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1944
Nuova trasformazione mistica
... Sentii la mia anima staccarsi dalla terra ed elevarsi in alto; a
mantenere in vita il corpo costretto quaggiù rimase come una corrente
elettrica che lo univa all'anima. Tale distacco costò molto al mio
corpo. I miei occhi fissavano Gesù crocifisso a sollievo dei miei
dolori. Frattanto la mia anima si sentiva in grembo a Mammina che, con
me, sosteneva il suo divin Figlio morto. Ciò diede luce alla mia
intelligenza facendomi comprendere che quanto mi aveva promesso Gesù
non si sarebbe realizzato nel modo che io giudicavo più naturale, cioè
andando per sempre in cielo, ma che sarei andata in cielo per
ritornare. Questa luce non fu impressione momentanea e mi fece
comprendere che una nuova trasformazione era operata in me,
convincendomi che certamente non sarei morta e che Gesù si era
riferito evidentemente a questo nuovo stato dell'anima. Non ho più
pensato a una morte fisica (diario, febbraio 1944). Morì completamente
quel leggero soffio di vita; non sento più quella respirazione che di
tanto in tanto sentivo. Vive in me il dolore ed è di ogni qualità e
specie. Sono morta per il mondo. Tutto scese nel sepolcro per rimanere
sepolto per sempre. Che orrore, mio Dio! Non vivo più; vive il mio
dolore amato, vive soltanto il mio inspiegabile martirio. Potrà
questo, senza la mia vita, dare vita alle anime? Potrò essere ancora
utile alla umanità? Potrò ancora amarti, o Gesù, e consolare il tuo
Cuore santissimo? Povera me! Dopo l'odio e l'abbandono, dopo la
dimenticanza ed il disprezzo, scesi nel sepolcro. Vivo già nella
eternità senza aver riavuto il mio padre spirituale e senza più avere
qui la santa messa... La mia eternità è senza luce, è una eternità che
non Ti ama, non Ti loda, non Ti vede, non Ti gode. Tremenda eternità!
Non veder Gesù è una eternità morta. Soltanto il dolore trionfa sulla
morte... - ... Da', o Gesù, la vita alle anime con la mia morte... Da'
loro la Tua eternità. Da' loro il cielo, o Gesù! - (diario,. 13-5-1944).
Una dolorosa ingratitudine - Assetata di dolore per salvare le anime
Ero in una grande afflizione e, dopo la Comunione, mi confidai con
Gesù, senza contare su una sua risposta. Buono come sempre, Egli di
degnò di sollevarmi: - Mia figlia, dì a tua sorella che sto guardando
fin dove giunge la sua fiducia in Me. Presso il tuo calvario sta
facendo la parte che la Madre mia benedetta fece presso il mio. Dille
che confido molto in lei: se così non fosse non l'avrei unita tanto al
tuo martirio. - E, riferendosi a chi ci faceva tanto soffrire, disse: -
Suvvia, coraggio! Satana è rabbioso: stende su di voi i suoi artigli
infernali, ma non vince! Confida! Ella è una insensata. Vi ha usato la
più grande ingratitudine; ma perdonatela di tutto cuore, come la
perdono Io. Se tu sapessi quanto soffro! Mi ricevono nella Comunione
freddamente, per abitudine. Quanto ne soffre il mio Cuore! - (diario,
29-5-1944). Gesù ripetutamente mi aveva confermato quanto mi aveva
detto e promessa all'inizio della mia crocifissione: in premio del mio
consenso a lasciarmi crocifiggere, sarebbero state chiuse le porte
dell'inferno dal mezzogiorno del venerdì alla mezzanotte della
domenica. Quando a Gesù piacque di non darmi più la crocifissione
[fisica] o meglio di cambiare il modo di crocifiggermi, io continuai a
ricordargli la sua promessa, perché mi consideravo con lo stesso
diritto.
Il giorno 16 giugno 1944 venne Gesù e disse: - Mia figlia, vieni a
riposare e a prendere conforto nelle braccia di Mammina. Sei
teneramente accarezzata da Gesù e da Maria. - Mentre parlava sentivo le
loro carezze. - Sei cullata dagli angeli. Vengo a dirti, figlia mia, i
giorni in più in cui, per tuo merito, viene chiuso l'inferno: ti
concedo il pomeriggio del giovedì in onore della mia Eucarestia, per
l'amore che hai per Essa, e per l'amore che mi indusse a rimanervi
prigioniero; ti concedo il mercoledì mattina in onore di San Giuseppe
che tu ami tanto; quanto desidero, figlia mia, vederlo amato! Voglio
che tu faccia sapere che chi avrà per Lui devozione ferma e costante
non mi offenderà gravemente al punto di perdersi... Questo te lo
concedo per l'amore con cui ti lasci crocifiggere. - (diario,
16-6-1944).
O Gesù, mantieni chiuse le porte dell'inferno!
- Ho sete, ho sete, figlia mia, ho sette di amore. Le anime non
conoscono la mia follia d'amore, mia colomba bella. Sono sempre pronto
a riceverle. Do’ loro, offro loro il mio Cuore e voglio ospitarvele,
voglio possederle. - - Gesù, Gesù, sento le tue ansie; vedo il tuo
divin Cuore aperto. È stato l'amore che Ti ha lasciato ferire così. Che
ferita, che piaga profonda! Vedo che da essa escono raggi tersi,
incantevoli, raggi luminosi. Incendiami, Gesù, incendiami in quel fuoco
divino; fa' che io possa incendiare tutti i cuori, tutti i tuoi
figli... Vedi la tortura del mio povero cuore. Lo sai che tante volte
vorrei dirti: « Gesù, non ne posso più, non resisto più ». Ma non te lo
dico, mio Amore! Anzi, fa' in fretta a darmi maggiori sofferenze, ma
dammi con esse le anime! -
- Soffrire di più non puoi, figlia mia! Ma abbi coraggio: Io sono con
te, vigilo, vinco, trionfo... Sei la mia vittima più amata, hai la
missione più ricca, più bella per Me. -
- Se io Ti amo, o Gesù, come tante volte affermi, se io amo Te e la mia
cara Mammina e sono da Lei amata come dici, ed io credo e confido, che
altro posso desiderare, se non amarti e salvarti i peccatori?
Crocifiggimi, o Gesù! Non risparmiarmi, mio Amore, ma risparmia loro
dalle pene dell'inferno. Tieni chiuse, o Gesù, le porte dell'inferno.
Mettimi quale sbarra contro quelle soglie, lasciami là fino a quanto il
mondo esisterà, fino a quando vi saranno peccatori da salvare. Oppure
lasciami nel mondo finché esisterà. Toglimi tutti i miei, toglimi
coloro che mi sono cari, lasciami sola. Tu solo mi basti, o Gesù! - -
Quanto è bella ed incantevole la tua preghiera! Che gioia, che
consolazione per Me! Quanti benefici! Oh, quante grazie raccogli per
gli ingrati contro il mio divin Cuore! O mondo, tu non conosci la mia
vittima amata. In fretta, in fretta sia fatta la luce che Gesù
desidera: è con questa luce, figlia amata, con questa luce che brilla
in te, che i peccatori vedranno il cammino, la verità e la vita. - O
Gesù, la Verità sei Tu, il vero Cammino sei Tu, l'unica Vita sei Tu.
Fa', o Gesù, che tutti Ti seguano, che tutti Ti amino. Voglio solo
quello che vuoi Tu, mio Gesù, ma Ti chiedo con tutto il mio cuore, con
tutta l'anima mia: « Dammi coraggio, dammi forza, dammi grazia, dammi
tutto ciò che è tuo. Senza di Te non posso, non resisto a tanto dolore!
» - ...
- Animo, figliolina, non scoraggiarti! Già lo sai che abiti nel mio
divin Cuore. Riposa in Me, riposa per sempre. Ricevi vita per vivere:
vivi solo della mia vita divina. -
Gesù, mio unico alimento, infuse in me il suo Cuore
Al calar della sera già la luce del sole si confondeva con l'oscurità
della notte; per me non vi era stato né sole, né giorno, ma soltanto
notte. Lo scoraggiamento, l'abbattimento, la lotta costante mi erano
quasi insopportabili... - Gesù, Mammina, aiutatemi, non lasciatemi
cadere! - O mio Dio, il cielo mi pare che non esista. Continua la lotta
e il tormento dei dubbi. A nulla vale il mio grido ai santi. - Gesù,
confido! Mammina, confido! - Ma il tempo passa e non c'è soccorso per
me. Sento l'abbandono della terra e del cielo. Povera me! Non voglio
ingannarmi né ingannare nessuno.
Una nuova prova di amore da parte di Gesù venne a sollevarmi
dall'abisso di tenebre e di morte. Con le sue divine braccia mi reclinò
sul suo Costato divino e mi fece bere il sangue del suo Cuore.
Meraviglia! Bontà divina! Sentii il Sangue dal Cuore di Gesù fluire in
me abbondantemente, mentre Gesù tutto dolcezza mi diceva: - Coraggio,
figlia mia! Il mio, Sangue e la mia Carne sono il tuo alimento e la tua
vita. -
Gesù mi saziò, mi fece rivivere: sfolgorò il giorno, il sole mi
riscaldò coi suoi raggi. Il mondo ora nulla poteva contro di me. Quanto
è buono Gesù!... (diario, 25-6-1944).
Non so se per causa del mio grande soffrire, rimasi molto prostrata,
quasi dimentica di avere ricevuto Gesù Eucaristico. Oh, lo stato della
mia anima!
Improvvisamente vidi davanti a me Gesù inchiodato sulla croce, ma
disparve subito. Se mi sentivo morta, morta rimasi: mi pareva che per
me la vita non esistesse.
Passarono pochi istanti e venne il mio Amato, ma ora era meraviglioso:
il suo Volto era tanto bello, tutto splendore, tutto luce. Mi si
avvicinò confidandomi, allo stesso tempo, che mi affidava il suo divin
Cuore, con una grande piaga da cui usciva una enorme fiamma brillante
che poteva incendiare e bruciare tutto il mondo.
- Nascondi in te, figlia mia, il mio divin Cuore affinché i peccatori
non possano offenderlo. - Non so come, il Cuore di Gesù si trasfuse in
me. Io fui immersa in Lui e Lui in me. Quanto è grande l'amore di Gesù!
Che trasformazione quella dell'anima mia! Già avevo vita, coraggio e
forza. Sofferenza, quanto sei dolce se portata per amore di Gesù! Ma,
ahi, quanto costa voler consolare e non potere, custodire il suo divin
Cuore e non sapere come. Povero Gesù, a chi affidasti il tuo Cuore da
custodire! Dove potrei nasconderlo perché non sia più ferito? Io sono
miseria. Trasformami, purificami e poi entra in me (diario, 3-7-1944)
Rivive il martirio sofferto alla « Foce »
- O Gesù, sarà mai possibile che una morta parli, che il cuore di un
cadavere senta nostalgie del cielo, ansie di volare a Te, bramoso di
nascondersi per tuffarsi nella immensità del tuo divino Amore? Gesù, è
il mio dolore che Ti parla,... è un dolore che racchiude in sé tutti i
dolori. Gesù, mi sento non come un cadavere da poco sepolto nel quale i
vermi non siano ancora penetrati e che potrebbe essere riconosciuto,
no, mio Gesù, ma come se neppure le ceneri avessi più: tutto scomparve.
O mio Dio, che morte, la mia, che eternità perduta! Ascolta, o Gesù,
abbi compassione! Volgi lo sguardo verso di me, leggi nel mio dolore: è
per Te, è per le anime... Vedi che senza di Te non resisto a tante
nostalgie del cielo; con tante ansie di amarti non posso restare qui...
O dolore, o dolore, solo tu vivi, ma non ami Gesù, non vivi per Gesù.
Giunga fino a Te il mio grido! Che sarà di me, mio Dio, che sarà di me
senza di Te? O lotta, o tremenda lotta!
Gesù, è un anno che terminò il mio martirio a « Foce ». In questi
ultimi 40 giorni rivissi ciò che passai colà. Accetti, o Gesù, il
martirio tanto doloroso? Non tornai a « Foce » ma posso quasi dire che
soffersi come quando ero là. Facesti in modo che tutto si ripetesse:
rivissi tutto, o Gesù. Accetta il mio dolore e, per amore delle anime,
chiudi l'inferno. Fa' che io Ti ami e Ti faccia amare. Ho fame di darti
il mondo intero. Ahimè, mio Gesù! Ho nostalgia di alimentarmi ma non
sono io che la sento; non è il mio corpo che sente fame e sete perché
io già non esisto; ma è un cuore, un'anima come fosse mia che sente
questa fame e questa sete. Udisti, mio Gesù, che questo mio duro penare
mi obbligò a dire che avrei dato tutto, il mondo, la vita, se fosse
stato possibile, solamente per avere una piccola alimentazione. Che
ansie, che ansie, mio Gesù, di possedere tutto per darti tutto! Voglio
amarti, voglio darti anime!... Volgi verso di me il tuo divino sguardo,
perché voglio fissare i miei occhi nei tuoi. - (diario, 20-7-1944).
