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19 - Una stessa famiglia

La "Famiglia" sembra essere diventata ai nostri tempi un sogno proibito.

Sono molteplici e complessi i pericoli che la minacciano: immaturità, narcisismo, consumismo, egoismo... Invece di essere il luogo della crescita, della fraternità, dell'aiuto reci­proco, dove si acquietano le tensioni della vita, essa diventa spesso il luogo dell'egoismo più esasperato e delle pretese più assurde.

Ha bisogno anch'essa di un supplemento di misericordia.

Il luogo dove si fa la prima esperienza dell'amore mise­ricordioso è proprio la famiglia. Madre Speranza ne era con­vinta.

Nel fondare la sua Famiglia religiosa non solo affidava alle sue figlie e ai suoi figli il compito di portare aiuto e conforto a tante famiglie bisognose e afflitte, ma soprattutto, intendeva proporre un tipo di famiglia, dove, pur non essendoci legami di sangue, fosse praticato uno stile di accoglienza basato sulla fede, sulla carità reciproca, sul perdono e la misericordia.

La Madre ci teneva a dire che "queste due Congregazioni esortazione: "Consapevoli della necessità che l'uomo moderno ha di incontrarsi con l'amore del ‘Padre delle misericordie’, e lieti di essere consacrati alla diffusione di un tale amore, offrite, anzitutto, nell'ambito della vostra grande Famiglia, una testimonianza serena e convincente di carità fraterna. ‘Congre­gavit vos in unum Christi amor’: è Cristo Signore che si è inte­ressato ad ognuno di voi e vi ha riuniti in Congregazioni distinte ed in un'unica Famiglia, per compiere con differenti modalità, lo stesso cammino di perfezione nello svolgimento della missione evangelizzatrice". Queste parole non sono soltanto un incoraggiamento, ma definiscono la ricchezza di una originale intuizione di Madre Speranza che esortava conti­nuamente i suoi figli e le sue figlie a vivere questa comunione fraterna in vista della loro santificazione e dell'efficacia della loro missione: "Unitevi tutti, figli miei, nell'amore e nella carità del Buon Gesù affinché pieni di questo amore, possiate dif­fondervi nel mondo intero ed essere luce per tutti quelli che trattano con voi" .

Una grande Famiglia

La Famiglia dell'Amore Misericordioso, fondata da Madre Speranza è strutturata in due Congregazioni: quella delle An­celle e quella dei Figli dell'Amore Misericordioso.

La prima comprende le Suore in abito religioso e le suore senza segni esterni di consacrazione.

La seconda comprende i sacerdoti religiosi, i fratelli interni, i fratelli in abito civile e i sacerdoti diocesani con voti.

È opportuna una breve presentazione di queste varie forme di appartenenza, alcune tradizionali e altre moderne o addirit­tura innovative.

Ancelle dell'Amore Misericordioso

Le Ancelle, nate a Madrid, la notte di Natale dell'anno 1930, come Associazione civile, ottennero l'approvazione dio­cesana nel 1942 e quella pontificia il 16 dicembre del 1949.

La Congregazione si estese rapidamente, prima in Spagna, poi in Italia, in Germania, Brasile, Bolivia, Romania, India, Messico, Cuba e Perù.

Sempre attenta alle necessità del tempo, profeticamente aperta alle esigenze del momento, Madre Speranza, dopo i festeggiamenti per il Venticinquesimo di fondazione delle Ancelle in abito religioso, cominciò a pensare alla fondazione di un nuovo ramo di consacrate che, pur vestendo da secolari e svolgendo il loro lavoro nell'ambiente civile, avessero i voti e facessero vita di comunità.

Nella città di Fermo, dove si trovava per organizzare Colle­gio, Seminario e Casa del Clero, l'undici febbraio 1957, festa della Madonna di Lourdes, fecero la loro Professione, le prime quattro signorine.

Madre Speranza realizzava, così, un progetto lungamente accarezzato e in qualche modo già contenuto in germe nelle prime Costituzioni dove si dice che "La Congregazione... può ammettere alcune donne di provata virtù, come aggregate". L'approvazione da parte della Chiesa giunse il 22 settembre 1976.

A queste suore, proprio perché esposte a maggiori pericoli, è richiesta una profonda vita interiore e una intensa partecipazione alla vita comunitaria per ricevere il sostegno necessario per il loro delicato servizio di testimonianza. È anche richiesta una qualificata professionalità per servire nel modo migliore i fratelli. La mancanza di segni esteriori che riveli la loro iden­tità di religiose, facilita ad esse la possibilità di raggiungere anche i luoghi ostili alla religione.

