamo rispondere subito
con sensibilità, e non consideriamo se sia volontà di Dio che noi
rispondiamo. L'anima silenziosa è forte; nessuna avversità le reca
danno, se persevera nel silenzio. L'anima silenziosa è idonea alla più
profonda unione con Dio; essa vive quasi di continuo sotto il soffio
dello Spirito Santo. In un'anima silenziosa Iddio opera senza
impedimenti. O mio Gesù, Tu sai, Tu solo sai bene che il mio cuore non
conosce altro amore all'infuori di Te. Tutto il mio amore verginale è
annegato in Te, o Gesù, per l'eternità. Sento bene come il Tuo Sangue
Divino circola nel mio cuore; non c'è alcun dubbio che col Tuo Sangue
Preziosissimo è entrato nel mio cuore il Tuo purissimo amore. Sento che
dimori in me col Padre e lo Spirito Santo, o meglio sento che io vivo
in Te, o Dio inimmaginabile. Sento che mi sciolgo in Te come una goccia
nell'oceano. Sento che sei all'esterno e nelle mie viscere; sento che
sei in tutto ciò che mi circonda, in tutto ciò che mi capita. O Dio
mio, Ti ho conosciuto nell'intimo del mio cuore e Ti ho amato sopra
ogni cosa, sopra qualunque cosa esista in terra o in cielo. I nostri
cuori si comprendono a vicenda e nessuno intende ciò. Seconda
confessione dall'Arcivescovo: « Sappi,
figlia mia, che se questa è
volontà di Dio, prima o poi si realizzerà, poiché la volontà di Dio si
deve compiere. Ama Dio nel tuo cuore; abbi... [Frase
rimasta
incompiuta].
29.IX. Festa di San
Michele Arcangelo.
Sono
rimasta intimamente unita a Dio. La Sua presenza mi penetra nel
profondo e mi riempie di serenità, di gioia e di stupore. Dopo quei
momenti di preghiera sono piena di forza, di un coraggio misterioso
nell'affrontare le sofferenze e la lotta; nulla mi spaventa, anche se
il mondo intero fosse contro di me. Tutte le contrarietà sfiorano la
superficie, ma non hanno adito all'intimo, poiché lì dimora Iddio che
mi dà forza, che mi riempie. Tutte le insidie dei nemici si infrangono
contro il Suo sgabello. Iddio mi sostiene con la Sua potenza nei
momenti di unione. La Sua potenza mi viene trasmessa e mi rende capace
di amarlo. L'anima non perviene mai a ciò con le proprie forze.
All'inizio di questa grazia interiore ero piena di paura, e cominciai a
controllarmi, cioè a lasciarmi guidare dalla paura; ma ben presto il
Signore mi fece conoscere quanto ciò non Gli piacesse. Ed anche questo
lo decise Lui stesso, mia quiete. Quasi ogni solennità della santa
Chiesa mi procura una più profonda conoscenza di Dio ed una grazia
particolare; per questo mi preparo ad ogni solennità e mi unisco
strettamente allo spirito della Chiesa. Che gioia essere una figlia
fedele della Chiesa! Oh! quanto amo la santa Chiesa e tutti coloro che
vivono in essa; guardo a loro, come a membra vive di Cristo, che è il
loro capo. M'infiammo d'amore con quelli che amano; soffro con quelli
che soffrono; mi consumo dal dolore osservando i tiepidi e gli ingrati;
allora mi sforzo di avere un tale amore verso Dio da compensarlo per
quelli che non Lo amano, che ripagano il loro Salvatore con nera
ingratitudine. O mio Dio, sono consapevole della mia missione nella
santa Chiesa. Il mio impegno continuo è quello di impetrare la
Misericordia per il mondo. Mi unisco strettamente a Gesù e mi offro
come vittima che implora per il mondo. Iddio non mi negherà nulla,
quando L'invocherò con la voce di Suo Figlio.