Minacciano di lasciarmi senza Comunione!
Notte tenebrosa, orrori di morte! Continua il grido del dolore:
ascoltalo, Gesù, è lui che piange, è lui che invoca il tuo soccorso!...
Non vedo luce... Il mio cuore sente di esser stato lacerato e
trapassato da una dura lancia, di aver ricevuto una nuova grave ferita,
di non poter essere ferito di più... Sono in uno stato di grande
spavento; non so di cosa mai sia presàgo il mio dolore. Che orrore!
Infuria la tempesta, sento il sibilare dei venti, l'echeggiare dei
tuoni terrificanti, minacce di distruzione. Tutto fuggì terrorizzato e
io, sola, in mezzo al mare, senza timone, senza barca, senza luce, sto
per affondare per sempre in questo abisso. Orrore! Orrore!... Mio Dio,
che cosa mi aspetta ancora? Mi abbandono nelle tue braccia
santissime... (diario, 27-7-1944).
« Non pensi, mio buon padre Umberto, che il mio silenzio sia
dimenticanza. Non lo dimenticherò né sulla terra né in cielo. La causa
di tutto sono i regali (croci) di Gesù. Sapesse quanto soffro... Ma la
sofferenza non importa; ciò che vale è consolare Gesù; basta che non mi
manchi la sua grazia e la sua forza per poter resistere a tutto... Non
ho dimenticato le sue intenzioni, quelle dei novizi e confratelli di
codesta santa casa salesiana... Mi perdoni, per carità, le mie
mancanze. La ringrazio di cuore e con tutta l'anima per quanto ha fatto
per me. Gesù la ripaghi, la colmi dei suoi benefici e del suo amore
perché soltanto Lui conosce e sa il conforto che mi ha dato. Lo sento
al mio fianco e questo mi dà coraggio nel mio soffrire. Sia benedetto
Iddio. Non sono ancora odiata da tutti... » (lettera a d. Umberto,
30-7-1944)
- Ascolta, mio Gesù, il mio dolore quasi moribondo. Gli è stato inferto
un colpo molto duro. O dolore che uccidi il dolore! O dolore che può
essere compreso soltanto da Te! Con lo sguardo in Te, o Gesù, le
calunnie, le umiliazioni, i disprezzi, gli odii, le dimenticanze hanno
tutta la dolcezza del tuo Amore. Venga tutto, o Gesù, venga tutto ciò
che Ti piace. Muoia il mio nome, come sento che morirono il corpo e
l'anima, affinché viva il tuo divino Amore nei cuori e la tua Grazia
nelle anime. Ecco, mio Amato, perché mi lascio immolare. Ma come
resistere a tanto? Guarda questo cuore che scoppia e si disfa nel
dolore: non può sopportare tanto tormento se non vieni in mio aiuto.
Vieni, o Gesù! Aiuto, aiuto! Vogliono privarmi di tutto: mi minacciano
persino di lasciarmi senza Comunione, proibendo al parroco di venire
da me, se non in pericolo di morte, nel caso che io non obbedisca.
Obbedisco, obbedisco, con la tua divina Grazia. Santa obbedienza, io
ti amo per Gesù e per le anime! Mi hanno messa in pubblico, senza il
mio consenso: non sapevo nulla. Ed ora vogliono, a spese del mio
dolore, raccogliere le penne che il vento furioso disperse! Come lo
potranno? Ahi, mio Gesù, mai più, mai più! Almeno potessi vivere
nascosta, amarti come desidero tanto, essere tua oltre ogni limite, ma,
perdonami, senza avere siffatta vita [mistica]. Quanti sono santi
senza avere questo genere di vita! Ed io sono piena di miserie! Quanta
nostalgia per i miei anni lontani! Tanti colloqui ho avuti con Te,
senza che si sapesse nulla! Darei vite, darei mondi per vivere
nascosta. Perdonami, o Gesù, questo volere: non voglio avere volontà
mia. Sapessi almeno che con la mia sofferenza fosse completa la tua
consolazione! Potessi vivere nascosta in questa cameretta e Tu solo e
queste povere pareti foste gli unici testimoni dei miei dolori! Se i
miei e coloro che mi sono cari potessero non ricordare che io vissi qui
e che vissi con loro, oh, allora non soffrirei! Vedo però che chi
soffre di più è il tuo divin Cuore; coloro che mi sono cari soffrono
con me e non possono dimenticarmi: ciò mi addolora moltissimo. Quante
volte non posso contenere le lacrime, cieca di dolore! Poi mi viene
questo pensiero: è più perfetto non piangere, Gesù è più contento.
Fisso i miei occhi in Lui inchiodato sulla croce; resto un po' di tempo
a contemplarlo; allora le lacrime, che parevano non aver mai fine,
cessano: sento una nuova vita. Mio Dio, che lotta tremenda! Povera me
senza di Voi, o Gesù e Mammina! Soccorretemi, sono la vostra vittima...
Gesù, non permettere che io ceda, non consentire che le mie labbra
desistano dal ripetere: « Gesù, Ti amo! Sono la tua vittima ».
Gli uomini diano la sentenza che vogliono; non importa. Dammi Tu la
certezza che vinci in me e di amarti e di darti anime. Gesù, non vedo
né il mio passato né il mio presente, vedo solo il mio futuro: vedo il
mio sangue scorrere fra spine; in una notte tremenda e oscura avanza il
mio dolore che continua a vivere... - (diario, 1-8-1944).
- Gesù, guardo da un lato e dall'altro e non vedo nessuno; temo e
tremo; che spavento!... Gesù, non lasciarmi senza riceverti: ch'io
perda tutto, tutto, ma che abbia la Comunione; perdere tutto, ma
possedere Te!... - Mio Dio, che vita tanto mal compresa! Se non fosse
per amore di Gesù e delle anime, non starei soggetta ai verdetti degli
uomini, non avrei da obbedire loro. Questi pensieri passavano rapidi
come baleni. Mi sentivo poi come obbligata a scambiare tutte le gioie
con l'amore di Gesù: Egli è degno di tutto. Le anime, le anime! Questo
pensiero vibrò in me, accendendo desideri più saldi di camminare tra
le spine...; mi fece comprendere chiaramente chi è Gesù e chi è il
mondo... Sento nostalgia della mia « Passione » del venerdi, ma ho
terrore delle estasi. Temo i venerdì e i primi sabati, temo qualsiasi
giorno ed ora nei quali, mio Gesù, Tu ti degni di parlarmi. Sarà una
imperfezione? Abbi compassione, Gesù!...
Passarono alcune ore: era notte alta; tutto in casa riposava, solamente
il mio dolore, la mia lotta continuavano. Mi apparve improvvisamente
Gesù: - Dammi la mano, figlia mia, non ti promisi di sollevarti dal tuo
abbattimento? Va' nelle braccia di Mammina a prendere conforto. - Mi
sentii subito nelle braccia di Mammina e, come una bimba, buttai le mie
braccia al suo collo. Ella mi strinse dolcemente e mi accarezzò
coprendomi di baci. Io piangevo; Ella mi asciugava le lacrime con il
suo santissimo manto e mi diceva: - Non piangere. Consola con me il tuo
e mio Gesù. Egli è tanto offeso! Su, prendi coraggio! - E Gesù: - Il
tuo dolore, figlia mia, il tuo martirio strappa dagli artigli di Satana
le anime che egli con tanto furore mi rubò. Coraggio... La tempesta
passa. Ricevi Grazia, Amore e la Luce dello Spirito Santo. - Vidi lo
Spirito Santo in forma di colomba che lasciava cadere dall'alto sopra
di me raggi dorati e un profluvio di splendore... Ne rimasi
fortificata. Poco dopo, in una dolce pace, mi addormentai (diario,
10-8-1944).
Sentii come un assalto dentro di me
Verso le ore 14, appoggiata ai miei cuscini e distesa sopra la mia
croce in una amarezza profonda, invocavo Gesù, soltanto Gesù. Alcune
note armoniose mi attrassero. Dapprima pensai che fossero suoni della
terra e mi posi in ascolto per scoprire da dove provenissero. Ma
scendevano dall'alto. Lo compresi benissimo ed allora il mio cuore
palpitò con tanta forza da non poter più resistere... Passò tutta la
tempesta... Mi sentii rapita da grande dolcezza e soavità. L'armonia si
componeva di molti suoni, come emessi da tanti strumenti... Li udivo
tutti, ma uno fra i molti mi attirava di più... Non so quanto durò
questo rapimento... forse una mezz'ora (diario, 12-8-1944). Dopo il
sollievo concessomi il giorno 12, ritornai nel mio stato di amarezza.
Venne il giorno della assunzione di Mammina, e nel pensare alla
solennità... e al giubilo del cielo, mi parve di non resistere più ai
dolori della terra. Pochi minuti dopo la Comunione, sentii come un
assalto dentro di me. Mi parve che fosse Gesù, il quale, come un ladro,
entrò ed usci subito portando con sé quel po' di vita che era vita del
mio dolore. Mi sentii morta, ma continuai a soffrire di più per il
fatto di sentirmi privata di quel poco di vita che era vita al mio
dolore. Sentivo che mi mancava tutto ed ero come scissa in due parti:
il mio cadavere rimasto quaggiù e, là in alto, in cielo, quella
refurtiva che era una parte di me stessa. Questa parte era immersa nel
gaudio completo, meno la visione di Dio, ma non dava alla parte rimasta
sulla terra nessun sollievo; al contrario, la lasciava prostrata in un
abisso di dolore senza fine. Passai tutta la giornata in un'ansia
dolorosa di possedere quella parte di me che mi apparteneva e senza la
quale io ero un cadavere. Fu un giorno interminabile: lo passai in un
grido continuo a Gesù e a Mammina mentre mi domandavo: - O mio Dio,
come posso vivere senza vita? -
Verso sera udii nuovamente le armonie del giorno 12 e questo fu come un
balsamo per la mia sofferenza; senza di esso mi pare non avrei
resistito qui molte ore.
A notte, non saprei dire l'ora, mi fu restituita quella refurtiva; me ne accorsi perché mi sentii rivivere (diario, 15-8-1944).
Gesù mi mandò un Padre in aiuto
... Mi sento sola, completamente sola... La tempesta continua... Solo
Tu, o mio Dio, puoi aiutarmi; ma, povera me, mi pare che anche Tu mi
abbia abbandonata. Il grido di soccorso non arriva agli orecchi di
nessuna persona. Che mai avverrà, mio Dio? Lancio lo sguardo oltre la
finestra della mia camera: ci sono delle nuvole; fisso in esse i miei
occhi ammirando la grandezza del Creatore. Si squarciano le nubi ed
appare l'azzurro del cielo: non posso resistere a tanta nostalgia!
Vorrei volare là, ma quanta distanza tra me e il firmamento! Piango,
piango molte lacrime... Si avvicinavano i giorni in cui sarei rimasta
senza Comunione. - Mio Dio, come farò a stare senza di Te? Gesù,
Mammina, soccorretemi. Non posso vivere senza Gesù! - Mammina ebbe
compassione del mio dolore. Gesù vegliò su di me: non mi lasciò un
giorno senza riceverLo; mi inviò d. Umberto, salesiano, che, per alcuni
giorni, si sforzò di illuminare e tranquillizzare la mia anima. Sentii
di essere da lui capita: mi infondeva coraggio nonostante la mia grande
sofferenza. Dopo essere stata ascoltata da lui in confessione sentii
nella mia anima gioia e soavità e, forzata non so da che cosa, cantai
cantici a Gesù e a Mammina.
Poi ritornai nel mio solito stato di ansie, dolori e martirio... (diario, 8-9-1944)
« ... Siamo rimasti tutti con molte e sante nostalgie di lei. È proprio
vero che ciò che è buono in questo mondo passa in fretta. Ciò che lei
dice di Gesù, o meglio di essersi Egli servito di lei per darmi luce e
sollievo, volevo dirlo io. Non so come ringraziare Gesù e nulla so dire
a lei, qualcosa del molto che ho nell'anima. Grazie! Che Gesù le
ripaghi tutto... Da tre giorni sono senza Comunione; mi sento affamata
da non poterne più. Sento di perder la vita: la mia anima muore di
fame... Non ho più scritto nulla del mio diario. Sono cieca, pazza di
dolore. Ma anche così, le prometto di fare il possibile per dettare
qualche cosa e di curarmi perché sto sempre peggio. Gesù chiede molte
cose e che costano tanto! Io Gli do tutto e non Gli do nulla, perché
sento di non aver nulla da darGli... » (lettera a d. Umberto,
14-9-1944).