I Figli dell'Amore Misericordioso

I religiosi, fondati nel 1951 a Roma, vivono la loro vita di consacrazione all'Amore Misericordioso nelle comunità a cui sono destinati. L'impegno prioritario è quello di essere vicino ai Sacerdoti diocesani, specialmente giovani, per favorire il loro cammino verso la santità e sostenerli nel lavoro, acco­gliendoli fraternamente nelle loro case per periodi più o meno lunghi, animando ritiri, incontri e corsi di esercizi spirituali. Sono chiamati ad essere mediatori di misericordia, soprattutto nel ministero della Confessione, con coloro che si sono allon­tanati da Dio e a comunicare ad essi la gioia del perdono, la fiducia e la speranza.

La Congregazione comprende anche religiosi non sacerdoti, chiamati fratelli, che condividono il carisma della Congrega­zione e si dedicano, sotto l'obbedienza del superiore, a svolge­re quei servizi ai quali sono destinati.

I fratelli che svolgono la loro attività all'interno della casa religiosa vestono come i sacerdoti religiosi e si impegnano a dare una pubblica testimonianza, svolgendo con disponibilità e competenza i servizi loro affidati.

I fratelli in abito civile, laureati, diplomati o specializzati in una professione, svolgono il loro lavoro all'esterno della comunità, con discrezione, riservatezza e professionalità, cer­cando di animare cristianamente il loro ambiente. Ad essi è richiesto di integrare lo spirito religioso con una sana apertura al mondo, attingendo le forze necessarie dalla preghiera e dalla vita in comune.

Dei Sacerdoti Diocesani con voti abbiamo diffusamente parlato mettendo in risalto la loro originalità: pur appartenendo ad una determinata Diocesi e rimanendo sotto l'obbedienza del Vescovo, devono essere considerati membri della Congrega­zione, vivendo, per quanto è possibile l'impegno della vita comunitaria. Nel presbiterio diocesano cercheranno di fomen­tare la comunione dei Sacerdoti tra loro e con il Vescovo.

A tutti i suoi Figli e a tutte le sue Figlie Madre Speranza chiedeva di "vivere sempre uniti come una pigna, per santifi­carsi, dare gloria al Signore e per fare il bene a tutti quelli che trattano con essi".

Associazione Laici A.M.

Nel 1996 è nata, a Collevalenza 1'Associazione Laici Amore Misericordioso (ALAM). Non è stata fondata da Madre Speranza, ma rientra nello spirito e nelle finalità della sua opera ed è anch'essa un segno profetico per il nostro mondo.

Si tratta di una unione di laici cristiani che partecipano, secondo la loro specifica vocazione, alla spiritualità e alla mis­sione della Famiglia religiosa fondata da Madre Speranza.

Si propone come fine "di favorire la santità della vita cri­stiana dei laici e di coinvolgerli più attivamente nella diffu­sione del regno di Dio nel mondo, secondo le indicazioni della Parola di Dio, del Magistero della Chiesa e della spiritualità dell'Amore Misericordioso.

È la risposta all'urgenza di un nuovo rapporto tra religiosi e laici messo in luce dalla dottrina sulla Chiesa del Concilio Va­ticano II. C'è complementarietà tra le due differenti vocazioni.

La condivisione del carisma con i laici risulta di grande van­taggio per l'evangelizzazione della società. Essi, infatti, hanno una maggiore conoscenza della vita del mondo, della cultura, dell'economia, della politica. Questi valori uniti a quelli speci­fici della vita religiosa, come la radicalità della sequela di Cri­sto, la contemplazione, la vita comune, sono per la Chiesa e per la sua opera di evangelizzazione di grandissima utilità.

Nel Documento della Congregazione per gli Istituti Reli­giosi "La vita fraterna in Comunità" (1994) si dice espressa­mente: "La collaborazione e lo scambio di doni diventa più intenso quando gruppi di laici partecipano per vocazione, e nel modo loro proprio, nel seno della stessa famiglia spirituale, al carisma e alla missione dell'istituto. Si instaureranno allora, relazioni fruttuose, basate su rapporti di matura correspon­sabilità e sostenute da opportuni itinerari di formazione alla spiritualità dell'istituto".

Questa Associazione si è rapidamente estesa in Italia e in varie nazioni del mondo, producendo dovunque copiosi frutti.