Il mio sacrificio è
niente per se stesso, ma quando l'unisco al sacrificio di Gesù Cristo,
diviene onnipotente ed ha la forza di placare lo sdegno di Dio. Iddio
ci ama nel Figlio Suo. La dolorosa Passione del Figlio di Dio è una
continua invocazione che attenua la collera di Dio. O Dio, quanto
desidero che Ti conoscano le anime e che sappiano che le hai create per
un amore incomparabile. O mio Creatore e Signore, sento che rimuoverò
il velo del cielo, affinché la terra non dubiti della Tua bontà. Fa' di
me, o Gesù, una vittima gradita e pura davanti al Volto del Padre Tuo.
O Gesù, Tu che puoi tutto, trasforma me misera e peccatrice in Te e
consegnami al Tuo Eterno Padre. Desidero diventare una vittima
sacrificale davanti a Te, ma essere davanti agli uomini una normale
ostia. Desidero che il profumo del mio sacrificio sia noto soltanto a
Te, o Dio eterno. In me arde un desiderio inestinguibile d'implorare da
Te Misericordia; sento e comprendo che questo è il mio compito qui e
nell'eternità. Tu stesso d'altronde mi hai ordinato dì parlare della
tua grande Misericordia e bontà. In un dato momento ho compreso quanto
non piaccia a Dio un'azione anche la più lodevole, se non ha il sigillo
della retta intenzione. Tali azioni spingono Dio più che alla
ricompensa, al castigo. Che nella nostra vita ce ne siano il meno
possibile, anzi nella vita religiosa non ce ne dovrebbero essere
affatto. Con identica disposizione accetto la gioia come la sofferenza,
la lode come l'umiliazione. Ricordo che sia l'una che l'altra sono
passeggere. Cosa m'importa di quello che dicono di me? Da tempo ormai
ho rinunciato a tutto ciò che riguarda la mia persona. il mio nome è
ostia, cioè vittima, non a parole, ma nei fatti, nell'annientamento di
me stessa, per essere simile a Te sulla croce, o buon Gesù e mio
Maestro.
O Gesù, quando vieni a me nella S. Comunione Tu, che Ti sei
degnato dimorare assieme al Padre ed allo Spirito Santo nel piccolo
cielo del mio cuore, procuro per tutto il giorno di tenerTi compagnia,
non lasciandoTi solo nemmeno un istante; benché io sia in compagnia di
altra gente, o assieme alle educande, il mio cuore è sempre unito a
Lui. Quando riposo Gli offro ogni palpito del mio cuore; quando mi
sveglio, m'immergo in Lui senza dire una parola. Quando mi sveglio,
adoro un momento la Santissima Trinità e la ringrazio d'essersi degnata
di concedermi un altro giorno ancora e per il fatto che si ripete
ancora in me il mistero dell'Incarnazione del Figlio Tuo, perché ancora
una volta si ripete davanti ai miei occhi la Tua dolorosa Passione.
Cerco allora di facilitare a Gesù il passaggio attraverso me, per
giungere alle anime degli altri. Con Gesù vado ovunque; la Sua presenza
mi segue dappertutto. Nelle sofferenze sia dell'anima che del corpo
procuro di mantenere il silenzio, poiché è allora che il mio spirito
acquista la forza che gli deriva dalla Passione di Gesù. Ho
continuamente davanti agli occhi il Suo Volto oltraggiato e sfigurato,
il Suo Cuore divino trafitto dai nostri peccati e specialmente
dall'ingratitudine delle anime elette. Doppio avvertimento, perché mi
prepari alle sofferenze che mi attendono a Varsavia. il primo
avvertimento è stato interiore attraverso una voce udita; il secondo è
avvenuto durante la S. Messa. Prima dell'elevazione vidi Gesù
crocifisso, che mi disse: « Preparati
alla sofferenza ». Ringraziai il
Signore di avermi avvertito e Gli dissi: « Non soffrirò certamente più
di Te, mio Salvatore ». Tuttavia mi preoccupai della cosa
e mi
fortificai con la preghiera e con piccole sofferenze, per essere pronta
a sopportarne di maggiori, quando giungeranno.