Gesù, Mammina, ascoltate il grido del mio dolore! Dopo aver ricevuto
Gesù [eucaristico], divenne più soave la sofferenza della mia anima: il
mio Amato mi donò insieme una maggiore intensità di unione, che già
sentivo ieri, nei riguardi delle persone che io amo e che in questi
ultimi tempi mi odiano... Ritornai però ben presto alle sofferenze
dolorose del corpo e dell'anima. - O mio Dio, la tempesta non si calma.
Abbi pietà di me: vedi come sono ferita. Tentano strapparmi dalle tue
braccia divine. Legami, legami, o Gesù! Non consentire che mi separino
da Te. Che io perda tutto ciò che è della terra, ma che possieda Te! Mi
sento abbandonata, sola, sola, senza alcuno cui ricorrere: Gesù,
Mammina, ascoltate il grido del mio dolore! Voglio amare i vostri Cuori
santissimi, ma non so cosa sia amore; non lo conosco; mi pare che nel
mondo non esista. Abbiate compassione delle mie ansie. Datemi l'amore
che desidero, che da Voi aspetto. Lasciate che io mi perda in Voi; che
mi inebrii delle vostre fiamme divine... - (diario, 15-9-1944).
« ... Vorrei dirle tante cose, ma non posso. Mi sento molto ammalata.
Incarico Gesù e Mammina di ringraziarla per quanto fa per me e per i
miei cari, perché io non ho parole adeguate. Grazie! Ma in modo
speciale un grazie infinito per avermi mandato un sacerdote a darmi
Gesù`. Chi mi dà Gesù mi dà la vita, mi dà tutta la ricchezza del cielo
e della terra. Non posso desiderare di più. Che ansie io sento di
possederlo e quali desideri di amarlo! Ma, povera me, tutto sparisce
come il fumo, senza che io arrivi a vedere traccia di qualcosa. Con
tanto soffrire, finisco col non soffrire. Muoio d'amore per Gesù e
finisco col non amarlo. Per quanto mi sforzi, non posso credere a me
stessa. O mio Dio, che triste notte! Mi dispiace per quanto lei e i
suoi confratelli stanno soffrendo. Usino verso di lui molta carità e
amore: lo vuole Gesù che procede allo stesso modo con noi. Egli è
sempre più offeso. Povero Gesù! Ama e non è amato... » (lettera a d.
Umberto, 21-9-1944).
... Dopo la Comunione, mi sentivo disanimata, abbattuta, non sapevo dir
nulla a Gesù. Mi sforzavo di ripetere molte volte: - Mio caro Gesù, mio
amore, sono tua. - Non dissi altro per alcuni minuti. Venne Lui: - Mi
piace tanto, figlia mia, mi consola tanto, colomba amata, la tua
affermazione: « Mio Gesù, mio caro amore, sono tutta Tua ». Ripetila
molte volte. Coraggio, o mia amata! Non temere gli assalti del demonio.
Soltanto con questo sacrificio puoi riparare per crimini tanto gravi.
Dammi tutto ciò che ti chiedo per la mia gloria e la salvezza delle
anime. È per [aiutarti a sopportare] questo che ti ho scelto il medico
molto caro al mio divin Cuore. E di' al mio caro d. Umberto che fu
scelto da Me perché venisse presso di te. Non intervengo con la
frequenza che egli vorrebbe per il suo studio [circa il tuo caso]. Ma,
ricevute le mie divine luci, voglio che vada dal padre tuo [Pinho],
amato dal mio Cuore, cui invio tutto il mio amore: insieme sostengano
e diffondano la mia divina causa, aiutati da coloro che sono miei amici
e hanno cura di ciò che è mio. Va', figliolina, da' l'abbondanza del
mio divino amore a coloro che ti stanno intorno e ti aiutano: sono
tutti cari a Me.
Di' al mio caro d. Umberto che il profumo - è profumo divino, è il
profumo delle tue virtù. Dico questo perché gli è necessario per il suo
studio. -
... Mi sentii obbligata ad inginocchiarmi e ad alzare le braccia al
cielo per meglio lodare il Signore. Sentivo forti ansie di dissolvermi
in fuoco divino e in quell'amore immergere i cuori e le anime...
(diario, 27-9-1944).
Mi sentivo verme in un cimitero immenso
Oggi ho sentito il demonio accanto e dentro di me. Ho sentito ansie
insopportabili di amare Gesù, di dargli anime, di conoscerlo, di farlo
conoscere. Pazza di amore gli ripetevo: - Gesù, Gesù, amore, amore! -
In questo stato, non potei contenere le lacrime sentendo la mia
miseria, il fango in cui sono vissuta e che mi causava orrore Le mie
ansie d'amore non valevano nulla, tutto era perduto. Mi sentivo in un
cimitero immenso, quasi senza vita come se non mi muovessi già più;
coperta appena di ceneri, parevo uno di quei vermi che nelle pinete
fanno la loro casa sotto mucchetti di terra e di legno macinato. E in
mezzo a tutto questo sta sempre la mia offerta a Gesù come vittima,
unita al timore di offenderlo. Combattimento tremendo e quasi continuo.
Vivo senza vivere; soffro senza soffrire; amo senza amare (diario,
28-9-1944).
Stamattina Gesù è sceso in questo cimitero, si è unito ai vermi, si è
coperto con le stesse ceneri. Tutto era morte dentro di me. Morte che
pareva fusa a un gemito di tutta l'umanità. Gesù non ha dato in me
segno di vita: sono rimasta nelle tristi tenebre in un dolore amaro; le
anime, l'amore di Gesù mi obbligano a soffrire tutto... (diario,
29-9-1944).
Potei per due giorni respirare meglio: Gesù si degnò di alleviare per
qualche tempo le mie sofferenze. Oggi mi ha sovraccaricata di più del
peso amorosissimo della sua croce. Mi sento alle porte dell'eternità.
Mi hanno trascinato colà due violente lotte con il demonio. Dio mio,
che sofferenza tremenda! Ho lottato, ho implorato il soccorso di Gesù,
di Mammina, di San Giuseppe... Io ero un mostro incassato in un mostro
ancora più grande. Con gli occhi rivolti al crocifisso, ho ripetuto
decine di volte: - Gesù, sono la tua vittima. Accetta le mie lacrime.
Ognuna sia un mare di amore nel quale possa nascondere i tuoi
tabernacoli, affinché non siano attaccati e profanati dai tuoi figli. -
Ho sofferto la prima volta per un sacerdote in grave pericolo, e la
seconda per tutti i sacerdoti. La furia del demonio era tremenda: mi
pareva di essere avvolta in una nebbia tenebrosa che mi impediva di
vedere. O mio Dio, e i dubbi di avere peccato!? Non potevo ricordarmi
che stavo alla presenza di Dio, che Lo avevo in me...
Era già notte quando venne Gesù: - Figlia mia, fra te e il demonio vi è
una grande distanza: in mezzo a voi ci sono Io. Sono astuzie sue, ma
ciò che ti presenta è falso. L'ho legato Io e non permetto che ti si
avvicini. Coraggio, mia amata. Sei mia, tutta mia! -
Mi sentii rivivere e mi tranquillizzai per qualche tempo (diario, 2-10-1944).
« Sono meraviglie, sono prove date da Me »
« ... La ringrazio molto per le notizie che ha avuto la bontà di darmi
su Macieira. Può immaginare quanto le ho apprezzate. Riguardo ad
obbedire, faccio il più possibile, ma, padre mio, sapesse quello che
avviene qui! Se potessi scrivere io, le direi certamente qualcosa; ma
siccome non posso scrivere, vado gemendo e piangendo, passando ore
triste ed amare con la terribile paura di offendere il mio Gesù.
Speriamo che Egli mi dia forza e coraggio per quando lei verrà di
aprirle la mia anima come desidero e necessito. Per carità, preghi per
me. Sapesse come sono triste! Mi insegni ad amare Gesù e Mammina; io
li prego che non consentano che li offenda. Se fosse necessario
rinunciare al cielo, [pur di non offenderli] lo farei; preferisco
l'inferno che offendere Gesù. Gliel'ho detto anche stanotte e glielo
dico di cuore... » (lettera a d. Umberto, 9-10-44).
Ieri Gesù, impietosito dal mio dolore, mi condusse qui d. Umberto,
senza che io lo aspettassi, e che non avrei osato chiamare. Ho potuto
aprirgli la mia anima con difficoltà: ho fatto un enorme sacrificio a
parlare: l'ho offerto a Gesù per coloro che occultano le loro colpe con
malizia. Ho pianto lacrime di sollievo e di vergogna; ma è subentrata
subito in me una grande pace, mentre sono scomparse dalla mia anima
tutte le tenebre, i dubbi e quanto era dolore... Mi sento oggi più
libera dagli assalti del demonio, ma sento nella mia anima terribili
minacce: egli è come legato e muto... (diario, 11-101944).
Stamane avevo appena fatta la mia preparazione per ricevere Gesù,
quando giunse il parroco: collocato l'Atteso della mia anima sul
tavolino e accese le candele, mi disse: - C'è qui Gesù a farti un poco
di compagnia. Verrà d. Umberto, a dartelo. -
Appena il parroco se ne fu andato, una forza proveniente da non so dove
mi obbligò ad alzarmi: mi inginocchiai davanti a Gesù e mi chinai verso
di Lui. Il mio viso e il mio cuore non erano mai stati tanto vicino a
Lui. Che felicità, la mia! Lo pregai intensamente per me, per tutti
coloro che mi sono cari e per il mondo intero. Mi sentii ardere in
quelle fiamme divine. Gesù inoltre mi parlò: - Ama, ama, figlia mia,
non avere altra preoccupazione che quella di amarmi e di darmi anime.
Dove c'è Dio c'è tutto: vittoria, trionfo! - Chiesi agli angeli di
venire a cantare lodi a Gesù con me. Cantai sempre finché fui obbligata
da d. Umberto a ritornare sul mio letto Infiammata dall'amore divino,
feci la Comunione. Alcuni minuti dopo Gesù mi disse: - Sono meraviglie,
sono prove date da Me. Di', figlia mia, al mio caro d. Umberto che fui
Io a permettere tutto. Più nulla è necessario da parte mia. Ora è solo
necessario lottare, lottare, combattere con lo sguardo fisso in Me. La
causa è mia, è divina! Poveri uomini che immolano così le mie vittime!
Povere anime che feriscono così il mio divin Cuore! Mi consolo
nell'amore di questa colomba innocente, di questa vittima amata,
signora dei miei tesori e di tutta la mia ricchezza. Venga il mondo
intero, venga presto a bere a questa fonte. È acqua che lava e
purifica, è fuoco che brucia e santifica. -
Mio Gesù, Ti amo, sono tutta tua, sono la tua vittima... (diario, 12-10-1944) 4z.
Mi giungono visite da ogni parte
La mia vita diventa sempre più penosa e triste, giorno per giorno,
momento per momento. L'ordine di obbedire mi obbliga a vivere
nascosta, a non ricevere più persone, venendo così a poco a poco
dimenticata. O mio Dio, se avessi volontà mia è proprio ciò che vorrei;
ma che inganno! Quanto più mi vogliono nascosta, tanto più mi fanno
conoscere -. Mi giungono visite da ogni parte. Si è risvegliata la
curiosità dei medici.
- Anime, anime, quanto è necessario soffrire per salvarvi! - O Gesù,
quanto costa la conquista del tuo amore! - Stamane, preparandomi alla
visita del mio Amato, mi sentivo triste e amareggiata: riceverlo colma
di tante miserie! - Pietà di me, Gesù! Mammina, purifica il mio cuore,
il corpo, l'anima mia! Preparami alla visita di Gesù. - Venne.
Rasserenò tutto. Alleggerì il mio dolore unendomi a Lui. Lo sentii
nella mia anima.
Dopo alcuni momenti, mi diedero la notizia che i miei scritti, creduti
smarriti e che il demonio mi affermava avere nelle sue mani, erano
giunti a destinazione. Provai molta gioia e, poiché avevo appena
ricevuto Gesù, approfittai per ringraziarlo più intimamente.
Poco dopo cominciarono le visite: da Gesù ebbi la forza per sopportare
tanto grandi sacrifici. Alle 14,30 entrarono in camera cinque uomini;
ebbi subito il presentimento che uno di loro era medico. Mi
interrogarono. Non so perché il mio sguardo si fissava principalmente
su di uno. Seppi in seguito che costui era proprio medico. Con il
suddetto presentimento rispondevo a tutte le domande e cercavo di
spiegarmi il meglio possibile circa la mia malattia. Non mi venne meno
la serenità. O Gesù, solo Tu sai quanto mi costò tutto questo! Mio Dio,
quando finirà? Certamente soltanto con la mia morte.
Rispondevo anche con fermezza, perché la verità ha un solo cammino.
