[ Ritorna al sito Gesu confido in Te! - Torna all'indice ]
A A A A A

LA PREGHIERA

La forza della preghiera è assai grande. La preghiera è l’unico mezzo per raggiungere Dio e poter ricevere la sua benedizione. Con l’uso costante della preghiera si può ritrovare la nostra identità e la grazia di Dio, il conforto di aprire il nostro cuore a Dio e salire con l’animo a Lui. L’Onnipotente Dio nostro ci concede, con le preghiere, le più grandi grazie, in questo modo Dio dimostra ai peccatori il suo amore. Egli concede a tutti, con tale mezzo, la possibilità di arrivare a Lui. La preghiera vera è l’unica e più grande consolazione per noi esiliati figli di Eva. L’infinita onnipotenza di Dio ci promette di esaudire le nostre preghiere se noi preghiamo nel modo giusto, al fine di conseguire l’eterna beatitudine. La nostra gioia diventa tanto più grande quanto più siamo Consapevoli di avere la possibilità di questa grazia. Il Signore infatti ha detto: Chiedete e vi sarà dato» ‘1n verità, in verità vi dico qualunque cosa chiederete al Padre, Egli ve la concederà in nome mio... chiedete e otterrete affinché la vostra gioia sia piena» Da tali promesse provenienti dalla bocca di Gesù Cristo ci sentiamo incoraggiati, noi misere anime, a pregare ininterrottamente e in tutti i tempi per essere salvati da tutti i pericoli di questa vita ed essere pronti, davanti al Figlio dell’uomo, quando verrà a giudicarci.
Tutti i cristiani potrebbero diventare beati se solo avessero l’umiltà di accettare profondamente le esortazioni buone e infinite e le promesse del Nostro Signore Gesù Cristo, pregando devotamente con fiducia e persistenza, e rifugiandosi in Lui. Invece la maggior parte degli uomini cade e si disperde col passar del tempo, trascurando la preghiera e l’amore di Dio, e restano separati, e per loro colpa ripudiati eternamente da Dio. Per conseguenza il più grande rimorso peserà su di loro per l’eternità nel profondo della loro coscienza, con il rimorso della consapevolezza che avrebbero potuto essere beati se solo avessero persistito nella preghiera. Certamente chi prega non vedrà esaudita ogni sua preghiera, perché non si prega sempre nel modo giusto. Chi vuole essere esaudito deve pregare con umiltà, fiducia, fervore e con persistenza. Accanto alla preghiera si rende necessario osservare i Comandamenti di Dio e tenere una vita devota e cristiana. La preghiera di coloro che dirigono tutte le loro opere al servizio di Gesù e Maria raggiunge un effetto ed una forza particolare. In questo contesto Anna Katharina Emmerich ebbe la seguente visione.

«Mi trovavo in un ambiente rotondo, grande e luminoso, il quale ai miei occhi, tanto più mi appariva rotondo quanto più mi sembrava grande. In tale ambiente mi venne mostrato come venivano valutate e presentate le nostre preghiere a Dio: erano riportate su una specie di lavagna bianca e suddivise in quattro classi. Alcune preghiere erano riportate in lettere dorate meravigliose, altre col colore argento-vivo, altre ancora con quello scuro, e infine le ultime con il colore scuro attraversate da una linea. Vidi tale distinzione con gioia, e osai appena domandare alla mia guida cosa significasse tutto questo’. Essa mi diede la risposta: «Quella che vedi riportata con le lettere dorate è la preghiera di coloro che hanno collegato il merito delle loro buone opere a quello di Gesù Cristo, e questa unione viene spesso rinnovata; costoro sono molto legati ai comandi del Salvatore e ne imitano l’esempio. Con l’argento vivo è riportata la preghiera di coloro che non pensano ad unificarsi al merito di “Gesù Cristo”, sebbene siano devoti e preghino profondamente fin nell’intimo del cuore. Quella che è riportata con il colore nero è la preghiera di coloro che non sono tranquilli, che non si confessano spesso, e quotidianamente non recitano certe preghiere; questi sono i tiepidi che operano il bene solo per abitudine. Ciò che è scritto con il colore nero sbarrato da una linea è la preghiera di quelle persone che ripongono tutta la loro fiducia nelle orazioni vocali che dovrebbero, secondo il loro parere, avere un merito, ma costoro non osservano i Comandamenti di Dio, anche se le loro cattive brame non causano violenza. Questa preghiera non ha nessun merito di fronte a Dio, perciò viene di nuovo cancellata. Così vengono cancellate anche le buone opere di coloro che le compiono ma che hanno come fine soltanto i vantaggi temporali.
Una forza particolare, invece, la riveste la preghiera rivolta a Dio con le braccia protese. ‘Questa preghiera non resiste a Dio, — si curò di dire Anna Katharina Emmerich, — proseguendo, anche il suo proprio Figlio ha pregato fino alla morte in questo atteggiamento. Io sono certa che una forte fiducia nella semplicità rende tutto più concreto e sostanzioso. Queste due espressioni mi danno un grande schiarimento sui miracoli e sull’esaudimento della preghiera. Sulla preghiera che viene recitata innanzi alla croce della Misericordia di Gesù Cristo, così si pronunciò: «Spesso sono stata istruita presso la croce di Coesfeld, che Dio sarebbe collegato con questo luogo e in questo posto ci sarebbe una resistenza contro il maligno, come in tutti i luoghi santi di venerazione. L’effetto del miracolo sarebbe collegato alla forza della fiducia e alla devozione nella preghiera. Spesso vedo la Croce glorificata nelle processioni spirituali, e vedo con tale glorificazione coloro che vengono esauditi e liberati dal male, essi ricevono le grazie con fiducia e devozione dalle preghiere. Ma vedo pure altri avvolti nelle tenebre della notte’. Il santo Vangelo insegna, a noi cristiani, il dovere di pregare per il nostro prossimo. Anna Katharina Emmerich chiarisce come sia importante e allo stesso modo efficace pregare per gli altri: «Fin dalla mia infanzia ho sempre avuto l’abitudine delle preghiere notturne, affinché tutte le disgrazie venissero evitate o mitigate: cadute, annegamenti, incendi, ecc. In conseguenza di queste preghiere ho visto sempre più chiaramente che le visioni di tali sciagure terminano a buon fine. Quando invece tralascio tali preghiere sento o vedo sempre succedere qualche grande sciagura. Sento, allora, oltre alla necessità della mia preghiera speciale, anche il bisogno di sollecitare gli altri, e lo faccio con la massima esortazione interiore, affinché anche essi possano adoperarsi nel servizio del prossimo con la preghiera».