19.X.35.
Partenza
da Wilno per Cracovia per gli esercizi spirituali dì otto giorni.
Venerdì sera durante il rosario, mentre pensavo al viaggio
dell'indomani ed all'importanza della questione che dovevo sottoporre a
Padre Andrasz, fui presa dalla paura vedendo chiaramente la mia miseria
ed inettitudine e la grandezza dell'opera di Dio. Schiacciata da tale
sofferenza, mi rimisi alla volontà del Signore. In quel momento vidi
Gesù vicino al mio inginocchiatoio, con una veste chiara, che mi disse
queste parole: «Perché
hai paura di compiere la Mia volontà? Forse non
ti aiuterò come ho fatto finora? Ripeti ogni Mia richiesta davanti a
coloro che Mi sostituiscono in terra e fa' solo quello che ti ordinano
». In quel momento una forza entrò nella mia anima. La mattina del
giorno dopo vidi l'Angelo Custode, che mi tenne compagnia nel viaggio
fino a Varsavia. Quando entrammo nella portineria, scomparve. Quando
passammo accanto alla piccola cappellina, per andare a salutare le
Superiore, in un attimo s'impadronì di me la presenza di Dio ed il
Signore mi riempì del fuoco del Suo amore. In tali momenti conosco
sempre meglio la grandezza della Sua Maestà. Quando salimmo in treno a
Varsavia diretti a Cracovia, vidi di nuovo accanto a me il mio Angelo
Custode, che pregava contemplando Iddio ed il mio pensiero andava
dietro a lui. Quando giungemmo alla porta del convento, scomparve.
Quando entrai nella cappella, fui nuovamente investita dalla Maestà di
Dio; mi sentii tutta sprofondata in Dio, tutta immersa e compenetrata
in lui, vedendo quanto ci ama il Padre Celeste. Oh! quale grande
felicità proviene alla mia anima dalla conoscenza di Dio, della vita di
Dio. Desidero dividere questa felicità con tutti gli uomini, non posso
tener chiusa tale felicità solo nel mio cuore, poiché i suoi raggi
m’infiammano e mi fanno scoppiare il petto e le viscere. Voglio
attraversare il mondo intero e parlare alle anime della grande
Misericordia di Dio. O sacerdoti, aiutatemi in questo, usate le
espressioni più forti sulla Sua Misericordia, poiché tutto è troppo
blando, per indicare quanto è misericordioso.
+ GMG Cracovia 20.X.35.
ESERCIZI SPIRITUAKLI DI OTTO GIORNI.
Dio
eterno, la bontà stessa, la cui Misericordia non può essere compresa da
nessuna mente né umana né angelica, aiuta questa Tua povera figliola a
compiere la Tua santa volontà come Tu stesso me la fai conoscere. Non
desidero altro se non compiere il volere di Dio. Ecco, Signore, hai la
mia anima ed il mio corpo, la mente e la volontà, il cuore e tutto il
mio amore. Disponi di Te secondo i Tuoi eterni disegni. Dopo la S.
Comunione la mia anima fu di nuovo inondata dall’amore di Dio. Gioisco
della sua grandezza. Qui vedo che evidenzia la sua volontà che debbo
compiere e nello stesso tempo vedo la mia debolezza e la mia miseria.
Vedo che senza il Suo aiuto non posso far nulla.
NEL SECONDO
GIORNO DEGLI ESERCIZI.