Portarono poi il discorso sulla alimentazione. Che duro colpo! Almeno
nessuno sapesse!
- Allora, non mangia nulla, proprio nulla? - Non sapevo se stavo
parlando con persone religiose, tuttavia, senza rispetto umano,
risposi: - Faccio la Comunione tutti i giorni. -
Vi fu un silenzio profondo di alcuni momenti: non vi fu un gesto, non
un sorriso. Poco dopo si congedarono rispettosi e delicati. - Gesù,
Mammina, divino Spirito Santo, date la vostra luce a queste anime: che
siano vostre e seguano le vostre vie. Le mie umiliazioni ed i miei
sacrifici siano salvezza per tutti. - (diario, 25-10-1944).
Giorno di Cristo Re. Di mattina presto, nella preparazione alla
Comunione, mi impegnai a consolare Gesù: chiesi a Mammina di offrirgli
le mie preghiere e tutte le cose mie per la sua maggior gloria e perché
Egli regni nel mondo intero e in tutti i cuori. Mi donai a Gesù per
mezzo di Maria... Venne molta gente a farmi visita: domande strambe e
sgradevoli mi fecero soffrire assai. Sia tutto per amore di Gesù e di
Mammina! Siano Loro a darmi forza per sorridere a tutto e nascondere
così il mio dolore.
Mi sentii un nulla: un nulla che non esistette mai; mi sentii morta e,
con me, morta tutta l'umanità; ma era una morte che mai ebbe vita. Che
sarà di me, mio Dio? Quale tormento! In questa morte affioravano ansie
quasi insopportabili di amare Gesù: amare senza sentire, amare senza
conoscere l'amore. Giunse la notte: terribili minacce del demonio mi
tormentarono e mi colmarono di paura e di terrore. Mio Dio, voglio ciò
che Tu vuoi. Sono pronta a tutto. Non permettere che Ti offenda
(diario, 30-10-1944)
O mio Dio, non sono più sola!
« Reverendi padri salesiani: per tutti loro l'amore più bruciante di
Gesù, di Mammina e tutte le ricchezze del cielo. Ho presenti tutte le
intenzioni che mi avete raccomandato e vi faccio partecipi delle mie
povere preghiere e sofferenze. È un dovere di gratitudine da parte mia,
non faccio nulla di più. Mi sento tanto felice e tanto ricca con
l'appoggio che ho in loro. O mio Dio, già non sono più sola! Ho chi mi
aiuta a salire il mio tanto penoso calvario! Con tutto il cuore e
l'anima mia dico: - Gesù e Mammina li ripaghino e diano loro tutte le
ricchezze del cielo: ricchezze di virtù, di grazie per attrarre con
esse le anime al Cuore divino di Gesù. Non ne posso più. Sempre uniti
in terra e in cielo. Beneditemi e perdonate questa che implora
preghiere, molte preghiere. Miei cari novizi e salesiani di così santa
casa: vorrei scrivere ad ognuno ma non posso; mi mancano le forze.
Siccome ho il dovere di ringraziarvi per le sante preghiere che avete
fatto per me, lo faccio a tutti insieme. Gesù e la Mamma del cielo vi
paghino tanta carità. Imploro per tutti le benedizioni e le grazie del
Signore. Desidero solo che occupiate nel Cuore divino di Gesù il posto
che occupate nel mio perché così potrete ricevere tutto; vi ho tutti
molto dentro del mio cuore. È per questo che vi voglio così in quello
di Gesù e di Maria.
Un grande grazie a tutti coloro che mi hanno scritto. Potete essere
certi che Gesù vi concederà quanto desiderate per la vostra
santificazione e per la salvezza delle anime. Confidate, confidate;
Gesù sarà sempre con voi. Contate sempre su di me sulla terra e, dopo,
in cielo dove vi aspetto » (lettera, 30-10-1944).
Lotte indescrivibili
Il demonio è bugiardo, ma questa volta non lo fu. Ieri, con parole
sporche, mi ordinava di prepararmi per la notte. E fu di parola. Non so
con precisione, ma forse tra le 22 e le 23, venne con tutta la furia e
la malizia infernali. Non ci posso ripensare. Che orrore! Lottai per
molto tempo. Il mio tormento fu che mi pareva ottenesse da me che
dicessi: - Non voglio Gesù; non voglio Maria; non voglio il Cielo. Li
odio! Volto loro le spalle! Voglio il piacere, voglio godere. - Io non
lo posso giurare, ma mi pare di non aver detto nulla di questo. Solo di
tanto in tanto potevo chiamare Gesù e Mammina, offrendomi vittima. Nei
momenti in cui mi pareva di peccare senza altra possibilità, stringevo
come potevo nella mia mano il Crocifisso e la Madonnina, dicendo loro:
- Amare, sì! Peccare, no! - Fu tale l'afflizione del mio cuore che per
molto tempo credetti di morire.
Mi ricordavo poi delle promesse di Gesù e mi rianimavo. Io voglio il
Cielo, ma voglio una morte di amore. Non voglio morire nelle mani di
satana. Mi vedevo su un abisso orribile. Tra le tenebre dell'abisso
spuntavano ganci uncinati, ben visibili. Spaventatissima perché mi
pareva di cader li dentro senza via di scampo, rimasi svenuta. Il cuore
arrancava afflitto con rumorose palpitazioni: mi pareva imminente la
morte. Solo mentalmente dicevo: - O Gesù mio, se almeno non peccassi,
non mi importerebbe questa sofferenza. - Rimasi in tale prostrazione e
triste agonia: il peccato, il peccato, che preoccupazione!... Ma venne
Gesù e mi parlò: - Non pecchi, non pecchi, figlia mia! Confida, abbi
coraggio! Esigo da te questa riparazione. Hai visto quell'abisso? Con
la tua sofferenza eviti a molte anime di cadervi. In quei ganci
uncinati rimarrebbero prigioniere per sempre... -
Giorno di tutti i
santi. Nel prepararmi al mattino presto a ricevere Gesù, li ho
incaricati di amare per me Gesù, Mammina e la Trinità santissima. Nel
dubbio di avere offeso il mio Gesù, gli ho chiesto perdono dei miei
peccati ed ho pregato Mammina di chiederlo per me. Volevo fare una
Comunione molto fervorosa e santa.
Venne Gesù, ravvivò in me i desideri di un amore sempre più grande.
Assai vergognata della mia miseria, non osavo fissare in Lui il mio
sguardo né parlargli... Bramavo nascondermi sotto tutte le montagne; e
lo feci: corsi verso di esse e tutte caddero su di me. Allora potei
esclamare: - Gesù, il mio amore non ha altro fine se non di amarti.
Voglio amarti non allo scopo di apparire né di piacere alle creature. -
Continuai a chiedere l'amore di Gesù, sotto il peso schiacciante delle
tremende montagne. Volevo vivere la vita del cielo, nel pensiero di
quanto avveniva lassù in quel giorno. Volevo festeggiare i santi e
lodare il Signore con loro, ma non lo potevo. Gridavo solamente: -
Voglio amarti, Gesù! - Ma il mio grido non si faceva udire: non
echeggiava fuori, si perdeva soffocato sotto le rocce Che fare, Dio mio?
Accetto con gioia tutto quanto viene dalle tue mani benedette. Sono
tua e tutto è per Te. - Di tanto in tanto si intromettevano tra questi
desideri di amore le minacce del demonio, finché a notte arrivò
furioso. Usò tutti i mezzi e nomi brutti; trovò modo di farmi sentire
nell'anima desideri di peccare. Sono cose sue perché io non voglio
peccare. Preferisco milioni di inferni alla più lieve colpa...
(diario, 1-11-1944).
La mia anima avverte fragori di tempeste
... Sono varie le mie sofferenze. In alcune ore il mio spirito vaga
per gli spazi sempre immerso in tenebre spaventose, senza incontrare
luogo alcuno in cui riposare un po'. Voglio salire, voglio salire,
giungere al Cielo; ma non lo vedo, non lo incontro: ora non esiste. Non
vi sono là né Gesù né Mammina; non sentono il grido che Li chiama, non
vedono le ansie ed il martirio di questo povero spirito. O mio Dio,
tutto perduto.
- O Gesù, perché tanto soffrire? Non vi è il Cielo, non vi sono anime
da salvare; tutto cessò di esistere. O Gesù, sono sempre la tua
vittima, credo nella tua esistenza; credo nel Cielo ove Tu stai e che
mi aspetta per amarti e goderti. - ... Tristi ore, tristi giorni del
mio vivere... Ore terribili di grande confusione... La mia anima
avverte fragori di tempeste... ... Mio Dio, che distruzione! Davanti a
me una spaventosa montagna: non posso salire lassù, né posso
retrocedere nemmeno di un passo. Di colpo mi sentii in ginocchio, con
gli occhi rivolti verso l'alto e invocai i nomi di Gesù e di Mammina.
Gridai forte dall'intimo della mia anima ma il mio grido non salì
lassù: si disperdeva tra le rocce della montagna, si inzuppava nel mio
sangue e nelle mie carni lacerate dalle spine, per morire lì con me.
... II demonio non mi tormenta con i suoi assalti, ma con raggiri e
parole scandalose. Viene presso di me come per aggredirmi, ma non mi
tocca. Mi minaccia dicendomi: - Devo distruggere il tuo corpo. - E
aggiunge molti atteggiamenti turpi. - Pecchi come vuoi e quando vuoi. -
Fingendosi molto soddisfatto, batte le mani, danza e sghignazza. -
Guarda: d. Umberto ed il medico non ritornano più qui; ti hanno
abbandonata; ti credevano una innocente e invece sei... - (e mi dice
ciò che vi è di peggiore). Con altre sghignazzate aggiunge: - Hanno
proibito ad essi di venire qui. - Mio Gesù, il padre della menzogna non
mi abbandona. È nemico mio, ma anche tuo. Ho bisogno di chi mi
sostenga. Dammi coraggio. Non mi lasciar peccare. Sono poverissima,
dammi la tua ricchezza; sono all'oscuro, dammi la tua luce. Sono tua,
Gesù, sono delle anime. - (diario, 14-11-1944).
Nuovi assalti del demonio: questa notte venne con tutto il furore... -
Distruggerò il tuo corpo. Puoi vivere di piacere come vivi di amore.
Peccare è molto meglio. Ti trascinerò al piacere. - E poi,
sghignazzando: - Vedi? D. Umberto ed il medico non ritornano più qui:
ne hanno avuto la proibizione. - E aggiungeva titoli sporchi.
Il demonio, qualche volta, dice la verità. Già da alcuni giorni avevo
avuto il presentimento che a d. Umberto era stato proibito di venire da
me...
La lotta contro il maledetto si protrasse per molto tempo... Rimasi
sfinita per tanto lottare. ... Il mattino seguente, alcune ore dopo la
Comunione, nel vedere i miei a consumare cibi che mi piacevano sentii
nostalgie quasi insopportabili di alimentarmi. Ma restai in silenzio
offrendo a Gesù il sacrificio e le nostalgie per il cibo per coloro che
hanno soltanto brame per il peccato e si alimentano di cose che
offendono Gesù.
Un doloroso taglio
Era sera quando ebbi notizie che mi confermarono i presentimenti. Mio
Dio, quale profondo colpo nel mio cuore! Non me lo dissero, ma arrivai
a credere che a d. Umberto era stato proibito di venire qui. Fra me
dicevo: - Sia fatta la volontà del Signore! Sia benedetta la mia croce!
- Potei innalzare le mie mani e recitare il « Magnificat » come
ringraziamento. - Accetta, o mio Gesù, anche questa offerta. - Una
forza inspiegabile invase il mio cuore: volevo cantare inni di lode e
di ringraziamento. Recitai le orazioni della notte con tutto
l'entusiasmo e tutta l'energia. Ci furono lacrime, molte lacrime
intorno a me. Io dissi alcune parole di conforto ma non valsero a
nulla. Al mio fianco vedevo una sepoltura aperta per mia sorella e mi
pareva di essere stata io a scavarla. - Sono io, o Gesù, che sto
seppellendo Deolinda, ma involontariamente. -
Il mio cuore sanguinava nel profondo. - O Gesù, o Mammina, sia tutto
per vostro amore e per le anime. Che io rimanga sola, che tutti mi
abbandonino; ma Voi non abbandonatemi! Confido, confido. - (diario,
15-11-44).
