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8 - Un prodigioso fiorire di Collegi

È veramente impressionante il ritmo con cui sorsero i primi collegi. Nel giro di pochi anni, nonostante le ristrettezze e le contrarietà, le vocazioni si moltiplicarono e fiorirono numerosi collegi per accogliere le persone più bisognose.

La... fretta di Madre Speranza era dovuta al fatto che aveva saputo che presto si sarebbe scatenata una terribile guerra civile. Voleva dare pane e istruzione al maggior numero possi­bile di bambini poveri, preservandoli, nello stesso tempo, dalle manipolazioni che i nemici della Chiesa avrebbero tentato di fare nei loro confronti per attirarli alle loro idee sovversive.

Era convinta che l'ignoranza allontana dalla verità e dalla religione, mentre una sana istruzione facilita la scelta di quelle idee e quei valori che stanno alla base di una vita dignitosa. Seguendo un ordine cronologico parleremo dei vari Collegi aperti in successione dal 1931.

Alfaro

Dopo il Collegio di Via Leganitos, a Madrid, il 18 giugno 1931, ad Alfaro, in provincia di Logroíio, si aprì un secondo collegio per accogliere bambini poveri e per la formazione delle giovani.

L'edificio che le ospitava era stato costruito dal nonno del fondatore della Falange spagnola José Antonio Primo de Ri­vera.

Era un bell'edificio con 105 camere, un cortile interno e, non molto lontano, un orto. Il Vescovo di Tarazona, Sua Ecc.za Mons. Isidoro Gomà, le ricevette paternamente e diede loro come cappellano D. Esteban Ecay. Purtroppo dopo appena otto giorni il Vescovo, acconsentendo ad una supplica del Vescovo di Madrid ritirò il permesso e le suore e le bambine rimasero per ben cinque anni senza poter tenere il Santissimo in casa.

L'attività delle suore in questo paese fu molto apprezzata specialmente dalla gente semplice che le prese a ben volere e volentieri offriva quello che aveva, soprattutto frutta e verdura.

Ben presto si riempì di circa 200 bambine e ragazze esterne, una ventina interne e 16 postulanti. Nell'immediato dopo­guerra arrivò ad accogliere fino a 365 bambine. In questa casa si conservano eccezionali ricordi che testimoniano la predile­zione di Gesù Bambino per la Madre e la sua fiduciosa corri­spondenza. Innanzitutto una piccola statua di Gesù Bambino che mai nessuno ricorda di aver comprato, ma che le venne misteriosamente regalata. In che modo lo spiega lei stessa al suo direttore spirituale:

"Padre, ho un Bambino bellissimo, non posso fare a meno di dirglielo; mi è stato regalato in un momento che ero 'dis­tratta'; 1'abbiamo messo nel Tabernacolo e sta molto bene".

Impressionante è ciò che si può costatare nel pavimento del­l'ultimo piano di questa casa: sui mattoni ci sono ben visibili delle impronte di un piedino le cui dimensioni corrispondono a quelle del Bambinello e altre di un cane, che fanno pensare all'ira del "tignoso" il quale, a causa del bene che qui si faceva, si era più volte scagliato contro la Madre. Molti hanno sentito raccontare dalla stessa come avvenne questo fatto stra­ordinario. Siamo nei primi anni di vita della Congregazione, forse nel 1934; tra le penitenze che la Madre aveva escogitato ci fu anche quella di mettere nella federa, al posto del cuscino, un blocco di cemento.

Le suore, considerato che in quel periodo la Madre non si trovava in buona salute pregarono il suo confessore di proibir­glielo e la Madre obbedì prontamente. La sera, quando stava per mettersi a letto, le apparve "un Gesù Bambino" che le chiese come mai avesse smesso di fare quella penitenza. E Ma­dre Speranza rispose che lo faceva unicamente perché il con­fessore glielo aveva proibito. Il "Bambino Gesù" tentò di dis­suaderla dal compiere questa obbedienza adducendo varie mo­tivazioni. La Madre stava quasi per cedere, poi decise di obbe­dire piuttosto al confessore che al "Bambino Gesù". Fu in quel momento che il grazioso "Bambino" si trasformò in un cane rabbioso che si allontanò lasciando sui mattoni l'impronta delle sue zampe. Era il demonio.