Quando dovevo andare in parlatorio dal Padre
Andrasz, ebbi paura per il fatto che dopotutto il segreto esiste solo
in confessionale; era un timore infondato. La Madre Superiora con due
parole mi tranquillizzò. Ma quando entrai nella cappella, sentii
nell'anima queste parole: « Desidero che di fronte al Mio sostituto tu
sia sincera e semplice come una bambina, così come sei con Me,
altrimenti ti abbandonerò e non tratterò più intimamente con te ». Per
la verità Dio mi concesse la grande grazia di una completa fiducia, e
terminato il colloquio, Iddio mi fece la grazia di una grande serenità
e di tanta luce in merito agli argomenti trattati. O Gesù, luce eterna,
illumina il mio intelletto, rafforza la mia volontà ed infiamma il mio
cuore. Resta con me come mi hai promesso, poiché senza dì Te sono
nulla. Tu sai, o Gesù mio, quanto io sia debole, non ho certamente
bisogno di dirtelo, poiché Tu stesso sai molto bene quanto io sia
misera. In Te sta tutta la mia forza.
IL GIORNO DELLA
CONFESSIONE.
Fin
dalla mattina cominciai a sperimentare una lotta interiore così
accanita, quale non avevo ancora mai provato. Il completo abbandono da
parte di Dio; sentivo il peso di tutta la mia debolezza; mi opprimevano
questi pensieri: perché dovrei abbandonare questo convento nel quale
sono benvoluta dalle consorelle e dalle Superiore e dove la vita è così
tranquilla? Sono legata da voti perpetui e compio i miei impegni con
facilità. Perché dovrei ascoltare la voce della coscienza; perché
seguire fedelmente l'ispirazione? Chi sa da chi proviene? Non farei
meglio a comportarmi come tutte le altre Suore? Forse si possono
soffocare le parole del Signore, non facendovi caso. Forse Iddio non ne
terrà conto nel giorno del giudizio. Dove mi conduce questa voce
interiore? Se la seguo, quali tremende tribolazioni, sofferenze e
contrarietà mi aspettano? Ho paura del futuro e nel presente sto
agonizzando. Questa sofferenza durò tutto il giorno con una tensione
uniforme. Verso sera, quando mi accostai alla santa confessione,
nonostante mi fossi preparata in precedenza, non potei confessarmi
completamente. Ricevetti l'assoluzione e me ne andai dal confessionale
non sapendo quello che mi succedeva. Quando andai a riposare, la
sofferenza crebbe fino al massimo grado o piuttosto si tramutò in un
fuoco che, come un fuimine penetrò in tutte le facoltà della mia anima,
fino al midollo delle ossa, fino alla più segreta cellula del cuore. In
un simile stato dì sofferenza, non riuscivo a decidermi a far nulla: «
Signore, sia fatta la Tua volontà ». Ma in certi momenti non riuscivo
nemmeno a pensare questo. Per la verità uno spavento tremendo mi stava
soffocando e mi stava lambendo un fuoco infernale. Sui fare del mattino
regnò la calma e le sofferenze scomparvero in un batter d'occhio, ma mi
sentivo così tremendamente stremata che non riuscivo a fare il più
piccolo movimento. Poco alla volta mi ritornarono le forze mentre
parlavo con la Madre Superiora. Però Dio solo sa come mi son sentita
per tutta la giornata. O Verità Eterna, o Verbo Incarnato, che hai
compiuto la volontà del Padre Tuo nella maniera più fedele, ecco oggi
divento martire delle Tue ispirazioni, poiché non le posso eseguire,
dato che non ho la mia volontà, nonostante che io conosca in modo
chiaro la Tua santa volontà interiormente, tuttavia mi sottopongo in
tutto alla volontà dei Superiori e del confessore. Perciò io la compirò
per quel tanto che Tu mi permetterai di compierla tramite il Tuo
sostituto. O mio Gesù, mi dispiace ma antepongo la voce della Chiesa a
quella con cui parli a me.
DOPO LA SANTA COMUNIONE.
Ho
visto Gesù come al solito che mi ha detto queste parole: «Appoggia il
tuo capo sulla Mia spalla e riposati e prendi forza. Io sono sempre con
te. Parla all'amico del Mio cuore; digli che Mi servo di creature così
deboli per compiere le Mie opere ». Subito dopo il mio
spirito venne
rinvigorito da una forza singolare. « Digli, che gli ho fatto conoscere
la tua debolezza in confessione, in modo che sapesse chi sei per te
stessa ». Ogni lotta sostenuta valorosamente mi procura
gioia,
tranquillità, luce, esperienza e coraggio per l'avvenfre, onore e
gloria a Dio ed a me la ricompensa finale.