Sull’effetto delle preghiere d’intercessione, da parte dei giusti della terra e dei Santi in cielo, Anna Katharina ebbe le seguenti visioni: «Mi trovavo in un ambiente aperto e spazioso senza alcun rapporto con luoghi naturali terreni. Stavo sollevata nell’aria e potevo vedere, ai miei piedi in basso, il mondo avvolto nella notte e molte immagini che emanava. Nello spazio vidi apparire infiniti cori di spiriti, fui circondata da loro. Non erano veri e propri Santi ma sembravano essere anime oranti. Esse accettavano preghiere, pregavano, vegliavano, supplicavano rivolti ai Cori delle regioni più elevate i quali, in seguito a queste suppliche, inviavano aiuto e comparivano alla luce. Questi ultimi erano i Santi. Le anime che mi attomiavano erano quelle di coloro che supplicavano l’intervento del Signore per tutti i peccati della terra. Ogni particolare condizione sulla terra sembrava avere le sue anime oranti. Tutto quello che mi circondava si mutava in una profonda armonia. Io pregavo per le mille necessità emergenti, e Dio inviava per queste il suo soccorso attraverso i suoi Santi. Vidi moribondi, impenitenti, pentirsi e convertirsi per mezzo delle preghiere e ricevere il Sacramento; e persone cadere pericolosamente nell’acqua e salvarsi con la preghiera. Tutto sarebbe impossibile senza di essa. Con la preghiera e l’ammirazione della Giustizia Divina si può strappar via la singola perdizione, come il lavoro di una vanga strappa via l’erbaccia . Un giorno la veggente disse: La mia guida mi esortò di nuovo di supplicare i miei conoscenti a pregare, e ad unirsi a me per la conversione dei peccatori, e in modo particolare per la fede e la compattezza del sacerdozio, perché si prepara un tempo difficile. La confusione diventerà sempre più grande».