Mi rubano le guide datemi dal Cielo
« ... Le scrivo qualcuna delle molte cose che ho nell'anima. Da vari
giorni mi faceva tanto soffrire la seguente impressione: mi pareva che
lei avesse ricevuta la proibizione di venire qui. Che tempesta sentivo
lontano! Soffersi sola per non rattristare mia sorella;... Ora che
tutto si è saputo, le chiedo la carità di dirmi il vero, perché in
questo stato soffro di più. Mi sia franco, per amore di Gesù e di
Mammina, nella certezza che non cesserò di avere per codesta Casa
salesiana la più grande e santa affezione. Non pensi, mio buon padre,
che tralasci di pregare e di soffrire per tutti. Oh, no! Sarei una
ingrata e preferirei morire. Riconosco di essere debitrice di molto:
soltanto in cielo conoscerà il bene che è venuto a fare alla mia povera
anima. Non ho mai avuto, con continuità, nella mia vita spirituale
sostegno e luce necessari per percorrere i miei sentieri tanto spinosi.
Poveri uomini che mi rubano le guide datemi dal Cielo!... I miei voti
sono che il Signore non castighi e non chieda conto a quelle persone
che mi fanno tanto male... Non capiscono di più... Se io non darò a
Gesù quanto esige da me, la colpa sarà loro, perché mi hanno rubato chi
mi insegnava ad amare Colui che non è amato e mi aiutava a salire il
mio così doloroso calvario. Posso appoggiarmi solo a Gesù, solo a Lui e
a nulla di quanto è nel mondo... Alzo lo sguardo al Cielo, lo fisso in
Gesù e in Mammina e mi sento forte per ricevere il secondo colpo della
separazione da chi comprendeva così bene la mia anima.
Che altro avverrà ora? Venga ciò che deve avvenire: confido nelle forze del Cielo.
Se le proibiranno di scrivermi e di ricevere le mie lettere, la prego,
per i dolori di Mammina, di non affliggersi: non soffra per causa
mia`. Obbediamo ciecamente. Gesù supplirà e mi userà misericordia. Non
mi dimentichi per carità: Nessuno può proibirci di pregare l'uno per
l'altro, né di amare il Signore. Mi resta questo: nessuno può rubarmi
Gesù. Soltanto il peccato espellerebbe dal mio cuore le tre Persone
divine... » (lettera a d. Umberto, 17-11-1944). ... Un timore si
impossessò di me. Con i presentimenti avuti e realizzati che tanto mi
facevano soffrire, attesi con ansietà il parroco per vedere se mi
diceva di avere avuto ordine di non darmi più Gesù. Venne; non mi disse
nulla, ma il timore continua. Avverrà anche questo? Mi rubano tutto,
eccetto Te, o Gesù. Tenteranno di farlo? - O mio Dio, io merito tutto
per le mie cattiverie e miserie. Sono sicura, mio Gesù, che se
procederanno così, Tu supplirai in altro modo: lo sai bene, vivo solo
per Te. - È arrivato un sacerdote di Mogofores s' con una famiglia. Mi
costò molto! Nuove spine mi hanno ferita perché non è venuto colui che
capiva tanto bene la mia anima. Cercai di nascondere il mio dolore con
il sorriso. Manifestai i miei presentimenti; risposero celando il più
possibile la verità, ma io compresi tutto. Nel congedarli non so dire
il dolore profondo che provai. Sentii sante nostalgie per tutto quello
che la cattiveria degli uomini mi aveva rubato. Consegnai tutto a
Gesù, per tutti chiesi perdono e il suo divino amore. Volontà del mio
Dio, quanto ti desidero e ti amo!
Mi sentii più forte e così potei coprire con il sorriso il dolore che mi spezzava l'anima... (diario, 16-11-1944).
II mio nome percorre il mondo come foglia che tempesta trascina
Detterò ciò che mi avviene nell'anima per ubbidire, non per soddisfare i miei desideri'.
Ho sempre davanti a me l'enormità delle mie miserie passate e temo
sempre nuove cadute. Che orrore, vedere sempre quello che sono stata!
Come posso io, che sono solo miseria, dire qualcosa di buono? Sono ben
tristi questi pensieri e timori! La mia confusione aumenta nel vedermi
a mani vuote... Vado alla presenza di Gesù senza niente, niente. Mio
Dio... senza vita per praticare il bene, e senza amore per amarti!
Solo per amare e praticare il bene la vita è breve e non la sento e non
l'ho. Invece, nell'attesa di venire a Te, o Gesù, per amarti e lodarti
eternamente, anche un'ora è una eternità. Come posso star qui? La mia
vita che appartiene a non so chi è fuggita lassù e di là contempla il
luogo ove ha lasciato questo povero corpo... che lotta e soffre come
non so esprimere. Dal di dentro vengono onde di fuoco, fuoco che brucia
persino la mia lingua. Sovente chiedo un po' di acqua per le mie
labbra, per vedere di saziare la mia sete. Impossibile! Gli ardori non
cessano e dico di portar via l'acqua senza poterla inghiottire. Quanto
soffrono i dannati!... Continuo a sentire lontano orrori di tempesta.
Sento cuori rivoltati contro di me: tentano annullare il mio nome,
tentano, soffocare quanto esiste in me, mentre fra queste povere pareti
soffro fino all'impossibile.
Il mio nome percorre il mondo come foglia che la tempesta trascina.
Sono perseguitata e calunniata. - Per chi, Gesù mio? Tu lo sai! Per Te
e per le anime. - Sento questo mio corpo in una massa di sangue; lo
sento fra due montagne che lo schiacciano fino a farlo sparire,
ri,dotto al nulla... Mio Dio, tutto morto, tutto perduto! E io sola,
senza nessuno! Fra quelle due montagne, luogo di supplizio, non entra
un raggio di luce. Chi potrà soccorrermi? Non vi è nessuno. Se vi fosse
e io lo potessi, andrei in ginocchio a chiedere aiuto perché
liberassero colui che tanto soffre e di cui sento tanto la mancanza.
Quanta luce avrei ricevuto e quanto amore in più da me riceverebbe
Gesù! Se potessi andrei in ginocchio da chi mi fa soffrire per
domandare: - In che cosa vi offesi e come? Se vi offesi, perdonatemi.
Se non vi offesi, perché mi trattate così? - ... (diario, 21-11-1944).
... Oggi, dopo la Comunione, mi sfogai con il mio Gesù a sollievo della
mia sofferenza, ma senza pensare ad una risposta. Gesù dapprima
incendiò il mio cuore con fiamme vive... Poi cominciò a parlarmi
dolcemente: - Mia figlia, il tuo dolore è la mia consolazione; le tue
lacrime sono per Me sorrisi, per la riparazione che mi dai. Coraggio!
Non temere! Coraggio per tutte le prove passate e quelle che possono
ancora venire. Hai il tuo Gesù. Cosa puoi temere? Hai la grazia e la
forza per combattere e vincere migliaia di mondi. La vittoria è mia,
soltanto mia. La gloria è mia e di coloro che si prendono cura di ciò
che è mio. - Acquistai nuova forza e stimolo nella mia anima. Durò poco
e ritornai alla solita sofferenza... (diario, 26-11-1944). Rimani Tu, o
Gesù: questo mi basta...
- Ahi, arrivano il venerdì ed il primo sabato: due giorni in cui Tu mi
parli. O Gesù, vi sono tante anime che non conoscono nulla di tutto
questo e Ti amano e sono sante. Anch'io potrei amarti senza queste
cose. Avessi volontà mia! Ma non l'ho e non la voglio. È sempre un
tormento quando mi dici cose da trasmettere al altre persone. Qualche
volta l'ho fatto, ma a poche. Non sono capace di farlo se non per
scritto e se per qualche motivo ne sono obbligata; mi costa un
sacrificio enorme. Se non è necessario, non dico mai « Guarda che Gesù
ha detto... », neppure con mia sorella mi prenda questa libertà; non ci
riesco, ho vergogna. - Se il Signore si lamenta di persone in generale,
senza nominarle, quando detto mi sento intimidita, vorrei occultarle
dicendo di meno; la stessa cosa quando dice a me parole di lode:
soltanto Gesù sa la mia vergogna e il mio soffrire. Erano le 14,30
quando sentii dei passi. Capii subito che era il parroco. Quando lo
vidi da solo senza che altri lo accompagnassero, pensai subito che era
giunta l'ora per nuove prove. Entrò, si sedette al mio fianco e mi
domandò subito chi era il mio direttore, aggiungendo: - Faccio questo
perché obbligato. Mi costa. Ma abbi pazienza: bisogna fare così fino a
nuovi ordini, fino a che si chiariscano le cose. Non puoi confessarti
a d. Umberto. Non posso consentirgli di celebrare in chiesa né di
portarti la Comunione se egli non mi presenterà un permesso scritto
dell'arcivescovo. - Gli risposi: - Obbediamo, signor parroco! Benedetto
e lodato il Signore! - Mi domandò se io sapevo perché d. Umberto era
venuto qui. Risposi che lo ignoravo. - Ma lui è il tuo direttore? -
- Mi sono confessata a lui due o tre volte. Non sono solita farlo. Ma
avevo visto che egli comprendeva la mia anima. Il mio confessore è p.
Alberto, lo sa. -
- Ma è il tuo direttore? - Mi ha diretta. Però disse che non intendeva
intromettersi e accantonare altri: cioè p. Pinho e il confessore p.
Alberto. Aggiunse essere anzi opportuno che p. Alberto sapesse che io
mi ero confessata da lui. -
Il parroco, con molta carità, mi disse: - D. Umberto può, venire qui a
visitarti e può anche consigliarti per scritto. - Terminato
l'interrogatorio, se ne andò.
Appena uscito, entrò in camera mia una persona di famiglia a
domandarmi cosa c'era di nuovo. Sorridendo risposi: - Sono carezze di
Gesù. - Continuai a sorridere durante tutta la conversazione. Avevo in
me una forza così grande che potei ricevere tutto con rassegnazione e
gioia. Ma questa forza doveva durare poco. Potei ancora dire a mia
sorella alcune parole di conforto: - Non rattristarti! Se Dio è con
noi, chi contro di noi? Gesù è degno di tutto il nostro amore. Sia
tutto per le anime! - A poco a poco venni meno sotto il peso
schiacciante del dolore: mi si fermò il cuore due volte e mi parve di
perdere la vita. Mi sfuggirono alcune lacrime che offersi a Gesù come
atti di amore.
- Mio Dio, per tua grazia non ho nessun attaccamento al mondo, neppure
alle creature. Ciò che io voglio è ricevere Te, e non mi importa che
sia da questo o da quell'altro sacerdote. Sei sempre lo stesso, Gesù;
sei sempre il Desiderato della mia anima. Necessito di luce e di chi mi
comprenda e sono privata di tutto. Sia fatta la tua Volontà. Rimani Tu,
o Gesù, e questo mi basta. - Arrivò il mio medico e mi sfogai con lui.
Mi incoraggiò come sempre. Nel congedarsi aggiunse: - Allora, sente
coraggio? - Lo sento, ma, signor dottore, ho anche un cuore per
soffrire! Lo avessi pure per amare!... - A sera recitai per due volte
il « Magnificat »... - Sento, o mio Gesù, che non finiscono qui le mie
prove. Venga ciò che deve venire: Tu sii sempre con me. Confido,
confido, spero in Te. - (diario, 27-11-1944).
« ... Sono timida e dubbiosa; molto incerta se devo dettarequeste
poche parole. È da giorni che penso di farlo, ma mi mancano le forze ed
il coraggio. Oggi non posso più farne a meno. Se lei avesse ordini in
contrario e non potesse leggere questa mia la butti nel fuoco, così
scomparirà per sempre. Non voglio, padre mio, essere strumento di
sofferenza per nessuno. Soffra io, giacché Gesù mi ha destinata al
dolore; soffra io, che per le mie grandi miserie debbo soffrire per
riparare; soffra io i più grandi dolori e amarezze per consolare il
mio Gesù e dargli anime; soffra io tutto, muoia sotto il peso delle più
grandi umiliazioni, ma non soffra Gesù per causa mia; non sia Lui
offeso per colpa mia, né coloro cui devo molto e che hanno fatto tanto
per me. Non voglio esser ingrata né verso Gesù né verso alcuna
creatura; mio buon padre, Gesù le paghi ciò che fece per me e tutta la
cura avuta per la mia povera anima. Sapesse quanto necessito di luce!
Sapesse in quale mare immenso di dolore sono immersa! Oh, se il mondo
conoscesse il dolore! Se gli uomini comprendessero la mancanza di un
direttore santo e sapiente al timone di un'anima! Poveretti! Ignorano
queste verità e necessità e quindi continuano a comportarsi in modo da
rubarmi tutto. Gesù perdoni loro; anche da me sono perdonati... Il
signor p. Antonio non è venuto La proibizione è anche per altri? Che
avverrà ancora?... » (lettera a d. Umberto,. 27-11-1944).
Non chiedo vendette per chi mi fa soffrire, ma abbondanza di grazie
Passa un giorno, passa un anno, ne passa un altro ed ogni volta mi
trovo con sofferenze sempre maggiori. Non so come si possa soffrire
così, come si possa resistere a tanto. Non voglio dirlo, che soffro,
perché non sono io a soffrire: è Gesù che soffre in me. La mia anima
lasciò la terra, ma continua a sentire il dolore: si sente dilacerata,
distrutta...