OGGI E’ LA FESTA DI
CRISTO RE.
Durante
la S. Messa ho pregato fervorosamente perché Gesù sia il Re dì tutti i
cuori, perché la grazia dì Dio brilli in ogni anima. Ad un tratto ho
visto Gesù come è dipinto nell'immagine e mi ha detto queste parole: «
Figlia Mia, Mi rendi la
più grande gloria, adempiendo i Miei desideri
». Oh, quanto è grande la Tua bellezza, o Gesù, mio Sposo! O fiore vivo
e vivificante, in cui è racchiusa la rugiada che dà la vita alle anime
assetate. In Te è immersa la mia anima. Tu solo sei oggetto delle mie
aspirazioni e dei miei desideri. Uniscimi nel modo più intimo a Te, al
Padre ed allo Spirito Santo. Possa io vivere e morire in Te! Solo
l'amore ha un significato; esso innalza le nostre più piccole azioni
verso l'infinito. O mio Gesù, io in verità non saprei vivere senza di
Te. Il mio spirito si è fuso col Tuo. Nessuno comprende bene questo:
occorre prima vivere di Te, per conoscerTi negli altri.
Cracovia, 25.X.35.
PROPOSITI DOPO GLI ESERCIZI SPIRITUALI.
Non
far nulla, senza il permesso del confessore e l'accordo dei superiori,
in tutto, ma specialmente nelle ispirazioni e richieste del Signore.
Tutti i momenti liberi li trascorrerò con l'Ospite Divino nel mio
intimo; cercherò dì mantenere il silenzio interiore ed esteriore, in
modo che Gesù possa riposare nel mio cuore. Il mio riposo più gradito
sta nel servire le consorelle e nella disponibilità verso dì loro.
Dimenticare me stessa e pensare a quello che può far piacere alle
consorelle. Qualunque osservazione mi venga fatta, non addurrò
spiegazioni né giustificazioni; permetterò che mi giudichi chiunque
abbia piacere di farlo. Ho un solo Confidente, al Quale svelerò tutto
ed è Gesù Eucaristia ed in sostituzioni di Lui, il confessore. In tutte
le tribolazioni sia dell'anima che del corpo, nelle tenebre,
nell'abbandono, tacerò come una colomba, senza lamentarmi. Mi
annienterò ogni momento come una vittima ai Suoi piedi, per impetrare
Misericordia per le povere anime. Tutto il mio nulla affonda nel mare
della Tua Misericordia; con la fiducia di un bambino mi getto fra le
Tue braccia, o Padre dì Misericordia, per ricompensarTi della
diffidenza di tante anime, che hanno paura dì confidare in Te. Oh,
quanto è piccolo il numero delle anime, che Ti conoscono veramente! Oh,
come desidero ardentemente che la festa della Misericordia sia
conosciuta dalle anime! La Misericordia è il coronamento delle Tue
opere; Tu predisponi tutto con la sensibilità della più tenera delle
Madri.
+ G.M.G. Cracovia,
27.X.1933 PADRE ANDRASZ. CONSIGLI SPIRITUALI.
«
Non far nulla senza il consenso dei superiori. Su questa questione
occorre riflettere bene e pregare molto. In queste cose bisogna essere
molto prudenti, poiché lei, sorella, qui ha la volontà di Dio certa ed
evidente, poiché è unita a questo ordine coi voti e per di più
perpetui. Quindi non ci debbono essere dubbi, e quello che lei sente
interiormente sono solo lampi che l'invitano a fondare qualche cosa.
Iddio può fare spostamenti, ma queste cose avvengono molto di rado.