Un’altra volta la suora Emmerich così raccontò:
»Mi trovavo con la mia guida per infinite ed alte scale, vidi altri oranti procedere l’uno dopo l’altro in una lunga fila. Sebbene fossi in alto vidi che cinque gradini sopra di me si stagliava una grande dtt luminosa. Un mondo di splendore. Mi sembrò come se potessi veder dentro la città luminosa attraverso un’indescrivibile tenda blu. Tutte le fila degli edifici ed i giardini terminavano in un punto centrale che era immerso in un bagliore tale che era impossibile fissare gli occhi e guardare. Dove volgevo lo sguardo si rendeva visibile un altro ordine di Santi e i Cori degli Angeli. Supplicai per la loro intercessione. Vidi che le Vergini ed i Martiri iinanzitutto deponevano la loro intercessione davanti al trono di Dio e i Cori poi divenivano sempre più evidenti; la Santissima Trinità appariva come un sole maestoso. Vedevo adesso questi Cori come tante piccole figure di luci angeliche trasformarsi in luci piccolissime, fini e profonde. Vidi Cherubini e Serafini, angeli alati. Le loro ali erano fatte di strali lucenti che si muovevano in continuazione. Mi apparvero pure cori di Angeli custodi. Tra le sante Vergini vidi anche quelle che avevano avuto la vita matrimoniale: santa Anna e molte altre del primo tempo, come Cunegonda e altre caste donne; non vidi Maddalena. Nei giardini non c’erano uccelli o altri animali. Guardando giù vidi tutta la dimensione dell’universo. A destra e sinistra dei gradini sui quali mi trovavo con la mia guida c’era un colore grigio e, intorno alla tenda, un colore blu. Dietro di me, in basso, vidi distendersi i territori terrestri:
isole città, paesi e giardini. Una dopo l’altra le anime si volgevano in quella direzione. Vidi tutti gli oranti, e le loro preghiere che si diffondevano nell’aria e volavano in alto, finendo per entrare nel petto dei Santi e degli Angeli. Essi stavano direttamente al cospetto del trono di Dio, e nel ricevere quelle preghiere assumevano una luce rinnovata. Ma vidi anche singole preghiere cadere nell’oscurità; alcune altre, che non potevano essere completate, le vidi completare e sorreggere da altri. Tale rapporto di preghiere si svolge tra gli uomini, gli Angeli e i Santi. Mi apparve un grande movimento tra gli Angeli, come tra i Santi e anche in basso, sulla terra. Vidi il loro soccorso in tanti casi urgenti, come le navi in pericolo.
Stanotte sono stata molto malata e venni portata lassù dalla mia guida. Ero sempre così curiosa di sapere cosa si celava dietro la tenda blu».
Più tardi la pia suora aggiunse. Credo che la mia testa abbia sanguinato in seguito alla grande visione della supplica dei Santi, dove vidi così tanto profondamente le amare sofferenze del Nostro Signore e soffrii per tutte le spine della corona e per tutte le altre cose che hanno relazione con la Passione. Mi resi conto così che ogni Santo soffre e si sacrifica dinnanzi al trono di Dio per i peccatori». La veggente ebbe altre visioni sulla forza del Santo Rosario . Vidi il Rosario di Maria con tutti i suoi segreti. Un devoto eremita venerava profondamente la Madre di Dio e ogni falda del manto era sempre piena di fiori, ghirlande e di erbe speciali per la Beata Vergine. Egli aveva una profonda conoscenza del significato di tutte le varie specie di erbe e fiori, le sue ghirlande assumevano sempre più un senso profondo e simbolico. Una volta la Santa Vergine intercedè presso Suo Figlio, per ottenere una grazia per quest’uomo, ed egli le dette, per lui e per tutti gli uomini, una corona del santo Rosario densa di significato”. Questo santo Rosario così straordinario fu descritto da Anna Katharina Emmerich, appena uscita dallo stato di estasi, in modo indicibilmente difficile al “pellegrino”. A costui fu impossibile trascrivere le parole della pia suora in modo veramente opportuno. Ella gli disse che il Rosario era ricoperto da tre fila di lamine dentellate di differenti colori, sulle lamine erano rappresentati tutti i Misteri della Chiesa della Nuova e dell’Antica Alleanza con chiare figure. Al centro della corona del Rosario stava Maria con il Bambino, accompagnata da una parte dagli Angeli e dall’altra da vergini, le quali si tenevano per mano. Tutto quello che possedevano come colori, qualità e attributi, trovava il suo significato simbolico nei Misteri. Poi la pia suora descrisse le singole perle della corona del santo Rosario. miziò dal corallo con la croce, con il quale viene recitato il Credo. Questa croce sarebbe stata fabbricata da una frutta simile alla mela dell’albero proibito. La croce era traforata da piccoli chiodi e ricoperta di determinati colori. Nell’interno della croce stava l’immagine di un giovinetto nella cui mano cresceva una vite. La vite si innalzava fino alle travi laterali sulle quali sedevano altre figure che succhiavano l’uva. Ogni chicco era collegato con l’altro da radici, nello sfolgorio di differenti, ma limitati, colori che avevano il loro significato mistico. Ogni Pater aveva relazione con una lamina della corona dal cui centro si sviluppava un fiore nel quale appariva l’immagine di un Mistero della gioia e dei dolori di Maria.
Le singole Ave Maria erano rappresentate da stelle di pietre preziose, sulle quali erano raffigurati i patriarchi e i progenitori di Maria che agivano in vista dell’evento salvifico dell’incarnazione e della redenzione. Così la corona del Rosario comprendeva cielo e terra, Dio, la natura, la storia e la creazione di tutte le cose e dell’uomo per mezzo del Salvatore, nato da Maria. Ogni figura, materia e colore aveva un significato particolare per il completamento di quest’opera d’arte divina. Il Rosario miracoloso era indescrivibile proprio per la sua profondità e il suo significato simbolico e nello stesso tempo la sua descrizione era così toccante e infantile. Con trepida gioia la pia suora Emmerich contemplò spiritualmente ogni lamina ed ogni figura descrivendo tutto con gioia irrequieta, come un bambino vivace. «Questo è il Rosario’ — disse — che venne consegnato alla Madre di Dio, per onorare la più amata memoria dell’uomo. L’uomo non conobbe mai tanto amore, eppure sulla terra egli si era impolverato e sporcato a tal punto che Maria dovette soccorrerlo e coprirlo, come una nuvola, con il suo manto. Il Rosario si può comprendere e gustare solo con grande grazia, innocenza e devozione. Il Rosario si gusta e si vive meditandolo con devozione altrimenti si nasconde nell’incomprensione.