Mio Dio, quanto costa questa separazione dell'anima dal corpo! Quanto
costa non aver vita e sentire il dolore! Tutto fugge da me: non sento
la presenza dello Spirito Santo; non sento amore per Gesù. Di tanto in
tanto ho nostalgie di amarlo: sono ansie; è un amore che nasce per
morire subito, è un fuoco che distrugge, ma è smorzato: non si vede
segno di fiamme. O dolore che uccidi l'amore! O dolore, di chi sei tu e
per chi soffri?
- Gesù, sono sulla cima del calvario, inchiodata sulla croce. Non
cessano il mio terrore ed il mio grido. Povera me! Ma non è udito: è
soffocato dal fischio dei venti, dalla furia delle tempeste che non
cessano, che continuano sempre. È soffocato dalle urla della umanità
rivoltata contro di me. Dall'alto della croce non posso alzare gli
occhi a Te, o Gesù. Ho vergogna, mi pare di non essere neppure udita da
Te... - Nello scoramento giunsi a chiedere al mio medico se potevo
fuggire ove nulla più si sapesse di me.
- Mio Gesù, vorrei andarmene, ma non per fuggire al dolore, Tu lo sai
bene, ma per essere dimenticata, per non essere di inciampo alle anime,
per non causare turbamenti, come afferma qualcuno. Non chiedo vendetta
per chi mi fa soffrire. Desidero per loro quello che desidero per me:
abbondanza di grazie e l'Amore sommo. Non sono parole uscite solo
dalle mie labbra, ma mi escono dal cuore e dell'anima... O Gesù, non ho
mai cercato di ingannare qualcuno. Né mi passò per la mente di fare il
bene per riuscire gradita alle creature e passare per buona. Mai ebbi
la tentazione di ingannare Te, mio Gesù. So che sarebbe impossibile;
ma Tu lo sai che io non l'ho pensato, che non voglio figurare per ciò
che non sono. Per tua grazia conosco la mia miseria; sono cattiva per
colpa mia, solo per mia colpa; e per tua misericordia confesso
umilmente di esserlo. Neppure ho pensato di servirmi di Te per
rimediare ai miei mali, né a quelli dei miei ma soltanto per implorare
il tuo soccorso e confidare sempre nel tuo rimedio...
Potessi, o Gesù, scendere dal mio letto, passare la notte sul duro
pavimento per fare penitenza ed implorare le tue divine grazie per
tutti quelli che soffrono per causa mia! Soffrissi almeno sola! Mi
costa tanto che soffrano coloro che mi sono cari, e coloro cui tanto
devo per quanto hanno fatto per me... - (diario, 30-11-1944)
Da Me scelta per ricordare ai mondo ciò che Cristo ha sofferto (Momenti della Passione)
... All'aurora mi sentivo in prigione: triste, stanca, piena di paura e di vergogna.
Più tardi, mani legate e testa sofferente e sanguinante perle ferite
delle spine, mi pareva di essere condotta a percorrere strade. Una
moltitudine di curiosi mi guardava: gli uni con compassione, gli altri
con disprezzo. Udivo il tumulto del popolo: chiasso enorme! Mi sentivo
sola. Guardai a Gesù crocifisso: mi pensai abbracciata alla croce e
gli dissi: - Mio Gesù, che importa se tutti mi abbandonano, se mi resti
Tu? Se Ti possiedo e Tu stai con me, non sono sola. - Nel pomeriggio mi
sentivo sulla croce: l'anima inchiodata con il corpo, ambedue nello
stesso dolore. L'anima elevava lo sguardo al cielo: nulla vedeva se non
dolore e morte, nulla poteva dire a Gesù. Venne Lui, venne pieno
d'amore: - Vieni, figlia mia, pazza di dolore e di amore, vieni verso
di Me. È dolore che salva le anime, è pazzia di amore per Me. Se il
mondo conoscesse questa vita di amore, questa unione coniugale di Gesù
con l'anima vergine, con l'anima che sceglie per sua sposa! La ignora
e, siccome la ignora, la calunnia, la disprezza, la perseguita. O mia
colomba bella, tu sei sposa e sei madre; madre che non cessa di essere
vergine. Sei madre dei peccatori: sono figli del tuo dolore, figli del
tuo sangue che stai perdendo goccia a goccia, figli del tuo amore. Dal
cielo, figlia mia, udirai sovente molti peccatori chiamarti dalla terra
ed acclamarti col dolce nome di madre. Ti acclameranno così coloro che
si vedranno liberi dalle mani del demonio e riconosceranno di essere
stati liberati da te, avvicinandosi così al mio Cuore divino. Grande
amore, beato dolore!... - Mio Gesù, mio Gesù, quanto resto vergognosa e
confusa! Se io potessi occultare tutto questo! Se fosse solo fra Te e
me! Mi confonde sentire questo e vedere la mia miseria! - Già lo sai
che ho bisogno della tua miseria per nascondere in te le mie
grandezze. Scrivi tutto, scrivi, figlia mia. Se ciò che dico rimanesse
occulto, nulla gioverebbe per il mondo. Madre dei peccatori, nuova
corredentrice, salvali. Non vi fu mai né tornerà ad esserci una vittima
immolata sotto questa forma, perché mai vi fu tanta necessità come
oggi; mai il mondo ha peccato così. Diciannove secoli sono trascorsi da
quando lo venni sulla terra e dovetti ancora oggi suscitare una nuova
anima corredentrice scelta da Me per ricordare al mondo ciò che Cristo
ha sofferto, ciò che è il dolore, cioè che è l'amore e la pazzia per le
anime. Sei la nuova corredentrice che vieni a salvarle, sei la nuova
corredentrice che incendia nella umanità l'amore di Gesù. Nuova
corredentrice che sarà ricordata fino a quando il mondo esisterà.
Figlia mia, sei libro nel quale sono scritte con dolore e con sangue, a
lettere d'oro, tutte le scienze divine! Coraggio, amata, non temere le
tempeste, non temere il rimbombo del tuono annunziatore della nube che
fa piovere grazie, amore e manna celeste. Saziati, figlia mia: è di
amore e di manna che tu vivi. Saziati per distribuire alle anime. -
Grazie, o mio Gesù! - Mi sentii immersa nell'amore di Gesù con tale
intensità che, terminato il colloquio, pensavo di non sopportare il
fuoco che mi divorava il cuore... (diario, 1-12-1944, venerdì).
Notte di dolore, notte di tenebre. Venne il demonio... Mi apparve sotto
forma di un serpente spaventoso: era della grossezza di una persona,
coperto di squame lunghe e schifose. Si arrotolava in modo da sembrare
non uno ma una montagna di serpenti. Ne restai sbigottita... - Sei
condannata all'inferno: di' che vuoi il piacere, di' che vuoi peccare.
O desisti dalla tua offerta di vittima o schiaccio questo tuo corpo e
ti inghiotto. - Così dicendo faceva una mossa come per inghiottirmi.
Nei momenti più disperati invocai l'aiuto del Cielo... Come Gesù vigila
e difende chi non vuole offenderlo! Fui liberata... Nonostante la notte
fosse luminosa, io rimasi nella più grande oscurità e in una tristezza
di morte... Al mattino, dopo la Comunione, Gesù mi parlò con la sua
consueta dolcezza: - Figlia mia, colomba amata, bianco giglio, vieni e
ascoltami. Lo sposo che ama è fedele, confida alla sposa i suoi dolori
e dispiaceri. Guardami, sono triste! È molto ferito il mio divin Cuore.
I peccatori non desistono dai loro crimini. Mi offendono sempre più con
disonestà ed impurità. Il piacere, la carne, la maledetta carne! Anche
dai sacerdoti sono tanto offeso... Fanno strage, scandalizzano tanto!
Coraggio! Dammi riparazione con i combattimenti contro il demonio... Il
dolore è figlio dell'amore. È con dolore e amore che dai vita ai figli
miei. Questo dolore e questo amore potevano essere partecipati soltanto
da una vittima, cui fu dato di compiere sulla terra la missione più
alta e sublime. Gli amici della mia causa portano nelle loro mani il
labaro del trionfo e della regalità divina. Coraggio, figlia mia. E’
Gesù che te lo chiede: coraggio! Ti rendo simile a Me. Anch'io fui
perseguitato. In tutti i tempi la mia Chiesa e ciò che è mio furono
oggetto di persecuzione. Come non deve esserlo ora la mia causa più
ricca, la missione più difficile? Coraggio, amata! È la rabbia di
Satana. -
Venne poi alla mia destra Mammina. Mi chiese di aver coraggio in nome
del suo Figlio divino: - Animo, animo, figlia mia! Te lo chiedo in nome
del mio amore e in nome del tuo e mio Gesù! Accetta, soffri tutto.
Consola il suo Cuore ferito dai peccati del mondo.
E ora vengo a confermare le parole del mio divin Figlio. Sei regina dei
peccatori, sei regina del mondo. Accetta il mio santissimo manto, è
tuo; rappresentami. Avvolgi in esso, colloca attorno a te coloro che
ti sono più cari e che più da vicino partecipano al tuo dolore.
Prendendosi cura della causa del mio Gesù, sono cari al tuo cuore, al
mio e al Cuore del mio Figlio benedetto. Coloro che abbiamo associato
alla tua sofferenza sono quelli che più da vicino vogliamo purificare e
santificare. Colloca poi attorno a te tutti i peccatori. Puoi coprire
con il mio manto il mondo intero. Basta per tutti. Accetta la mia
corona. Sei incoronata da Me. Sei regina! - Mio Dio, che vergogna! Come
ero piccola, meschina, di fronte a Mammina!... (diario, 2-12-1944).
Gesù mi consegnò l'umanità (Momenti della Passione)
... Come una colomba che nell'oscurità non vede la via, sto muovendo
nell'aria le ali legate senza poter né scendere né salire, timorosa di
cadere irrimediabilmente. O mio Dio, che sarà di me?... Stamane assai
presto era grandissimo il dolore che sentivo in me: erano molto forti
la ripugnanza e la vergogna che mi causava la vista di tutto il popolo
che si preparava in attesa di nuovi avvenimenti. Mi pareva di vedere
gruppi, qui e là, a fare commenti. Mio Dio, mi attende il venerdì! Che
paura! Tutto questo che sento e vedo è avvenuto in Te, o Gesù! Sono
sofferenze tue, che hai sopportato per amor mio!
Il mio sguardo mi pare che penetri nell'intimo di tutta la moltitudine
che riempie le strade: la mia anima sente tutto. Sul fianco di una
altura, presso l'entrata della città, la pianta di fico maledetta da
Gesù; più in basso, qualcuno porta sul capo un'anfora di acqua;
avvengono abboccamenti: parlano, si preparano a nuovi avvenimenti. Vedo
tutto, sento tutto. Quanto soffro in silenzio! Quella pianta di fico
ricordo di averla veduta verde; oggi è secca, come legna vecchia per il
fuoco. Io non pensavo affatto a tutto questo; anzi, sentendo che
iniziavo a rivivere queste scene, cercavo di distrarmi e di far conto
di non sentire nulla. Sforzo inutile. Questi sentimenti si ravvivavano
sempre più nella mia anima. Mi sforzavo di non voler sentire, non per
sfuggire al dolore né alla volontà del mio Gesù, ma per il timore di
confondermi e di illudermi. Mi sono però convinta che non erano
illusioni. Gesù, nel vedere il mio timore dell'inganno, non poteva
lasciarmi ingannare. Nessuno come Lui sa che non voglio ingannare
alcuno... (diario, 7-12-1944).
... Venne Gesù, mi riscaldò con il calore del suo divino amore. Mi
disse: - Il tuo dolore, figlia mia, è dolore di salvezza. Il mare
immenso di sangue che sgorga dal tuo cuore è il luogo ove sono immersi
i peccatori. E' nel sangue del tuo dolore che essi sono purificati. Sei
una seconda arca di Noè. In te racchiudo i peccatori; in te, come in
quell'arca, racchiudo tutto per la vita del nuovo mondo. Il tuo
dolore, la tua immolazione sono dolore e immolazione di vita più per le
anime che per i corpi. Coraggio, figliolina! Non temere nulla. La
pioggia che cade sulla nuova arca non è di condanna, ma di salvezza: è
pioggia di umiliazioni, disprezzi e sacrifici. L'arca non è in
pericolo: naviga nelle altezze. Una volta abbassate le acque della
persecuzione, il mondo vedrà la ricchezza di salvezza che l'arca
conteneva. Figliolina mia, è con Me la mia Madre benedetta, ascolta ciò
che ti dice. - - Figlia mia, eccomi con il mio divin Figlio a
consegnarti l'umanità e a chiuderla nel tuo cuore. Le chiavi restano in
mano a Gesù e alla tua cara Mammina. Ti ho dato il mio manto e la mia
corona di regina: sei stata coronata da Me. Sei regina dei peccatori,
del mondo, scelta da Gesù e da Maria. Oggi, giorno della mia concezione
immacolata, ti consegniamo il tuo possedimento regale. Da oggi è tuo,
guidalo, custodiscilo. Custodiscilo sulla terra così come dopo lo
custodirai e guiderai dal cielo. Ho scelto questo giorno festivo in mio
onore, perché in unione a me sia festeggiato il giorno di questa
consegna della umanità... - Sentii come se mi aprissero il cuore.