Finché lei non otterrà una conoscenza più evidente, non affrettarsi. Le
opere di Dio procedono piano; se sono da Dio, si conoscerà chiaramente
e se no, andranno in fumo e lei obbedendo, non sbaglia. Ma parlare
sinceramente di tutto col confessore ed ascoltarlo ciecamente. Ora a
lei, sorella, non rimane altro da fare che accettare la sofferenza fino
al tempo del chiarimento, cioè fino alla soluzione di questo problema.
Lei è in una buona disposizione d'animo relativamente a queste cose;
continui ad essere così, piena di semplicità e di spirito d'obbedienza.
Questo è un buon segno. Se lei continuerà in questa disposizione
d'animo, Iddio non permetterà che lei vada fuori strada. Per quanto è
possibile, tenersi lontano da queste cose; ma se ciò nonostante
capitano, accertarle con tranquillità, non aver paura di nulla. Lei è
in buone mani, nelle mani di Dio che è tanto buono. In tutto quello che
mi ha detto, non vedo alcuna illusione o incompatibilità con la fede.
Sono cose in sé buone; anzi sarebbe bene che ci fosse un gruppo di
anime che pregassero Dio per il mondo, poiché tutti abbiamo bisogno di
preghiere. Lei ha un buon direttore spirituale. Si attenga a quello che
le dice e stia tranquilla. Sia fedele alla volontà di Dio e l'adempia.
In quanto al lavoro, faccia quello che le ordinano, come le ordinano,
anche se fosse il più umiliante e faticoso. Scelga sempre l'ultimo
posto, ed allora le diranno: venga più sù. Nell'animo ed in tutto il
comportamento deve considerarsi l'ultima di tutta la casa e di tutta la
Congregazione. In tutto e sempre la più rigorosa fedeltà a Dio ».
O mio
Gesù, desidero soffrire ed ardere del fuoco dell’amore in tutti gli
avvenimenti della vita. Sono tutta Tua, desidero inabissarmi in Te, o
Gesù, desidero perdermi nella Tua divina bellezza. Tu m'insegni,
Signore, col Tuo amore, e penetri nel mio intimo come un raggio di sole
e trasformi le tenebre della mia anima nella Tua luce. Sento bene che
vivo in Te, come una minuscola scintilla ingoiata dall'incalcolabile
incendio, in cui ardi, o impenetrabile Trinità. Non esiste una gioia
più grande dell'amore di Dio. Già su questa terra possiamo pregustare
la felicità degli abitanti del cielo con una stretta unione con Dio,
misteriosa e talvolta inconcepibile per noi. Si può ottenere la stessa
grazia con la semplice fedeltà dell'anima. Quando s'impadronisce di me
un senso di svogliatezza e di noia per i miei doveri, rifletto sui
fatto che mi trovo nella casa del Signore, dove non c'è nulla di poco
conto, dove da quella mia azione di poco conto, eseguita con la mente
rivolta al cielo, può dipendere la gloria della Chiesa ed il profitto
di più di un'anima, e perciò nella vita religiosa non c'è nulla di poco
conto. Per le avversità che sto sperimentando, mi rendo conto che il
tempo della lotta non è finito, mi armo di pazienza ed in questo modo
vinco il mio avversario. Non cerco da nessuna parte la perfezione per
pura curiosità, ma penetro nello Spirito dì Gesù e considero le Sue
azioni, come sono descritte in breve nel Vangelo e, se anche campassi
mille anni, non riuscirei ad esaurire quanto in esso è contenuto.
Quando le mie intenzioni non vengono approvate anzi sono condannate,
non me ne stupisco troppo; so infatti che soltanto Iddio scruta nel mio
cuore. La verità non perisce ed il cuore ferito col tempo si
tranquillizza ed il mio spirito si fortifica nelle avversità. Non
sempre ascolto quello che mi dice il cuore, ma prego Dio che mi dia
luce; quando sento in me l'equilibrio, allora parlo di più. Il giorno
della rinnovazione dei voti. La presenza dì Dio ha inondato la mia
anima. Durante la S. Messa ho visto Gesù, che mi ha detto queste
parole: « Tu sei per Me
una grande gioia; il tuo amore e la tua umiltà
fanno sì che abbandoni il trono del cielo e Mi unisca a te. L'amore
pareggia l'abisso che c'è fra la Mia grandezza e la tua nullità
».