Poco dopo Madre Speranza vide venire verso di lei il vero Gesù Bambino che lasciò sui mattoni l'impronta dei suoi pie­dini. A questa casa se ne aggiunse più tardi un'altra, nella stessa cittadina di Alfaro, per accogliere persone anziane e sole.

Bilbao

Il 31 maggio 1932, festa di Maria Mediatrice, si aprì il Collegio di Bilbao. La sua storia inizia con la visita che la signo­rina Pilar fece alla Madre, nel mese di marzo, mentre si trovava ad Alfaro.

In quell'occasione chiese alla Madre di andare a Bilbao per prendersi cura di un collegio per bambini poveri che intendeva fondare in quella città basca. Scrive nel suo Diario: "Oggi 18 maggio mi sono distratta e il Buon Gesù mi ha detto che vuole si realizzi la fondazione di Bilbao; io avevo tanta ri­pugnanza ad accettare perché avevo l'impressione che si trat­tasse di un gruppo di signore; ma il Buon Gesù mi ha detto che era arrivato il momento nel quale la signorina che doveva aiutarmi in tutto e per tutto incominciasse il suo lavoro. Il giorno dopo dovevo andare a Bilbao e ospitarmi in casa di questa signorina. Così feci e in pochi giorni tutto fu pronto per la fondazione".

La casa che accolse la Comunità, composta da sei suore, si trovava in Via Elejabarri, era molto povera e non disponevano neppure di ciò che era indispensabile per vivere. C'erano solo sei letti, ma non cerano né sedie, né tavoli, né l'occorrente per cucinare. Le uniche risorse erano le poche provviste portate da Alfaro.

Provvidenzialmente avvenne un piccolo episodio che fece mutare la situazione. Sentendo un giorno passare la pesci­vendola, la Superiora diede ad una suora tutti i soldi che aveva per comprare un po' di pesce, ma si trattava solo di pochi cen­tesimi che non sarebbero serviti a nulla. Mentre la suora si scu­sava con la pescivendola passò la signorina Pilar, la quale si rese conto che le povere suore non avevano neppure il cibo ne­cessario e subito intervenne. Da quel giorno in casa non mancò più nulla di ciò che era necessario. All'inizio non c'erano molti bambini e la Madre poté aprire anche una scuola per esterni, che però, dopo soli due anni, chiuse essendosi resi necessari i locali per i bambini interni.

Qui fu aperto il primo Noviziato della Congregazione. Passati i tre anni del contratto, invece di rinnovarlo, la signorina Pilar prese in affitto, in Via Henao 9, una casa che per quanto piccola servì per una discreta provvisoria sistema­zione.

Quando nel 1937, durante la guerra civile, le truppe nazio­nali entrarono a Bilbao, la Madre e la signorina. Pilar entra­rono anch'esse con uno speciale permesso.

In questa città la signorina Pilar possedeva un grande edifi­cio che avrebbe voluto donare alla Madre perché vi collocasse il Collegio dell'Amore Misericordioso, ma in esso c'erano le “Scuole dell’Ave Maria”, dirette da un sacerdote, D. Doroteo Irizar.

Non era facile né opportuno invitarlo a lasciare l'edificio. Quando, però, entrarono a Bilbao videro che l'edificio era stato occupato dai militari che lo avevano adibito a Ospedale di pronto soccorso. Era l'occasione propizia per istallarvi il Col­legio.

La Madre offrì la casa di Sestao per trasportarvi l'Ospedale e così l'edificio capace di accogliere 300 bambini, fu occupato dalle suore. Si dispose inoltre che una parte di esso, indipen­dente dal resto, fosse destinato ad accogliere un gruppo di ra­gazze interne.

Madrid - Via Ferraz

Nel novembre del 1932, a Madrid, da Via Leganitos, il col­legio fu trasferito in via Ferraz, 17.