Depositato in esso qualcosa, lo rinchiusero a chiave. Gli diedero
calore. Poi rimasi tra Gesù e Maria come in una pressa: talmente mi
stringevano fra i loro Cuori divini che mi pareva non poter resistere
a tanto amore... Mammina continuò: - Figliolina amata, ricevi la vita
della quale vivi, ricevi la vita del cielo, ricevila e dàlla alle
anime. - Gesù aggiunse: - Puro giglio, stella scintillante che
brillerai notte e giorno, a luce e guida dei peccatori, a luce e guida
di quanti mi vorranno seguire ed amare con amore molto puro e forte,
coraggio, non temere la guerra del mondo... - ... O Concezione pura, o
Madre di Gesù, custodisci il mio corpo inchiodato sulla croce, alla
croce abbracciato... - Ricevetti nuove consolazioni da Gesù e da
Mammina, feci loro la consegna di me stessa, di coloro che mi sono cari
e infine del mondo intero, includendo quelli che più mi fanno soffrire.
- Mammina, metto nelle tue mani l'umanità... Salvala, solo Tu lo puoi.
Mi sento tutta confusa e vergognosa per questa consegna del mondo. Che
può mai questa mia miseria senza la vostra protezione? O Gesù, o
Mammina, mi consegno a Voi, come il soldato che vuol combattere per
difendere il vostro regno. Voglio lottare e obbedire: comandate! Io,
con la vostra grazia, farò frutto; sarò forte. Con la grazia e la forza
dall'Alto sarà salvo il mondo... - (diario, 8-12-1944).
Un piccolo raggio di luce
Nella mattinata di oggi, per causa del mio dolore, non potevo fare le
mie orazioni, né prepararmi, come dovevo, a ricevere la Comunione.
L'anima si lacerava come uno straccio logoro, filo per filo, si
polverizzava, si dissolveva... Neppure la venuta di Gesù mi diede
sollievo e gioia. Rimasi nello stesso stato d'animo. Lo ringraziai
come meglio potei. Mi posi poi a leggere la corrispondenza che mi
avevano consegnato. La seconda lettera che lessi fece brillare un
piccolo raggio di luce nella mia anima. Si sollevò da me il peso
schiacciante che opprimeva tutto il mio essere: senza venire meno alla
santa obbedienza, d. Umberto può scrivermi per alleggerire così un
poco il mio dolore e darmi luce fra tante tenebre Non so come, in un
impulso di amore, potei inginocchiarmi sul letto, alzare le mani,
recitare il « Magnificat »: prehiera che faccio sempre quando ricevo da
Gesù una attenzione, sia che venga a ferirmi, sia che venga ad
addolcire la mia sofferenza... Con mia sorella e le mie cugine cantammo
lodi a Gesù sacramentato e a Mammina. Dopo, caddi sul mio letto e
ritornai sulla mia croce amata. La gioia morì subito. Accetto tutto
come Gesù vuole. Non sono solita abbandonarmi alla gioia, ma se lo
facessi, mi sentirei sollevata per poco tempo: improvvisamente nasce,
improvvisamente muore. Le stesse estasi muoiono come cose che non mi
riguardino.
Trascorsi il resto della giornata immersa nella sofferenza, sentendo
nella mia anima l'umiliazione per cui passarono i padri salesiani per
colpa mia. Per avere fatto del bene e sollevato una povera anima, hanno
pure sofferto. Ma come è dolce soffrire per amore di Gesù e delle
anime!... (diario, 9-12-1944)... Grazie a Gesù e a Mammina, oggi posso
respirare; e anche mia sorella e la mia famiglia. Sia benedetto il
Signore!... Non le ho scritto, come desideravo, perché non potevo.
Creda, mio buon padre, che non fu per dimenticanza. Quante volte pensai
di farlo, ma non fui capace! Si impossessava un tale timore di essere
causa di maggior sofferenza per lei, cosa che non voglio affatto, che,
per quanto mi sforzassi, non ero capace di dettare qualche parola. Però
continuai a pregare e a soffrire per tutti. Questa dolorosissima prova
non mi strappò dal cuore la grande e santa stima che ho per loro; anzi,
la aumentò. Il Signore mi fece sentire che la colpa non era del suo
superiore; al contrario, mi affermò spesso che egli è innocente. Ma
anche se non lo fosse, non dovevano, per causa mia, soffrirne gli
altri: io sarei stata sempre la stessa e non avrei tralasciato di
pregare per lui. Ieri, quante volte guardai la foto della vostra
cappella per "vedere" se vi era Gesù esposto e se vi "vedevo" in
adorazione. Non "vidi" nulla`. Vi accompagnai in ispirito; pregai e
soffersi per tutti. Vi affidai alla Madonna durante l'estasi del
pomeriggio ed in particolare coloro che fecero la vestizione e presero
la medaglia: - Mammina, fa' che essi siano puri e che d'ora in avanti
non macchino le loro anime neppure con un solo peccato veniale
deliberato...» (lettera a d. Umberto, 9-12-1944).
Convertitevi, convertitevi, peccatori!
... Sono stanca per tanta sofferenza; il corpo vien meno, ma la volontà
è pronta: brama e vuole solamente la volontà divina. In questi ultimi
giorni cominciai a sentire più che mai, e oggi in modo quasi
insopportabile, le ansie di salvare il mondo... Voglio tutto il
sacrificio e di buona volontà mi lascio immolare per salvarlo. Vorrei
avere in mano un pugnale per aprirmi nel cuore una piaga tanto profonda
che mi desse sangue a sufficienza per scrivere su tutta la terra: «
convertitevi, o peccatori, non offendete più Gesù! Il cielo è tanto
bello! Ed Egli creò tutti per il cielo ». Vorrei andare in ginocchio,
bocconi, in tutte le parti del mondo, per lasciare ben visibili, in
ogni palmo di terra, scritte da me e con il mio sangue queste parole: «
Peccatori, convertitevi, convertitevi! ».
Non so che cosa devo fare di più, mio Gesù, per Te e per le anime.
Durante la notte subii gli assalti del demonio... Vidi abissi senza
fine. In mezzo a sporchi detriti stavano grandi serpenti ed enormi
coccodrilli che tormentavano e terrorizzavano una moltitudine che penso
fossero le anime cadute laggiù. Stanca per la lotta, e timorosa di
cadervi dentro, non potevo invocare Gesù. E il demonio mi diceva: -
Invoca me, di' che vuoi me, che non vuoi Dio, che vuoi il peccato e il
piacere. - ... Solo nei momenti più tremendi, verso la fine della
lotta, potei invocare il Cielo... Nello stesso luogo dove erano gli
abissi mi apparve un bel giardino pieno di fiori, di varie qualità. Che
belli! Fra di essi cadevano raggi molto brillanti, più brillanti
dell'oro. Contemplai tutto senza saperne il significato.
Nel medesimo istante, Gesù mi disse: - I fiori di questo bel giardino
sono le tue eroiche virtù. I loro petali sono fini, delicati, il loro
profumo è attraente; i raggi sono del mio divino amore. Non piangere,
figliolina; la tua purezza non si macchia nei combattimenti contro il
demonio; tu ne esci ogni volta più pura e piena di fascino. È la
riparazione che Io esigo da te. Se non vi fosse questa riparazione,
cadrebbero negli abissi che hai visto ora tante e tante anime,
rimanendovi là eternamente... - (diario, 11-12-1944).
Un nuovo tormento per l'anima mia, che mi fa soffrire e non mi lascia
tranquilla: vorrei nascondermi in uno scrigno, che nessuno sapesse né
potesse aprire; vorrei stringermi le braccia sul cuore con una stretta
che nessuno potesse svincolare, perché voglio difendere non so che cosa
che mi è stato consegnato e che devo vegliare e custodire. - Mio Dio,
non so come riuscire a difenderlo, conservarlo bene e conservarlo
tutto. Mi rifugio, o Gesù, nel tuo divin Cuore; sia esso lo scrigno
benedetto che conservi me per sempre e questa consegna che mi è stata
fatta e mi dà tante preoccupazioni. Lì, starò bene, sarò sicura. Non
correrò pericoli; né io né ciò che devo custodire. Custodiscimi per
sempre. -
« Chi soffre con Me, con Me vince » (Momenti della Passione)
È giovedì, è già notte. Grande tormento. Ogni venerdì che si avvicina è
per me una morte. Sento come se mi trovassi in un banchetto di gioia ed
io parlassi con chi parla e sorridessi con chi sorride. E la mia anima,
in grande agonia, lascia la terra, sale al cielo per esclamare: - O mio
Dio, che cosa mi attende! - Mentre perdura quel banchetto di gioia, il
cuore, là fuori è schiacciato, maltrattato, schernito e disprezzato.
Tutti sorridono con sarcasmo in attesa di nuovi avvenimenti. - Gesù,
sono la tua vittima e nulla più. - (diario, 14-12-1944).
Prima dell'aurora mi svegliai da un leggero sonno. Mio Dio, è venerdì.
Cadde su di me una notte oscura. Ad ogni momento che passava mi pareva
di camminare verso la morte; non come chi cammina con amore e gioia, ma come chi, per la morte,
sente il più grande orrore e la maggiore ripugnanza. Immersa in questo
dolore, giunse l'ora della Comunione. Feci le mie richieste a Gesù. Mi
parlò. Ricevetti forza per resistere al dolore e sopportare gli
spintoni, le beffe, gli scherni che ricevevo. Dovevo soffrire tutto in
silenzio, senza aprire bocca. Sentivo il dolore di Qualcuno che
piangeva nel vedere quanto io soffrivo. E questo Qualcuno era amore di
Madre. In silenzio unii il mio dolore a quel dolore. Venne Gesù e con
tenera e dolce voce mi disse: - Figlia mia, unisci il tuo dolore al
mio; addolciscilo nell'amore del mio Cuore divino; Io addolcisco il mio
nel tuo. Tu mi ami; da Me sei amata; sei scrigno di ricchezza,
depositaria dei doni divini. Figlia mia, angelo caro, il tuo dolore
servì per adornare il manto e la corona che la tua Mammina ti ha
consegnato... È dolore di gloria, è dolore di salvezza. È un mare di
martirio; è un mare di immolazione. Figlia mia, giardino celeste di
fiori divini, prato verdeggiante che alimenti i peccatori; alimentali
di grazia, di purezza e amore; custodiscili, guidali, pastorella
divina, pastorella scelta da Gesù. Purificali per Me! Guidali, dirigili
al mio divin Cuore. Figlia mia, maestra di scienze divine, conserva ciò
che, otto giorni or sono, fu depositato nel tuo cuore da Me e dalla
Madre mia benedetta: è il mondo, sono i peccatori... Mia figlia, in te
è scritto tutto ciò che è divino. In te impareranno ad amare; in te
impareranno a soffrire; in te apprenderanno a conoscere come Io mi
comunico alle anime. Non lo sanno, non lo studiano e fanno, con ciò,
soffrire tanto il mio divino Cuore. Coraggio! Chi soffre con Me, con Me
vince. Piangeranno lacrime di pentimento nel vedere che il tuo nome,
ora così macchiato, è glorificato con Me e con la mia Madre benedetta,
sulla terra e nel cielo...
Quando, anni or sono, ti dicevo che sono Io il tuo direttore, mi
riferivo a questi tempi. Non era per accantonare il tuo direttore. Sì,
avevo bisogno di lui, unito a Me, per guidarti e portarti alle altezze
che il mio divino amore esige. Io già vedevo la crudeltà e le
persecuzioni degli uomini. Coraggio! Il tuo nome, che senti macchiato,
tra poco sarà nominato con rispetto e con Me lodato. - ... (diario,
15-12-1944).
Tentano di rubarmi ciò che ho nel cuore
... Non so vivere. Sono stanca per lo sforzo di conservare in me ciò
che Gesù e Mammina mi consegnò. Sento come se fossi sempre con le
braccia incrociate sul petto, molto strette per difendere e custodire
[quel tesoro].
Altre volte corro pazza, per sfuggire ad un grande assalto. Viene su di
me non so chi. Una moltitudine innumerevole vuole rubarmi ciò che ho
nel cuore, e io sfuggo all'impazzata per nascondere tutto. Voglio
avvolgere attorno a me catene robuste, grosse catene, perché nulla mi
sia rubato. Duro tormento per la mia anima: nulla ottengo.