L'amore
m'inonda l'anima; sono immersa in un oceano d'amore; sento che sto
svenendo e mi perdo completamente in Lui. O Gesù, rendi il mio cuore
simile al Tuo, o meglio cambialo nel Tuo, in modo che riesca a sentire
le necessità degli altri cuori e soprattutto di quelli che soffrono e
sono tristi; i raggi della Misericordia dimorino nel mio cuore.
Una
sera, mentre camminavo nell'orto recitando il rosario, giunsi al
cimitero, scostai la porta e pregai per un momento e poi chiesi loro
interiormente: « Siete
veramente molto felici? ». Immediatamente udii
queste parole: « Siamo felici
nella misura in cui abbiamo fatto la
volontà di Dio ». E poi silenzio come prima. Rientrai in
me e pensai a
lungo come faccio io la volontà di Dio e come utilizzo il tempo che
Iddio mi concede. Lo stesso giorno, quando andai a riposare, venne da
me di notte un'anima, mi svegliò bussando contro il comodino e mi
chiese di pregare. Volevo chiedere chi fosse, ma mortificai la mia
curiosità ed unii questa piccola mortificazione alla preghiera che
offrii per lei. Una volta andai a far visita ad una cara consorella
ammalata, che aveva ormai ottantaquattro anni e si distingueva per
molte virtù e le domandai: « Lei, sorella, sarà certamente pronta a
presentarsi davanti al Signore? ». Mi rispose che per tutta la vita si
era preparata a quest'ultima ora e mi disse queste parole: « L'età non
affranca dalla lotta ».
+ Una volta che, prima del giorno dei
defunti, andai al cimitero verso l'imbrunire, il cimitero era chiuso,
ma scostai un po' la porta e dissi: “Care anime, se desiderate
qualche
cosa, la farò volentieri per voi, per quanto me lo permette la regola”.
E subito udii queste parole: « Fa' la
volontà di Dio; noi siamo felici
nella misura in cui abbiamo fatto la volontà di Dio ».
+ La sera
quelle anime vennero e mi chiesero preghiere. Pregai molto per loro.
Mentre la processione di sera ritornava dal cimitero vidi una
moltitudine di anime che venivano con noi verso la cappella e pregavano
assieme a noi. Ho pregato molto, poiché per questo avevo il permesso
dei superiori. Di notte mi venne a far visita di nuovo un'anima che
avevo già visto in passato, tuttavia quest'anima non mi chiese
preghiere, ma mi fece dei rimproveri di questo genere, dicendomi che
una volta ero molto vanitosa e superba. « E adesso intercedi tanto per
gli altri, ma anche adesso hai ancora alcuni difetti ». Risposi che ero
molto superba e vanitosa, ma che mi ero confessata ed avevo fatto la
penitenza per la mia stupidità. Ed ho fiducia nella bontà del mio Dio e
se ora cado ciò avviene involontariamente e mai con premeditazione, sia
pure nella più piccola cosa. Però quell'anima cominciò a farmi altri
rimproveri: Perché non voglio riconoscere la sua grandezza? « Che tutti
mi riconoscono per le mie grandi imprese. Perché solo tu non mi dai
gloria? ». Fu allora che m'accorsi che in quella figura c'era satana e
dissi: « A Dio Solo è dovuta la gloria! Vattene satana! ». E in un
attimo quell'anima sprofondò in una voragine orribile, inconcepibile a
descrivere e dissi a quella miserabile anima che l'avrei detto a tutta
la Chiesa. È sabato e torniamo già da Cracovia a Wilno. Durante il
tragitto abbiamo fatto una sosta a Czestochowa. Mentre pregavo davanti
all'immagine miracolosa, sentii che sono gradite... [il pensiero è
rimasto incompleto]
FINE DEL PRIMO QUADERNO.