Lo aveva chiesto a Madre Speranza il Nunzio Apostolico perché lo riteneva un luogo più sano, soprattutto per le bam­bine, ma anche perché era convinto che un'associazione civile approvata, come era quella di Madre Speranza, avrebbe potuto lavorare con più libertà, senza incontrare gli ostacoli che incontravano invece le altre Congregazioni religiose per l'inse­gnamento ai bambini.

La nuova casa era un piccolo hotel con un grande parco pro­tetto da una inferriata. L'aveva acquistato per la Madre la con­tessa de Fuensalida. Qui rimarranno fino al 1936, quando a causa della guerra civile, venne abbandonato.

Hecho

La casa di Hecho, in provincia di Huesca, Diocesi di Jaca, in piena zona pirenaica, fu aperta il 4 aprile del 1932.

La prima superiora e cuoca della casa, Suor Inès Riesco, ricorda che si iniziò accogliendo nell'asilo infantile 93 bam­bine.

La Madre dovette presto abbandonare la casa perché cadde gravemente ammalata, con un braccio paralizzato.

Il medico le ordinò di allontanarsi immediatamente perché il suo organismo non poteva sopportare il freddo e l'altezza di quel luogo. Mentre la portavano a Bilbao, volle passare al San­tuario della Madonna del Pilar, a Saragozza, dove guarii com­pletamente.

La Comunità svolgeva una duplice attività: l'accoglienza dei bambini e l'assistenza a domicilio agli ammalati poveri.

Larrondo

Il 29 ottobre dell'anno 1933, Festa di Cristo Re, si inaugurò il Collegio di Larrondo, nelle vicinanze di Bilbao. Qui la signorina Pilar possedeva un terreno e propose alla Madre di costruirvi un Collegio per bambini poveri e per il Noviziato.

Molto volentieri Madre Speranza accettò la proposta perché il numero delle novizie era in continuo aumento e la casa di Bilbao risultava piccola.

Lo stesso Vescovo di Vitoria, D. Ramòn Galbarriatu, andò per inaugurare la casa. La Madre, ammalata, rimase a Bilbao, senza avere la gioia di poter assistere alla cerimonia. Era pre­sente la signorina Pilar con le suore destinate a quella casa.

Il 29 giugno del 1935 vi fu trasferito il primo Noviziato della Congregazione. Più tardi, risultando piccola la Cappella e la parte destinata al Noviziato, la signorina Pilar fece costruire un altro padiglione e ampliò la Chiesa.

Durante la guerra civile divenne il riparo per la gente del posto e proprio per questo motivo fu bombardata da aerei e cannoni, ma, grazie a Dio, i danni furono molto limitati.

L'attività di questa casa fu sempre molto intensa: arrivò ad accogliere fino a 550 fra bambini e bambine, la maggior parte dei quali erano interni.

Santurce

Nella cittadina basca di Santurce, in piazza Madonna del Mare, la signorina Pilar aveva una casa che donò a Madre Spe­ranza per accogliere bambini bisognosi. L'inaugurazione av­venne 1'8 dicembre 1933, festa dell'Immacolata.

Fu il Parroco a benedire i locali, ma non avendo ancora una Cappella nel Collegio, tutto si svolse nella Chiesa della Madonna del Mare.

Assistettero alla cerimonia, la Madre, la signorina Pilar, le suore destinate alla casa e circa 350 bambini del catechismo, ai quali la Madre volle distribuire un'abbondante merenda.

La casa, destinata ad accogliere bambine con handicap, pre­sto si riempì di tante creature bisognose di particolari cure e affetto. Per attenderle convenientemente si decise di chiudere le scuole per bambine esterne.

San Sebastiain

Il giorno 28 ottobre 1934, festa di Cristo Re, si inaugurò una nuova casa nella bella città cantàbrica di San Sebastiàn.

In una lettera scritta da Madre Pilar Antín si dice: "La Madre è rimasta fino alla domenica seguente a San Sebastiàn dove la casa è già in funzione. Hanno la Messa ogni giorno, celebrata dagli Agostiniani che si trovano di fronte alla casa".