In quelle ore di sofferenza ebbi un terribile assalto del demonio.
Sentii come se mi avesse rubato tutto: rimasi senza cuore, senza petto,
senza nulla. Ero come un semplice guscio d'uovo che dentro non ha più
nulla. Sentivo che quella refurtiva era stata portata molto lontano.
Il demonio voleva obbligarmi a dire: - Non voglio custodire nulla
dentro di me; voglio peccare, voglio godere! - E mi affermava che io
peccavo...
Rare volte riuscii a chiedere soccorso al Cielo... Ero in un bagno di
sudore, con una stanchezza da non potersi dire. Infine riuscii ad
esclamare: - Mio Gesù, non ne posso più! - Cessò l'assalto, ma io non
potevo muovermi.
Tristissima nel vedermi privata di quel tesoro immenso che avevo
posseduto in me, e con il timore di aver peccato, mormoravo: - Mio
Dio, mio Dio! E io sono senza luce, senza guida, senza un sacerdote cui
confidare tutto! O Cielo, o Gesù, o Mammina! -
E Gesù venne: - Non hai peccato! Io sono con te! - Dopo alcuni istanti
incominciai a sentire che avevo ancora in me quel ricco tesoro che il
demonio mi aveva fatto sparire. La mia anima ne sentì molta gioia e io
volevo abbracciare e baciare quella ricchezza: provavo il gaudio di una
madre che, avendo perduto il figlio, lo ha ritrovato.
Non so dire la preoccupazione che questo mi dà: timorosa sempre che
qualcuno possa rubarmelo... » (diario, 18-12-1944). « ... Vive il
dolore; il dolore torturante del mio corpo e della mia anima. Il corpo
soffre molto, ma assai più l'anima. Non so dire nulla, ne do solo una
pallida idea: l'anima soffoca nell'essere tanto crudelmente oppressa e
spremuta; le mie colpe, la mia ingratitudine verso Gesù mi stanno
sempre davanti; il timore di ingannarmi e di ingannare gli altri sa, la
paura di peccare nelle lotte contro il demonio... Che triste vita!
Voglio vincermi. Voglio credere alle parole di Gesù e mi costa tanto!
Come può essere che io non mi bruci in mezzo a tanto fuoco? Ed ora, il
nuovo tormento di voler custodire in me ciò che Gesù con Mammina mi
consegnò il giorno otto. Mi pare di essere continuamente assalita.
Vorrei nascondermi sotto terra, ove nessuno sapesse, perché non mi
rubino ciò che il Cielo mi donò e che sento essere una ricchezza senza
uguale. Gesù sia con me! Passano i giorni e non ho un sacerdote che mi
tranquillizzi, che mi animi nel cammino. Povera me! Sono nata per
questo. Fossi nata anche per amare il mio Gesù e la mia cara Mammina
come vorrei e come Essi sono degni di essere amati!... Mi pare di
essere nata soltanto per vivere morta. Non so dire altro. Il dottore e
la sua signora hanno passato qui ieri alcune ore per farci compagnia e
coraggio. Oh, quanto devo al mio santo medico!... » (lettera a d.
Umberto, 20-12-1944).
“Sei la mia Alexandrina trasformata iìn Cristo”
... Il demonio fa tremendi assalti al mio cuore: vuole entrarvi per
rubare la ricchezza che gli fu consegnata... sento una stanchezza tale
che rimango prostrata... - Gesù, tutto per tuo amore: non ho forza per
respirare; a poco a poco ho perduto tutto il sangue; mi pare di esser
moribonda. - Cominciai a sentire nella mia anima una pace dolce e
soave: era pace celeste, mi pareva di lasciare il mondo, di andare a
godere il cielo. Rimasi per molto tempo come chi dorme soavemente ab,
riscaldata da un calore che mi ardeva nel cuore e mi irradiava tutta.
Gesù cominciò a parlarmi: - Figlia mia, non vivi la vita del mondo: tu
sei staccata da tutto quanto gli appartiene. Vivi del cielo, vivi di
ciò che è divino. I tuoi sentieri sono i sentieri di Cristo: è per
questo che non sei compresa. È sublime la tua missione, angelo mio: è
la più ricca delle missioni. E’ questo il motivo dell'odio e della
persecuzione: odio del demonio per le anime che gli rubí, persecuzione
del mondo perché non comprende la vita che vivi, cioè la mia Vita nelle
anime...
È dolore per il mio Cuore divino vedere il tuo dolore. È necessario che
gli uomini studino profondamente per comprendere la vita di Cristo
nelle anime.
Quando ti creai, ti ho fatta con la perfezione necessaria a compiere la
missione più sublime. Così destinai già le anime che ti dovevano
guidare, anime che comprendono, anime che vivono soltanto la mia vita,
la vita intima con Me. Chi si prende cura di te, si prende cura di Me.
Sarebbe mio desiderio che tutti i miei discepoli [i sacerdoti]
studiassero queste scienze divine: non le studiano, non le comprendono;
do loro le luci necessarie e tentano di spegnerle; ma invano! In tutti
i tempi ebbi bisogno di vittime, ma ora più che mai. Ti destinai ad
essere immolata in questa epoca in cui l'umanità si è immersa in un
mare immenso di fango, di vizi. È questo che senti rubarti: il mondo. È
il vizio che può più dell'uomo; è il vizio il ladro di tutto ciò che è
mio.
O pastorella, regina del mondo, sono Io, Gesù, che ti ho scelta e ti
elevo a tanta altezza... - Ascoltai tutto senza dire parola. Egli
parlava ed io ardevo in un fuoco consolatore che mi univa di più al suo
divin Cuore. - O mio Gesù, che cosa Ti darò mai? Quanto più dici, tanto
più si impossessa di me la coscienza della mia piccolezza. Mi umilio,
mi umilio, o Gesù! Ho vergogna della mia miseria e che Tu possa
utilizzare me per fini così alti. Sei Tu che lavori, Ti fai conoscere,
parli delle tue grandezze. Tutto Ti appartiene. -
- Violetta amata, asilo puro ove abito! Abito in te qui in terra come
in cielo tu abiterai con il mio eterno Padre: sei la mia Alexandrina
trasformata in Cristo, solo in Cristo. -
Grazie, mio Gesù, mio Re d'amore! (diario, 22-12-1944).
Con tale stanchezza, con tale sofferenza potrò rimanere molto tempo in questo esilio?
Mio Dio, se vuoi, resisto a tutto. La mia stanchezza è dovuta alla
sofferenza, al volere abbracciare il mondo, abbracciarlo in una
stretta eterna. Vorrei vederlo tutto in un inno di lode a Gesù, in un
incendio di amore divino. Non so cosa desiderare di più; non so dove
nascondermi con esso. Vorrei volare al cielo e portare con me il mondo,
tutto il mondo; non lasciare qui nessuna creatura. Voglio salire con
lui e una forza invincibile, o così mi pare, mi trascina in basso,
tentando di rubarmelo: non so cosa sia... In queste ansie dolorose di
volere purificarmi e purificare il mondo, di amare il mio Gesù e fare
di tutto perché il mondo Lo ami, e nel non sapere come riuscirvi per me
e più ancora per l'umanità intera, cominciai a piangere lacrime amare,
viste solo dal cielo. Offersi di nuovo a Gesù il mio cuore e Gli chiesi
che venisse a nascere in esso... (diario, 24-12-1944).
“Sono nato nel presepio dei tuo cuore”
I giorni di festa sono tutti per me di profonda tristezza. Mi sforzo
sempre, per consolare chi mi attornia, di mostrarmi contenta: la mia
gioia è finta. Guardo a Gesù e a Mammina, innalzo il mio pensiero al
cielo e per amore accetto il dolore. È per l'amore che la tristezza
diventa gioia per me. Non guardo alla terra, mi tengo fissa al cielo:
soltanto con il cielo le spine sono rose, il dolore è dolcezza. A
mezzanotte di Natale, oltre alla notte che avevo nell'anima, dolori
acutissimi straziavano il mio corpo: non piangevo, ma gemevo. Soltanto
Gesù sa quanto soffrivo. Udii i mortaretti ed i rintocchi delle
campane. Chiesi di portarmi la statuetta di Gesù Bambino: accostatala
al mio petto, volevo riscaldarla. Il calore che riuscii a dargli non
era quello che avrei voluto: avrei voluto bruciarla con fuoco di amore.
Desideravo dirgli molte cose, ma non sapevo. Lo strinsi al mio petto
dolcemente e continuai i miei gemiti. Sono certa che Gesù li accettò e
non rimase triste. Nessuno come Lui vedeva quanto soffrivo; nessuno
come Lui sa che se gemo è per amore; che gemo ma solo quando non ne
posso più.. Non so quanto tempo trascorse. So che passai ad un'altra
vita e udii Gesù nel mio cuore: - Sono nato nel presepio del tuo cuore,
mia figlia. È lo sposo che viene alla sua sposa... Regina d'amore, come
sto bene qui. Il presepio che mi dai non è rozzo come quello di
Betlemme: è soffice delle tue virtù. Nel tuo presepio non sento i
rigori del freddo: sono riscaldato con l'amore più puro e bruciante.
Sei la mia stella, che guidi il mondo, come la stella guidò allora i
Magi sul cammino verso Betlemme. Di' a tutti, figlia mia, a coloro che
hanno cura di te, a coloro che ti sono cari e ti amano e ti
attorniano, che do loro l'abbondanza delle mie grazie, un'onda del mio
amore divino, un luogo speciale nel mio divino Cuore, con la promessa
del cielo. - ... (diario, 25-12-1944).
Nel mondo vedo Gesù
... O mio Dio, corro verso la morte e la morte corre verso di me. Il
mio capo è torturato; il mio corpo fatto a pezzi dai terribili
martirii: è una piaga viva... Per grazia e grande misericordia del
Signore, non sono disperata: sento l'effetto della disperazione, ma
sono calma e serena, assetata di maggiore dolore, di maggior
purificazione e amore. Con questo soltanto il mondo sarà salvo; solo
con queste forti catene lo potrò catturare.
... La vita fugge: fugge per dar vita, cammina pazzamente a salvare il mondo.
- Gesù, dammi il dolore che io amo, dammi la purificazione che tanto
bramo. Racchiudimi in Te e nella tua e mia cara Mammina. Ascolta la mia
anima in questo grido continuo di agonia per il dolore che sente e per
le ansie di consegnarti il mondo: lo vorrei nelle mie mani per
offrirtelo come il sacerdote vede nelle sue mani l'Ostia consacrata e
La offre all'eterno Padre. Gesù, custodiscimi! Guarda le mie ansie
angosciose ed immolami come Ti piace, affinché Ti doni amore e con
l'amore l'umanità. Vorrei dirti molto, ma, siccome non so, non dico
nulla. - Fra queste ansie, venne Gesù: - Figlia mia, angelo della
terra, fiore amabile, fiore candido di paradiso! Vieni, mia figlia, a
ricevere un'altra prova dei miei sponsali con te, della mia unione
coniugale. - In questo momento Gesù prese la mia mano, mi baciò, mi
accarezzò e mi strinse dolcemente a Sé.
Rimasi come immersa in un mare di delizia, in un mare d'amore. Gesù
continuò: - Ricevi una effusione del mio divino amore. Ricevila perché
è la tua vita e tu sei vita per le anime. Coraggio, ancora un poco: il
tuo cielo è vicino. Tra breve la tua anima, staccata dalla terra,
volerà al cielo come la bianca e pura colomba al suo nido. Il tuo nido
è il cielo presso il trono della maestà divina, a fianco della mia
Madre benedetta...
Presso di Me, figlia mia, continuerai a vigilare, a governare il tuo
possedimento regale della terra... Quanto ti è debitrice l'umanità!
Quanto ti deve il Portogallo! Il mondo dovrebbe essere distrutto...
Chiedi, chiedi di nuovo preghiera e penitenza... - Gesù infine
aggiunse: - Sarà in un'estasi d'amore sprigionato dal dolore che
volerai in cielo. - ... (diario, 29-12-1944). ... Volendo abbracciare
tutta l'umanità giungo ad esclamare: - O mondo, impazzisco per te!
Quanto ti amo! In te vedo Gesù. - Vorrei dire tante cose su queste
ansie che mi consumano. Come può avvenire questo: amare il mondo,
aborrirlo, volerlo possedere, volerlo lasciare? - Mio Gesù, mio Dio,
fissa in me il tuo sguardo, custodiscimi: così vincerò. - ... Stava
terminando l'anno e io non avevo nulla da dare a Gesù... A mezzanotte
lo ringraziai per tutti i benefici dell'anno e per quanto mi aveva
fatto soffrire. Chiesi ai miei di recitare con me il « Te Deum »...
(diario, 31-12-1944).