Andate in tutto il mondo

"La Vostra vocazione è grande!... e con questa vocazione voi portate la speranza nel mondo". Sono le parole di incorag­giamento pronunciate da Santo Padre Giovanni Paolo II nel primo incontro con la Famiglia dell'Amore Misericordioso, quando fece visita alla Parrocchia di S. Giovanni Evangelista, in occasione dell'inaugurazione della chiesa da essi costruita nel popoloso quartiere di Spinaceto, a Roma. Parole che molto opportunamente mettono in relazione la missione specifica della Congregazione alla virtù teologale della speranza di cui il nostro mondo ha estremamente bisogno. La Madre sentiva l'urgenza di portare al mondo questo messaggio. Il suo ardore missionario si esprimeva nella preghiera, nello spirito di sacri­ficio e nella formazione che dava alle sue figlie e ai suoi figli, perché fossero capaci di amare il mondo intero.

"Ho un solo desiderio: che le mie figlie diano al Signore una grande gloria e che, sempre uniti nel suo amore... si esten­dano nel mondo intero e diano a Lui molta gloria.

Non ho altro desiderio!" .

Nel messaggio inviato ai Figli dell'Amore Misericordioso in occasione del Cinquantesimo della loro Fondazione il Santo Padre Giovanni Paolo II fa ad essi questa consegna: "Acco­gliete e diffondete l'amore del Signore, amore che tutto com­prende e rinnova: amore che abbraccia ogni uomo e tutto l'uomo; amore che cambia la tristezza in gioia, le tenebre in luce, la morte in vita. In un mondo segnato dalla solitudine e dall'angoscia, a voi è chiesto di far risplendere la verità e il calore dell'Amore divino, fonte di pace e speranza".

La pretesa di "ricreare Dio"

Madre Speranza ebbe un giorno il privilegio di una visione che la incoraggiò a proseguire nel suo cammino tanto difficol­toso, ma altrettanto entusiasmante, di fondatrice.

"Vidi come Gesù piantava la vigna della Congregazione dei Figli dell'Amore Misericordioso...

E vide come essa, insieme a quella delle sue figlie, si sarebbe estesa nel mondo portando dovunque abbondante frutto.

La sua gioia è grande perché il Signore l'assicura che è con­tento e... "si ricrea e si ricreerà vicino ai primi Figli del suo Amore Misericordioso, alle sue Ancelle e a questa povera creatura che, Egli dice, ha chiamato per essere madre di tutti loro.

Io appoggiandomi sulla gioia del nostro Buon Padre, gli ho chiesto, e credo di averlo ottenuto, che sia Lui a portare sem­pre il timone di queste due navi o Congregazioni, che benedi­ca tutti i miei figli e figlie, e mi conceda la gioia che sempre e in ogni momento Lui possa ricrearsi con tutti loro".

La pretesa di "ricreare" Dio, di farlo sorridere ed essere contento, perché ci sentiamo suoi figli e suoi amici, è un dono e un impegno capace di dare pienezza di senso alla vita.

Madre Speranza ha chiesto a Dio questo dono per la sua famiglia religiosa e crede di averlo ottenuto. Le "due navi", delle Ancelle e dei Figli dell'Amore Misericordioso, guidate da un esperto Timoniere e sorrette dalla sua intercessione e dal suo esempio, solcano i mari del mondo per portare agli uomini il messaggio dell'amore misericordioso di Dio.

Verso la gloria

Potremmo diffusamente parlare della fama di santità di cui godette Madre Speranza durante la sua vita, al momento della morte e dopo. Innumerevoli e toccanti sono le testimonianze lasciate da chi la conobbe: dalle sue figlie e dai suoi figli, da cardinali, vescovi, sacerdoti, da persone semplici e importanti, che ebbero modo di verificare la sua straordinaria carità.

Ci limitiamo a ricordare che il processo diocesano per la sua Canonizzazione si è concluso nella Diocesi di Orvieto-Todi, l'undici febbraio 1990. Sono stati interrogati novantasette te­stimoni e consultati trent'uno archivi.

I documenti sono raccolti in trenta volumi. La Congrega­zione dei santi ha dato incarico a nove teologi di esaminare la così detta "Positio", una biografia documentata. Il giudizio è stato unanime: tutti hanno riconosciuto l'eroicità delle sue virtù e, il 23 aprile 2002, il Santo Padre, Giovanni Paolo II, l'ha dichiarata "Venerabile".

Ora, perché la Chiesa possa procedere alla sua Beatifica­zione e in seguito alla sua Canonizzazione, è necessario che una commissione medica dia il parere positivo riguardo all'au­tenticità di un miracolo avvenuto per sua intercessione, dopo la sua morte.

Nel concludere queste pagine vogliamo augurarci che ciò avvenga quanto prima e la luce della santità di Madre Speranza illumini la Chiesa e l'Umanità portando a tutti il sorriso di Dio e il pane della carità e della misericordia.