L'edificio che accolse la comunità e i bambini era una villa che la signorina Pilar aveva regalato alla Congregazione. Non era molto grande, ma lo spazio che c'era intorno permetteva un buon ampliamento e perfino un campo dove i bambini potesse­ro giocare. Quando i lavori furono terminati, in breve tempo la casa si riempì di bambini orfani e bisognosi. Arrivò ad acco­glierne fino a 500, con varie sezioni di scuola materna, ele­mentare e media.

Sestao

Nella cittadina di Sestao, non lontano da Bilbao, si iniziò ai primi di novembre dell'anno 1934 la costruzione di una casa. La signorina Pilar anticipò la somma necessaria per ulti­mare i lavori. Il Collegio fu inaugurato il 25 ottobre del 1935, festa di Cristo Re, Amore Misericordioso. Assistettero alla cerimonia, insieme alla Madre, alla signorina Pilar e alle suore, anche il Sindaco e la giunta Comunale, con l'architetto che l'a­veva costruita. Dovettero limitarsi a prendere solo cento bam­bine perché non disponevano di più posti. Durante la guerra civile la casa servì come ospedale militare. Quando nel 1938 i militari abbandonarono la casa, iniziò di nuovo l'attività scola­stica a pieno ritmo.

Colloto

Era desiderio di Madre Speranza fondare un Collegio nelle Asturie, zona di minatori, bersaglio, in quegli anni, di una forte propaganda comunista e anticristiana.

Insieme alla signorina Pilar, nei primi mesi dell'anno 1935, andò per trovare un posto adatto. Prima di arrivare ad Oviedo, nel paese di Colloto, la Madre disse alla signorina Pilar che in quel luogo c'era una casa grande con un giardino molto spazioso e desiderava parlare con i proprietari per trattare un eventuale acquisto.

I padroni della casa dissero che mai, fino a quel momento, avevano pensato a vendere, ma che avrebbero potuto farci un pensiero, visto che si trattava di fare un'opera buona. Di fatto fu veduta alla Congregazione. La casa si apri nel mese di maggio. In breve tempo risultò piccola e fu necessario ingran­dirla, molti infatti erano i bambini bisognosi che chiedevano di entrare.

L'inaugurazione ufficiale si fece il 18 dicembre, festa della Madonna della Speranza.

Ochandiano

La casa di Ochandiano venne aperta l'8 settembre 1935, festa della Natività di Maria. Il lavoro delle suore consisteva nell'attendere un centinaio di bambini e nell'assistenza ospe­daliera e casalinga degli infermi. La casa fu chiusa dopo pochi anni.

Villava

Nel 1938, una persona sconosciuta diede al Parroco di San Francesco, in Bilbao, una somma perché la consegnasse a Ma­dre Speranza con lo scopo di fondare una casa nella diocesi di Pamplona. Solo nel 1947, la Vicaria Generale, Madre Ascen­sione Alhama, poté aprire una comunità, a Villava dove venne­ro trasferite le Aspiranti che si trovavano ad Alfaro.

Quando ce ne fu bisogno la casa fu adattata per accogliere fino a 100 bambine bisognose di assistenza.

Infine, nel 1988, venne completamente ristrutturata e con il nome di "Casa Sacerdotale Vergine della Speranza" iniziò ad accogliere, in un padiglione, Sacerdoti diocesani e nell'altro gruppi per ritiri ed esercizi spirituali.

Menagarai

Nel paese di Managarai, non lontano da Bilbao, la Signo­rina Pilar possedeva una villa dove era nato suo padre e che le era, quindi, molto cara.

Nel 1939 decise di donarla alla Congregazione perché vi aprisse un collegio. Era una casa piccola, con orto e giardino, circondata da un bosco. L'inaugurazione avvenne il 3 marzo, presenti la Madre e la signorina Pilar.

Con il tempo il numero delle bambine crebbe e, nonostante le difficoltà soprattutto per la mancanza di acqua, svolse un provvidenziale lavoro di accoglienza. Più tardi la casa venne adibita per accogliere unicamente bambine con handicap.